Costume e Società

Sostegno psicologico per OSS in Centri diurni e Case di riposo, il progetto di Itaca

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9 Novembre 2020

Gli operatori socio sanitari sono uno dei perni operativi delle Rsa e delle case di riposo, perché operano, cooperano e collaborano con una molteplicità di colleghi per prestare molteplici servizi agli anziani assistiti. Spesso dimenticati, soprattutto in tempi di coronavirus, il loro carico di lavoro è aumentato. E inevitabilmente, ci possono essere ripercussioni anche dal punto di vista psicologico.

La Residenza Protetta per anziani Cooperativa sociale Itaca del Comune di Sacile (provincia di Pordenone) ha dato vita al progetto “Ascolto e promozione del benessere (ai tempi del Covid19)”, che mette in luce l’esigenza del sostegno psicologico per operatori, Oss e infermieri, che sono impegnati nelle strutture residenziali e semi residenziali gestite dalla cooperativa.

Una misura ancor più importante in Friuli, giacché nella regione autonoma le case di riposo, contrariamente ad altre regioni come il confinante Veneto, non prevedono la presenza di uno psicologo in struttura. La psicologa Laura D'Ospina, impegnata nella Residenza grazie ad uno speciale accordo tra Comune e Itaca, ha così escogitato un progetto su misura per dare supporto ai lavoratori della Cooperativa, estendendolo a tutti i dipendenti che si trovano impegnati nei servizi per gli anziani, sia residenziali sia domiciliari. 

Si tratta di tre sedute di due ore ciascuno, ogni quindici giorni: il primo modulo prevede la raccolta dei bisogni e l’ascolto, dalla condivisione di vissuti e di esperienze; il focus del secondo è sul “dove siamo, come vivo adesso in questa situazione”; mentre il terzo modulo è rivolto al futuro, al “dove vogliamo arrivare”, al fine di pianificare un domani rimanendo ancorati alla realtà. La formazione, assolutamente gratis per tutti coloro che ne faranno parte e ovviamente “non in presenza”, ma attraverso una piattaforma online, sta partendo in questi giorni.

Intervistata da Nordest, la psicologa Laura D'Ospina ha raccontato: "Abbiamo elaborato il progetto per offrire un sostegno ai colleghi che si sono trovati e si trovano a dover affrontare una situazione nuova e poco conosciuta. L'esperienza del lockdown, alla quale tutti eravamo impreparati, è giunta inattesa e ci ha mostrato quanto possa essere importante un supporto psicologico professionale rivolto a chi è impegnato ogni giorno con le persone anziane che vivono in Casa di riposo, a chi si trova a dover affrontare le comprensibili frustrazioni dei familiari costretti a restare lontani dai propri cari, a chi, finito il proprio turno, poi ritorna a casa dalla propria famiglia, e magari fatica a tenere fuori dalla cerchia dei suoi affetti quanto sta vivendo sul luogo di lavoro in termini di emozioni, ansia, paure”.

“Desideriamo - continua la D'Ospina - non solo fornire agli operatori un sostegno psicologico qualificato per costruire insieme una visione condivisa di resilienza, ma anche offrire loro strategie e strumenti per avere una visione più ampia di quella che è la situazione presente, nonché per riuscire a capire cosa si può fare adesso con le risorse attuali. L’unica via di partenza è dare spazio all’ascolto, per dare evidenza a quanto hanno vissuto in questi mesi e stanno vivendo in questo momento. Il nostro obiettivo è proseguire nel cammino insieme.
Stiamo suddividendo in piccoli gruppi chi ha scelto di partecipare al percorso, ognuno dei quali è guidato da uno psicologo. Abbiamo preferito gruppi non troppo numerosi (non più di 10 persone) per agevolare la partecipazione attiva e poter dare spazio a tutti, magari composti da persone che si conoscono, o della stessa équipe, affinché in seguito possano proseguire insieme nel percorso per dare continuità al progetto e fiducia al gruppo, diventando volano di una contaminazione costruttiva proiettata verso il futuro”.


Gli operatori socio sanitari sono uno dei perni operativi delle Rsa e delle case di riposo, perché operano, cooperano e collaborano con una molteplicità di colleghi per prestare molteplici servizi agli anziani assistiti. Spesso dimenticati, soprattutto in tempi di coronavirus, il loro carico di lavoro è aumentato. E inevitabilmente, ci possono essere ripercussioni anche dal punto di vista psicologico.

La Residenza Protetta per anziani Cooperativa sociale Itaca del Comune di Sacile (provincia di Pordenone) ha dato vita al progetto “Ascolto e promozione del benessere (ai tempi del Covid19)”, che mette in luce l’esigenza del sostegno psicologico per operatori, Oss e infermieri, che sono impegnati nelle strutture residenziali e semi residenziali gestite dalla cooperativa.

Una misura ancor più importante in Friuli, giacché nella regione autonoma le case di riposo, contrariamente ad altre regioni come il confinante Veneto, non prevedono la presenza di uno psicologo in struttura. La psicologa Laura D'Ospina, impegnata nella Residenza grazie ad uno speciale accordo tra Comune e Itaca, ha così escogitato un progetto su misura per dare supporto ai lavoratori della Cooperativa, estendendolo a tutti i dipendenti che si trovano impegnati nei servizi per gli anziani, sia residenziali sia domiciliari. 

Si tratta di tre sedute di due ore ciascuno, ogni quindici giorni: il primo modulo prevede la raccolta dei bisogni e l’ascolto, dalla condivisione di vissuti e di esperienze; il focus del secondo è sul “dove siamo, come vivo adesso in questa situazione”; mentre il terzo modulo è rivolto al futuro, al “dove vogliamo arrivare”, al fine di pianificare un domani rimanendo ancorati alla realtà. La formazione, assolutamente gratis per tutti coloro che ne faranno parte e ovviamente “non in presenza”, ma attraverso una piattaforma online, sta partendo in questi giorni.

Intervistata da Nordest, la psicologa Laura D'Ospina ha raccontato: "Abbiamo elaborato il progetto per offrire un sostegno ai colleghi che si sono trovati e si trovano a dover affrontare una situazione nuova e poco conosciuta. L'esperienza del lockdown, alla quale tutti eravamo impreparati, è giunta inattesa e ci ha mostrato quanto possa essere importante un supporto psicologico professionale rivolto a chi è impegnato ogni giorno con le persone anziane che vivono in Casa di riposo, a chi si trova a dover affrontare le comprensibili frustrazioni dei familiari costretti a restare lontani dai propri cari, a chi, finito il proprio turno, poi ritorna a casa dalla propria famiglia, e magari fatica a tenere fuori dalla cerchia dei suoi affetti quanto sta vivendo sul luogo di lavoro in termini di emozioni, ansia, paure”.

“Desideriamo - continua la D'Ospina - non solo fornire agli operatori un sostegno psicologico qualificato per costruire insieme una visione condivisa di resilienza, ma anche offrire loro strategie e strumenti per avere una visione più ampia di quella che è la situazione presente, nonché per riuscire a capire cosa si può fare adesso con le risorse attuali. L’unica via di partenza è dare spazio all’ascolto, per dare evidenza a quanto hanno vissuto in questi mesi e stanno vivendo in questo momento. Il nostro obiettivo è proseguire nel cammino insieme.
Stiamo suddividendo in piccoli gruppi chi ha scelto di partecipare al percorso, ognuno dei quali è guidato da uno psicologo. Abbiamo preferito gruppi non troppo numerosi (non più di 10 persone) per agevolare la partecipazione attiva e poter dare spazio a tutti, magari composti da persone che si conoscono, o della stessa équipe, affinché in seguito possano proseguire insieme nel percorso per dare continuità al progetto e fiducia al gruppo, diventando volano di una contaminazione costruttiva proiettata verso il futuro”.