Salute e benessere

Una regolare attività fisica riduce del 20-30% il rischio di mortalità negli anziani

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9 Novembre 2022

Un'altra conferma di ciò che molti di noi già sanno: l'attività fisica fa bene alla salute e riduce drasticamente il rischio di mortalità precoce. Coloro che si esercitano regolarmente, sia che si tratti di un esercizio di intensità moderata per almeno due ore e mezza a settimana, sia di un esercizio di intensità vigorosa per almeno un'ora e mezza, godono di una riduzione del 20-30% della mortalità cardiovascolare e della mortalità per tutte le cause rispetto a chi conduce una vita sedentaria.

Il messaggio, diffuso dal congresso di Cardiogeriatria, svolto a Roma la scorsa settimana, sottolinea l'importanza di muoversi per godere di una migliore salute e qualità della vita. "Il movimento non solo previene la maggior parte delle malattie cardiovascolari e cronico-degenerative, ma permette una miglior conservazione dell'efficienza fisica, garantendo così di vivere a lungo in forma e in piena autonomia", ha sottolineato Lorenzo Palleschi, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Geriatria dell'Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma e promotore del congresso insieme a Francesco Vetta, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Cardiologia e Aritmologia di IDI-IRCSS.

Per gli anziani, ha ricordato Palleschi, tenersi in movimento è fondamentale, anche in caso di ricovero in ospedali o nelle strutture sanitarie, poiché una scarsa mobilità può aumentare il rischio di perdita dell'autonomia personale e di complicazioni. "Tuttavia, la pandemia Covid-19 presenta nuove e gravi sfide che minacciano di compromettere i recenti sforzi e i progressi verso una cultura della mobilità", ha affermato. 

"Le rigide misure di distanziamento sociale all'interno delle strutture sanitarie, le carenze del personale dovuto a riallocazione ad aree ad alto fabbisogno come il pronto soccorso o le terapie intensive, la carenza di dispositivi di protezione e la ritrosia dei pazienti nei confronti della mobilità stanno minacciando la promozione della mobilità all'interno delle strutture sanitarie così determinante per il benessere dei pazienti anziani", ha concluso Lorenzo Palleschi. 


Un'altra conferma di ciò che molti di noi già sanno: l'attività fisica fa bene alla salute e riduce drasticamente il rischio di mortalità precoce. Coloro che si esercitano regolarmente, sia che si tratti di un esercizio di intensità moderata per almeno due ore e mezza a settimana, sia di un esercizio di intensità vigorosa per almeno un'ora e mezza, godono di una riduzione del 20-30% della mortalità cardiovascolare e della mortalità per tutte le cause rispetto a chi conduce una vita sedentaria.

Il messaggio, diffuso dal congresso di Cardiogeriatria, svolto a Roma la scorsa settimana, sottolinea l'importanza di muoversi per godere di una migliore salute e qualità della vita. "Il movimento non solo previene la maggior parte delle malattie cardiovascolari e cronico-degenerative, ma permette una miglior conservazione dell'efficienza fisica, garantendo così di vivere a lungo in forma e in piena autonomia", ha sottolineato Lorenzo Palleschi, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Geriatria dell'Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma e promotore del congresso insieme a Francesco Vetta, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Cardiologia e Aritmologia di IDI-IRCSS.

Per gli anziani, ha ricordato Palleschi, tenersi in movimento è fondamentale, anche in caso di ricovero in ospedali o nelle strutture sanitarie, poiché una scarsa mobilità può aumentare il rischio di perdita dell'autonomia personale e di complicazioni. "Tuttavia, la pandemia Covid-19 presenta nuove e gravi sfide che minacciano di compromettere i recenti sforzi e i progressi verso una cultura della mobilità", ha affermato. 

"Le rigide misure di distanziamento sociale all'interno delle strutture sanitarie, le carenze del personale dovuto a riallocazione ad aree ad alto fabbisogno come il pronto soccorso o le terapie intensive, la carenza di dispositivi di protezione e la ritrosia dei pazienti nei confronti della mobilità stanno minacciando la promozione della mobilità all'interno delle strutture sanitarie così determinante per il benessere dei pazienti anziani", ha concluso Lorenzo Palleschi. 

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