Costume e Società

Le indagini a Milano: al Pio Albergo Trivulzio polmoniti già dall’inizio dell’anno

alt_text
20 Aprile 2020

Proseguono senza sosta le indagini sulla drammatica vicenda dei numerosi decessi che si sono verificati tra gli anziani ospiti del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Il pool di investigatori guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, ha sequestrato negli uffici della struttura un enorme quantità di documenti ora al vaglio degli inquirenti per verificare cosa si sarebbe potuto evitare.

Dal primo esame delle cartelle cliniche nelle mani della magistratura, emerge che al Trivulzio fossero ricoverati pazienti con sintomi da insufficienza respiratoria e polmonite fin dai primi giorni di gennaio, ben prima, dunque, dei trasferimenti in RSA dei pazienti provenienti dagli ospedali durante l’epidemia, che sono avvenuti tra l’8 e il 13 marzo. Gli inquirenti stanno infatti esaminando tutte le cartelle cliniche a partire da quelle del mese di gennaio, con riferimento ai decessi, ai nuovi ingressi nella struttura e ai pazienti in condizioni più gravi, ma che, contrariamente alle indicazioni regionali, sono stati curati nella struttura e non indirizzati ai pronto soccorso.

La magistratura, che ora indaga nei confronti del Direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio, per i reati di omicidio colposo plurimo ed epidemia colposa, deve ora valutare tutti gli elementi per stabilire eventuali responsabilità riguardo ai fatti accaduti. Tra gli atti in esame, anche numerose richieste di fornitura di dispositivi di protezione individuali, che i vertici della struttura hanno rivolto alla Centrale regionale di committenza (Aria spa) e ad altri operatori del settore, ma che sarebbero rimaste prive di riscontro. 

In un documento del 19 marzo, infatti, il Trivulzio evidenziava le difficoltà riscontrate reperimento delle mascherine presso la centrale altre società contattate, ma di aver infine individuato un’azienda fornitrice a cui ordinare l’acquisto di una fornitura di dpi. La procura indaga inoltre sulla delibera regionale dell’8 marzo, con cui la Regione istituiva la ‘Centrale Unica Regionale Dimissione Post Ospedaliera’ per il trasferimento dei pazienti Covid dagli ospedali alle RSA e ne affidava la gestione al Pio Albergo Trivulzio in coordinamento con l’Unità di crisi regionale. Ma la relazione definitiva su questo punto potrà essere resa nota solo al termine delle ispezioni ministeriali ancora in corso.

Proseguono senza sosta le indagini sulla drammatica vicenda dei numerosi decessi che si sono verificati tra gli anziani ospiti del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Il pool di investigatori guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, ha sequestrato negli uffici della struttura un enorme quantità di documenti ora al vaglio degli inquirenti per verificare cosa si sarebbe potuto evitare.

Dal primo esame delle cartelle cliniche nelle mani della magistratura, emerge che al Trivulzio fossero ricoverati pazienti con sintomi da insufficienza respiratoria e polmonite fin dai primi giorni di gennaio, ben prima, dunque, dei trasferimenti in RSA dei pazienti provenienti dagli ospedali durante l’epidemia, che sono avvenuti tra l’8 e il 13 marzo. Gli inquirenti stanno infatti esaminando tutte le cartelle cliniche a partire da quelle del mese di gennaio, con riferimento ai decessi, ai nuovi ingressi nella struttura e ai pazienti in condizioni più gravi, ma che, contrariamente alle indicazioni regionali, sono stati curati nella struttura e non indirizzati ai pronto soccorso.

La magistratura, che ora indaga nei confronti del Direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio, per i reati di omicidio colposo plurimo ed epidemia colposa, deve ora valutare tutti gli elementi per stabilire eventuali responsabilità riguardo ai fatti accaduti. Tra gli atti in esame, anche numerose richieste di fornitura di dispositivi di protezione individuali, che i vertici della struttura hanno rivolto alla Centrale regionale di committenza (Aria spa) e ad altri operatori del settore, ma che sarebbero rimaste prive di riscontro. 

In un documento del 19 marzo, infatti, il Trivulzio evidenziava le difficoltà riscontrate reperimento delle mascherine presso la centrale altre società contattate, ma di aver infine individuato un’azienda fornitrice a cui ordinare l’acquisto di una fornitura di dpi. La procura indaga inoltre sulla delibera regionale dell’8 marzo, con cui la Regione istituiva la ‘Centrale Unica Regionale Dimissione Post Ospedaliera’ per il trasferimento dei pazienti Covid dagli ospedali alle RSA e ne affidava la gestione al Pio Albergo Trivulzio in coordinamento con l’Unità di crisi regionale. Ma la relazione definitiva su questo punto potrà essere resa nota solo al termine delle ispezioni ministeriali ancora in corso.