






Smartwatch potrebbe anticipare diagnosi del Parkinson fino a 7 anni prima dei sintomi


I dati raccolti da uno smartwatch potrebbero anticipare la diagnosi del Parkinson fino a sette anni prima dei sintomi, secondo uno studio condotto dal Dementia Research Institute dell'Università di Cardiff nel Regno Unito. Questa scoperta apre la strada a uno screening a basso costo e non invasivo per individuare precocemente la malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.
La malattia di Parkinson è caratterizzata dalla progressiva perdita dei neuroni responsabili del controllo motorio e si manifesta con sintomi come tremori, rigidità muscolare e disturbi motori. Attualmente, la diagnosi viene effettuata quando il processo neurodegenerativo è già in corso da diversi anni, causando danni irreversibili al 50-70% dei neuroni motori.
Secondo la dottoressa Cynthia Sandor, autrice dello studio, "considerando che circa il 30% della popolazione nel Regno Unito indossa smartwatches, questi dispositivi potrebbero offrire un modo economico e affidabile per individuare precocemente il Parkinson". Lo studio ha dimostrato che solo una settimana di dati acquisiti è sufficiente per prevedere eventi fino a sette anni prima dei sintomi. Questi risultati potrebbero portare allo sviluppo di uno strumento di screening prezioso per la diagnosi precoce del Parkinson. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Medicine.
Nello studio, i ricercatori hanno utilizzato l'intelligenza artificiale per analizzare i dati di oltre 103.000 persone che indossavano smartwatch. Grazie a questi dati, i modelli di apprendimento automatico addestrati sono stati in grado di diagnosticare il Parkinson in anticipo rispetto alla diagnosi clinica e con maggior precisione rispetto ai marcatori clinici tradizionali, come quelli basati sullo stile di vita, la genetica, la biochimica del sangue e i sintomi riferiti dai pazienti.
Gli smartwatch hanno monitorato per una settimana determinati parametri come l'accelerazione dei movimenti e la qualità del sonno, consentendo di individuare chi ha probabilità di sviluppare la malattia in futuro. Inoltre, il dispositivo è stato in grado di distinguere il Parkinson da altri disturbi che potrebbero influenzare il movimento. Secondo la dottoressa Kathryn Peall, coautrice dello studio, "questa scoperta è molto importante perché lo screening precoce dei segni di neurodegenerazione patologica legati al Parkinson potrebbe consentire la scoperta di terapie neuroprotettive e/o di studi clinici diretti al loro sviluppo".
L'eventuale comunicazione di una futura diagnosi di Parkinson rimane una scelta individuale e personale, ma questa ricerca apre nuove possibilità per una diagnosi precoce e l'avvio tempestivo di trattamenti e studi clinici.
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