Costume e Società

Lombardia: la mancanza di medici di base potrebbe essere sopperita dalle RSA

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22 Dicembre 2022

La carenza di medici di base in alcune regioni del Paese è un fatto ben noto da molto tempo. Entrano in scena, poi, le Rsa, che sarebbero pronte a curare i pazienti anziani cronici in assenza dei medici di famiglia. “Vogliamo essere di supporto alla medicina del territorio”.

Il progetto, infatti, prevede che i gap che si creano nel turnover tra i medici vengano colmati dalle residenze sanitarie per la cura degli anziani. “Se i bambini hanno un pediatra di libera scelta, perché i ‘nonni’ non possono avere un geriatra o un altro medico che si prenda cura di loro?’, è ciò che interroga Stefania Pozzati, direttore sociale di Fondazione Sacra Famiglia, che ha scritto il progetto insieme a Alfonso Mercuri (Asp Voghera) e Giuliano Stocchero (Fondazione Casa di Riposo di Asola), con il supporto di Emanuela Foglia (Università Carlo Cattaneo – Liuc di Castellanza)

L'idea nasce dall'analisi della situazione socio-sanitaria in Lombardia. “La popolazione ultra 65enne della Lombardia è pari al 23,16 per cento. Entro il 2050 la proporzione tenderà a raddoppiare” spiegano i relatori nel documento di presentazione. Allo stesso tempo, aumentano i pazienti con malattie croniche e degenerative e diminuiscono i medici di base. In uno scenario del genere, le RSA potrebbero quindi assumere un nuovo ruolo. “Nella fase sperimentale è previsto il coinvolgimento degli utenti già in carico in regime domiciliare. Dobbiamo valutare bene qual è l’impegno che verrà richiesto ai medici, in termini di tempo ed energie”, dichiara Pozzati. 


La carenza di medici di base in alcune regioni del Paese è un fatto ben noto da molto tempo. Entrano in scena, poi, le Rsa, che sarebbero pronte a curare i pazienti anziani cronici in assenza dei medici di famiglia. “Vogliamo essere di supporto alla medicina del territorio”.

Il progetto, infatti, prevede che i gap che si creano nel turnover tra i medici vengano colmati dalle residenze sanitarie per la cura degli anziani. “Se i bambini hanno un pediatra di libera scelta, perché i ‘nonni’ non possono avere un geriatra o un altro medico che si prenda cura di loro?’, è ciò che interroga Stefania Pozzati, direttore sociale di Fondazione Sacra Famiglia, che ha scritto il progetto insieme a Alfonso Mercuri (Asp Voghera) e Giuliano Stocchero (Fondazione Casa di Riposo di Asola), con il supporto di Emanuela Foglia (Università Carlo Cattaneo – Liuc di Castellanza)

L'idea nasce dall'analisi della situazione socio-sanitaria in Lombardia. “La popolazione ultra 65enne della Lombardia è pari al 23,16 per cento. Entro il 2050 la proporzione tenderà a raddoppiare” spiegano i relatori nel documento di presentazione. Allo stesso tempo, aumentano i pazienti con malattie croniche e degenerative e diminuiscono i medici di base. In uno scenario del genere, le RSA potrebbero quindi assumere un nuovo ruolo. “Nella fase sperimentale è previsto il coinvolgimento degli utenti già in carico in regime domiciliare. Dobbiamo valutare bene qual è l’impegno che verrà richiesto ai medici, in termini di tempo ed energie”, dichiara Pozzati.