






Rivalsa sui contributi erogati per integrare la retta della RSA: il Comune può esercitarla?


Buongiorno, chiedo scusa per il disturbo, ma desidero sottoporre alla vostra attenzione e cortesia una domanda. Ho una madre 88enne gravemente invalida da diversi anni, con accompagnamento e con decadimento cognitivo moderato. Io ho 62 anni, sono portatore di Invalidità al 70% ma in peggioramento, sono senza lavoro e pertanto senza reddito da sedici anni, ed ho recentemente venduto la mia casa personale per poter continuare a vivere. Ora abito nella casa che mi vide bambino con i miei genitori e nella quale mi sono trasferito molti anni fa per fare da caregiver familiare a mia mamma fino all’aprile scorso, momento in cui l’ho ricoverata in una RSA in Provincia di Pavia. Ho scelto questa zona perché qui le rette delle strutture sono particolarmente economiche, non potendo permettermi i costi di Milano. Ma in luglio ho dovuto portarla via da questa Casa di Riposo perché versava in gravi condizioni a causa di una assistenza non adeguata. Ora si trova qui vicino a casa in Milano dove pago quasi 3.000 euro al mese, per circa la metà coperti dalla pensione e accompagnamento di mia mamma, il rimanente è a carico mio ma costituisce, nella mia situazione, un esborso di denaro insostenibile. Una decina d’anni fa circa mi rivolsi all’Assistente Sociale di zona per avere informazioni in merito ad un aiuto, la stessa mi ha sempre detto che nel momento in cui avessi ricoverato mamma in una struttura in città, avrei potuto godere di un Contributo Economico ad Integrazione della Retta di Degenza da parte del Comune di Milano, il quale però, quando mia madre verrà a mancare, farà una cosiddetta “Azione di Rivalsa” per riavere indietro tutti i soldi anticipati come Integrazione Retta negli anni di degenza in RSA di mia mamma; soldi che ovviamente dovrò rimborsare io al Comune. Finalmente giungo alla mia richiesta, è vero quanto dice l’Assistente Sociale? Ho parlato con molte persone, portando questa domanda negli angoli più remoti, ma ho raccolto solo molto stupore e nessuna evasione, ed io sto impazzendo nella ricerca di una soluzione. Vi ringrazio infinitamente per la risposta che vorrete gentilmente fornirmi e saluto cordialmente.
Gentile utente,
Abbiamo inoltrato la Sua domanda all’ANMIC – Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili di Milano (specializzata in materia di invalidità) e Le riportiamo di seguito la risposta al quesito.
Effettivamente, con delibera n.2495 del 29.12.2015 il Comune in caso di stato di bisogno fornisce un contributo per la degenza in RSA.
E ciò anche in presenza di un "patrimonio immobiliare non immediatamente utilizzabile per il supporto economico all'inserimento in RSA".
E' anche vero quanto riferisce l'Assistente Sociale, e cioè che il Comune si riserva il diritto di rivalsa sul patrimonio immobiliare, sia in caso di vendita sia in caso di successione.
Quanto alle legittimità dell'azione di rivalsa, dipende dalla situazione della signora.
In sostanza, se il ricovero ha natura prevalentemente sanitaria (nel senso che la signora - ad esempio - non è in grado di nutrirsi da sola, ha bisogno di costante assistenza medica, ecc.) ci sono sentenze che dicono che l'intera retta deve essere sostenuta dal SSN.
Quindi la situazione va valutata caso per caso.
Il certo è che il Comune fornisce questo contributo.
L'utente, per avere i dettagli può rivolgersi allo Sportello Disabilità presente in Regione oppure direttamente in Anmic.
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