Salute e benessere

Neuroni più grandi. Potrebbe essere questo il segreto dei super anziani

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12 Ottobre 2022

La scienza sembra avere una risposta per capire quegli anziani che non soffrono di Alzheimer, e che allo stesso tempo che mantengono una memoria d'acciaio anche dopo gli 80 anni, i cosiddetti "super-anziani": avrebbero neuroni in salute e più grandi del normale. Lo dice una ricerca pubblicata su The Journal of Neuroscience dalla Northwestern University, negli Stati Uniti.

La ricercatrice Tamar Gefen spiega che "per capire come mai alcune persone non sviluppano l'Alzheimer, è importante studiare il cervello dei super-anziani post-mortem". Il suo gruppo di ricercatori ha analizzato sei cervelli donati alla scienza, in particolare una regione chiave per la memoria e una delle prime ad essere colpite dall'Alzheimer, la corteccia entorinale.

La corteccia entorinale è una porzione composta da sei strati di neuroni, ciascuno sovrapposto agli altri. In particolare, il secondo strato è una posizione cruciale per il circuito di memoria, in quanto riceve informazioni dagli altri centri. Gli scienziati hanno scoperto che, nei super-anziani, questo secondo strato è composto da neuroni più grandi e più sani di quelli visti in altri anziani della stessa fascia di età, nelle persone che soffrono di Alzheimer e persino nelle persone di età compresa tra i 20  e i 30 anni. .

Un altro fattore importante che potrebbe spiegare perché i super neuroni mantengono la loro integrità strutturale è che non hanno i grovigli di proteina tau che si formano normalmente con l'invecchiamento e nell'Alzheimer.

"In questo studio mostriamo che, nell'Alzheimer, il restringimento dei neuroni (atrofia) nella corteccia entorinale sembra essere un marcatore caratteristico della malattia. Sospettiamo che questo processo sia una conseguenza della formazione dei grovigli di tau nelle cellule, che determina un calo della memoria in età avanzata. Individuare questo fattore è fondamentale per l'identificazione precoce dell'Alzheimer, il monitoraggio del suo decorso e il trattamento", aggiunge Gefen.

Sempre secondo la ricercatrice, è possibile che i super neuroni siano presenti nel cervello degli individui sin dalla nascita. Potrebbero quindi essere utilizzati per riconoscere coloro che hanno il potenziale per diventare un giorno un super-anziano.



La scienza sembra avere una risposta per capire quegli anziani che non soffrono di Alzheimer, e che allo stesso tempo che mantengono una memoria d'acciaio anche dopo gli 80 anni, i cosiddetti "super-anziani": avrebbero neuroni in salute e più grandi del normale. Lo dice una ricerca pubblicata su The Journal of Neuroscience dalla Northwestern University, negli Stati Uniti.

La ricercatrice Tamar Gefen spiega che "per capire come mai alcune persone non sviluppano l'Alzheimer, è importante studiare il cervello dei super-anziani post-mortem". Il suo gruppo di ricercatori ha analizzato sei cervelli donati alla scienza, in particolare una regione chiave per la memoria e una delle prime ad essere colpite dall'Alzheimer, la corteccia entorinale.

La corteccia entorinale è una porzione composta da sei strati di neuroni, ciascuno sovrapposto agli altri. In particolare, il secondo strato è una posizione cruciale per il circuito di memoria, in quanto riceve informazioni dagli altri centri. Gli scienziati hanno scoperto che, nei super-anziani, questo secondo strato è composto da neuroni più grandi e più sani di quelli visti in altri anziani della stessa fascia di età, nelle persone che soffrono di Alzheimer e persino nelle persone di età compresa tra i 20  e i 30 anni. .

Un altro fattore importante che potrebbe spiegare perché i super neuroni mantengono la loro integrità strutturale è che non hanno i grovigli di proteina tau che si formano normalmente con l'invecchiamento e nell'Alzheimer.

"In questo studio mostriamo che, nell'Alzheimer, il restringimento dei neuroni (atrofia) nella corteccia entorinale sembra essere un marcatore caratteristico della malattia. Sospettiamo che questo processo sia una conseguenza della formazione dei grovigli di tau nelle cellule, che determina un calo della memoria in età avanzata. Individuare questo fattore è fondamentale per l'identificazione precoce dell'Alzheimer, il monitoraggio del suo decorso e il trattamento", aggiunge Gefen.

Sempre secondo la ricercatrice, è possibile che i super neuroni siano presenti nel cervello degli individui sin dalla nascita. Potrebbero quindi essere utilizzati per riconoscere coloro che hanno il potenziale per diventare un giorno un super-anziano.


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