






Ogni vita è un capolavoro: a Treviso i malati di Alzheimer interpretano i capolavori dell’arte


Si è appena conclusa una delle prime tappe della mostra itinerante dal titolo ‘Ogni vita è un capolavoro’, curata dall’ISRAA (Istituti per i servizi di ricovero e assistenza agli anziani) di Treviso e ospitata dal 12 novembre al 8 dicembre nelle sale di Palazzo 300. Il progetto della mostra nasce in occasione della prima edizione dell’Alzheimer Fest che si è svolto a Gavirate (VA) nel 2017, e durante il prossimo anno sarà ospitata in altre città italiane.
L’obiettivo della mostra è quello di restituire dignità alle vite degli anziani malati di Alzheimer ospitati nelle case di riposo, ma anche quello di sfatare il luogo comune che vede le residenze per anziani come luoghi tristi, legati esclusivamente alle idee di sofferenza e morte. L’idea è quella di promuovere una nuova cultura dell’invecchiamento, che sappia valorizzare l’umanità degli ospiti delle strutture per anziani e che metta al centro prima di tutto la persona e non il malato.
Per realizzare questo scopo, la casa di riposo Menegazzi di Treviso si è trasformata, tra il giugno e l’agosto del 2018, in un vero e proprio set fotografico. I fotografi professionisti Bruno de Martin e Roberto Volpin, coadiuvati dagli operatori e dai volontari che operano presso la struttura, hanno reintrepretato 33 grandi capolavori della storia dell’arte, da Vermeer a Caravaggio, passando per Botticelli e Van Gogh.
Per allestire il set fotografico, e in particolare per realizzare scenografie e costumi, sono stati utilizzati materiali di riciclo a disposizione della casa di riposo e oggetti recuperati dagli operatori coinvolti nel progetto, ma è anche coinvolta una compagnia teatrale locale. Il backstage della mostra è stata quindi l’occasione anche per stimolare la creatività dei partecipanti.
La realizzazione dei ritratti ha coinvolto 41 anziani ospiti della struttura, che hanno partecipato con entusiasmo al progetto, impegnandosi a studiare e ad interpretare al meglio l’opera d’arte per cui hanno posato. La scelta degli attori non è stata casuale. Ciascun modello è stato selezionato sulla base del proprio aspetto fisico, dei tratti espressivi del volto e dell’atteggiamento, per rispecchiare al meglio le caratteristiche dell’opera originale, e il risultato sorprende per la raffinatezza espressiva.
I modelli raffigurati nei ritratti sono anziani affetti da demenza senile: alcuni di essi sono malati di Alzheimer, altri hanno il morbo di Parkinson e ciascuno ha un diverso grado autonomia. Ma la cosa più importante, aldilà della propria condizione di malato, è che ognuno di questi volti esprime la propria individualità e umanità. “Se non riuscirete a distinguere le loro malattie – afferma il diretto dell’ISRAA Giorgio Pavan – ecco, allora avremo raggiunto il nostro obiettivo”.
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