Salute e benessere

Uno studio mostra che la carenza di vitamina D è direttamente collegata allo sviluppo della demenza negli anziani

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4 Luglio 2022

Un nuovo studio ha recentemente confermato l'importanza di prendere il sole e mantenere alti i livelli di vitamina D nell'organismo, soprattutto in età avanzata: sarebbe stato dimostrato che la carenza di questa vitamina sarebbe direttamente collegata allo sviluppo di malattie degenerative come l'Alzheimer.

Sviluppato dal National Health and Medical Research Council nel Regno Unito, lo studio genetico, chi ha indagato l'associazione tra vitamina D, caratteristiche di neuroimaging e rischio di demenza e ictus, ha dimostrato che i bassi livelli di vitamina D sarebbero collegati a volumi cerebrali inferiori e un rischio maggiore nello sviluppo della demenza e nell’occorrenza di ictus. La ricerca ha individuato inoltre, che in alcune popolazioni, fino al 17% dei casi di demenza potrebbe essere prevenuto mantenendo livelli normali di vitamina D nel sangue (50 nmol/L).

La demenza è una sindrome cronica o progressiva che porta al deterioramento delle funzioni cognitive. Si stima che oltre 55 milioni di persone nel mondo soffrono di demenza e che ogni anno vengano diagnosticati circa 10 milioni di nuovi casi.
Lo studio in questione ha analizzato geneticamente i dati di circa 295.000 partecipanti alla British Biobank, esaminando l'impatto dei bassi livelli di vitamina D nel sangue (25 nmol/L) e il rischio di ictus e demenza. E' stato, infatti, il primo studio a correlare livelli molto bassi della vitamina e dei suoi effetti utilizzando l'analisi genetica in una vasta popolazione.

Secondo i ricercatori, “la vitamina D è un precursore dell’ormone che è sempre più riconosciuto per gli effetti diffusi, anche sulla salute del cervello, ma fino ad ora è stato molto difficile esaminare cosa accadrebbe se potessimo prevenire la carenza di vitamina D. In alcuni contesti, in cui la carenza di vitamina D è relativamente comune, i nostri risultati hanno importanti implicazioni per i rischi di demenza. In effetti, in questa popolazione del Regno Unito abbiamo osservato che fino al 17% dei casi di demenza avrebbe potuto essere evitato aumentando i livelli di vitamina D in un intervallo normale”.

Pur molto significativi, i risultati mostrano quanto sia importante monitorare e mantenere normali livelli di vitamina D nel sangue per il benessere generale dell'organismo. Ciò non significa, tuttavia, che i bassi livelli di vitamina siano l'unica causa di demenza, ma indicano chiaramente modi per cercare di evitare la prevalenza della malattia, considerata piuttosto elevata in tutto il mondo.

Un nuovo studio ha recentemente confermato l'importanza di prendere il sole e mantenere alti i livelli di vitamina D nell'organismo, soprattutto in età avanzata: sarebbe stato dimostrato che la carenza di questa vitamina sarebbe direttamente collegata allo sviluppo di malattie degenerative come l'Alzheimer.

Sviluppato dal National Health and Medical Research Council nel Regno Unito, lo studio genetico, chi ha indagato l'associazione tra vitamina D, caratteristiche di neuroimaging e rischio di demenza e ictus, ha dimostrato che i bassi livelli di vitamina D sarebbero collegati a volumi cerebrali inferiori e un rischio maggiore nello sviluppo della demenza e nell’occorrenza di ictus. La ricerca ha individuato inoltre, che in alcune popolazioni, fino al 17% dei casi di demenza potrebbe essere prevenuto mantenendo livelli normali di vitamina D nel sangue (50 nmol/L).

La demenza è una sindrome cronica o progressiva che porta al deterioramento delle funzioni cognitive. Si stima che oltre 55 milioni di persone nel mondo soffrono di demenza e che ogni anno vengano diagnosticati circa 10 milioni di nuovi casi.
Lo studio in questione ha analizzato geneticamente i dati di circa 295.000 partecipanti alla British Biobank, esaminando l'impatto dei bassi livelli di vitamina D nel sangue (25 nmol/L) e il rischio di ictus e demenza. E' stato, infatti, il primo studio a correlare livelli molto bassi della vitamina e dei suoi effetti utilizzando l'analisi genetica in una vasta popolazione.

Secondo i ricercatori, “la vitamina D è un precursore dell’ormone che è sempre più riconosciuto per gli effetti diffusi, anche sulla salute del cervello, ma fino ad ora è stato molto difficile esaminare cosa accadrebbe se potessimo prevenire la carenza di vitamina D. In alcuni contesti, in cui la carenza di vitamina D è relativamente comune, i nostri risultati hanno importanti implicazioni per i rischi di demenza. In effetti, in questa popolazione del Regno Unito abbiamo osservato che fino al 17% dei casi di demenza avrebbe potuto essere evitato aumentando i livelli di vitamina D in un intervallo normale”.

Pur molto significativi, i risultati mostrano quanto sia importante monitorare e mantenere normali livelli di vitamina D nel sangue per il benessere generale dell'organismo. Ciò non significa, tuttavia, che i bassi livelli di vitamina siano l'unica causa di demenza, ma indicano chiaramente modi per cercare di evitare la prevalenza della malattia, considerata piuttosto elevata in tutto il mondo.

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