






“Sistema Nazionale di Assistenza-SNA”: la nuova proposta per la riforma del settore della “Long Term Care” in Italia


L’incremento del numero di anziani non autosufficienti in Italia, e l’ormai accertata frammentazione del sistema sanitario nazionale, hanno evidenziato la necessità di istituire con rapidità una riforma politica orientata a garantire e tutelare il benessere degli individui più fragili. A tal proposito, le Organizzazioni aderenti al “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” hanno di recente proposto lo sviluppo di un “Sistema Nazionale di Assistenza-SNA”, in grado di assicurare a tutti i soggetti anziani più in difficoltà efficienti soluzioni assistenziali. La creazione di un Sistema Nazionale di Assistenza, per la riforma del settore della Long Term Care in Italia, ha come scopo ultimo la soddisfazione dei bisogni di un’utenza ormai eterogenea e differenziata: per fornire risposte adeguate alle esigenze multidimensionali, e per incentivare percorsi di assistenza semplici mediante l’erogazione di pacchetti unitari di servizi, risulta necessario superare la frammentazione delle misure, garantendo la tutela pubblica della non autosufficienza. Come affermano le Organizzazioni coinvolte, “occorre fare presto ed unire le forze con l’obiettivo di arrivare ad una riforma, attesa da oltre 20 anni, che sia all’altezza delle esigenze dei 3,8 milioni di anziani non autosufficienti e delle loro famiglie. Siamo all’avvio dell’iter della riforma sulla non autosufficienza, i cui primi atti consisteranno nella presentazione del Disegno di Legge Delega da parte del Governo e nella sua successiva discussione in Parlamento”.
La proposta, finalizzata ad accrescere il welfare del paese, si fonda sull’ideazione dello SNA, Sistema Nazionale di Assistenza per gli anziani: quest’ultimo, che si riferisce a tutte le misure a titolarità pubblica di Stato, Regioni e Comuni dedicate all’assistenza degli anziani Over 65 e dei soggetti non autosufficienti, e che si basa sul finanziamento pubblico dei livelli essenziali (LEA e LEPS), prevede infatti uno stretto coordinamento tra Stato, Regioni e Comuni, con l’obiettivo di definire un percorso unico, chiaro e condiviso per l’integrazione delle prestazioni socio-sanitarie a favore degli ormai quasi quattro milioni di anziani non autosufficienti e delle loro famiglie. Il Sistema Nazionale di Assistenza, che ha il merito di introdurre due importanti novità circa la rimodulazione delle rette a carico degli anziani in presidi residenziali e non residenziali, e l’istituzione di un secondo pilastro integrativo, si fonda su alcuni principi identificativi, come la definizione di un percorso unitario all’interno della rete dei servizi di welfare, la creazione di una rete integrata di risposte, e la puntualizzazione di un sistema multilivello di governance istituzionale.
La riforma, infatti, promuove la nascita di un unico processo di valutazione, definito come “Valutazione Nazionale di Base” (VNB) di titolarità statale, con una successiva valutazione delle Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) territoriali, di titolarità di Regioni e Comuni: l’UVM, che avrà il compito di determinare la possibilità di ricevere gli interventi pubblici per anziani e caregiver, attiverà la procedura per l’elaborazione del progetto assistenziale individualizzato, costruito attraverso lo strumento del budget di salute, in ottica ricompositiva e integrata. Mediante l’incoraggiamento della permanenza degli anziani a domicilio, il progetto auspica la costruzione di nuove soluzioni abitative di servizio e l’istituzione di una “Prestazione Universale per la Non Autosufficienza”, ovvero un contributo economico che assorba l’Indennità di Accompagnamento, e al quale si accede in base e in misura commisurata esclusivamente al bisogno di cura. Cercando di sostenere le famiglie sia dal punto di vista logistico che economico, le Organizzazioni del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” intendono inoltre definire i livelli essenziali in materia sanitaria e sociale per la non autosufficienza, sia in riferimento alle erogazioni (le prestazioni da fornire) che ai processi (i percorsi assistenziali da assicurare). L’assetto di governance istituzionale, che punta a costruire una filiera di risposte differenziate e complementari, ha come obiettivo ultimo la semplificazione delle procedure di accesso per gli anziani all’assistenza pubblica, con la costituzione di efficienti reti integrate (a livello nazionale, regionale e territoriale), lo sviluppo di un sistema informativo per la non autosufficienza e la realizzazione di una griglia fabbisogni-risposte in grado di mettere a confronto i diversi profili assistenziali degli anziani e gli interventi ricevuti.
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