






Neurostimolatore innovativo impiantato per la prima volta in Italia su un paziente affetto da Parkinson


In Italia è stato impiantato per la prima volta un dispositivo di ultima generazione per la neurostimolazione profonda, promettendo di ottimizzare la terapia e migliorare la vita dei pazienti affetti da Parkinson. L'intervento, eseguito a inizio gennaio dall'Irccs dell'azienda Usl di Bologna, coinvolgeva un paziente di 66 anni della zona. L'Irccs è diventato centro pilota per questa tecnologia innovativa all'inizio dell'anno, secondo una nota dell'azienda sanitaria.
La neurostimolazione cerebrale profonda viene proposta a pazienti che, nonostante rispondano alla terapia farmacologica, soffrono di fluttuazioni giornaliere che compromettono la loro qualità di vita. Questo trattamento, riservato a individui con specifiche caratteristiche, comporta l'impianto di uno stimolatore che, attraverso elettrodi, stimola i nuclei profondi del cervello con corrente elettrica, migliorando i sintomi e la qualità di vita. La stimolazione di specifiche regioni cerebrali blocca i segnali responsabili dei sintomi motori invalidanti del Parkinson, consentendo a molte persone di ottenere un migliore controllo sui movimenti.
Ciò che rende unico questo intervento è il sofisticato dispositivo, capace di stimolare il 'nucleo target' e registrare in tempo reale la sua attività, permettendo ai clinici di monitorare i risultati della terapia in modo preciso e ottimizzarla tempestivamente in base alla risposta di ciascun paziente. Inoltre, essendo un dispositivo ricaricabile, lo stimolatore - solitamente impiantato sotto la pelle nella gabbia toracica - ha una durata maggiore, evitando la necessità di ulteriori interventi per la sostituzione della batteria nel tempo.
Una neurostimolazione più accurata e un dispositivo più durevole, grazie a un sistema di ricarica Bluetooth autonomo per il paziente, migliorano significativamente la qualità di vita dei malati.
All'Irccs Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna sono seguiti circa 4.000 pazienti con Parkinson, in un centro di terzo livello che comprende una rete di neurologi territoriali e una rete di professionisti multispecialistici dedicati alla gestione del paziente in base alle sue specifiche esigenze.
I pazienti idonei all'intervento di neurostimolazione profonda vengono ricoverati presso l'unità operativa Neuromet, dove vengono sottoposti a esami clinici e strumentali per escludere controindicazioni e valutare il rischio anestesiologico. Per i pazienti considerati idonei, dopo una discussione in team multidisciplinare, vengono programmati i ricoveri per l'impianto del dispositivo medico innovativo. Dopo l'impianto dello stimolatore, i pazienti sono seguiti da vicino in un ambulatorio dedicato durante i primi mesi post-operatori.
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