L’Alzheimer in tempo di contagio: il convegno sulla cura a distanza dell’Istituto Fatebenefratelli di Genzano

alt_text
29 Novembre 2021

L’emergenza sanitaria Covid-19 ha inevitabilmente stravolto la quotidianità di ciascun individuo: attraverso restrizioni e limitazioni, la pandemia ha profondamente modificato abitudini e stili di vita, costringendo l’uomo a cambiare nel tempo comportamenti ed azioni. Anche in ambito sanitario ed assistenziale, le severe limitazioni imposte dal governo a tutela dei più fragili hanno condotto il personale medico a modificare programmi e metodi, spostando, o talvolta cancellando, visite, esami, controlli e terapie: i disagi hanno spesso riguardato anche gli anziani, che colpiti da malattie più invalidanti, hanno dovuto subire le conseguenze di ritardi e difficoltà. 

Al fine di garantire la vasta rete di servizi a supporto della popolazione anziana colpita da demenza ed Alzheimer, però, l’Istituto San Giovanni di Dio Fatebenefratelli ha promosso la nascita di un innovativo sistema di cura a distanza. Nella giornata di lunedì 29 novembre, infatti, presso il celebre istituto di Genzano di Roma, si è terrà il convegno “La malattia di Alzheimer al tempo di contagio: l’unione fa la forza”; il Dottor Massimo Marianetti presenterà i progetti Pad (progetto a distanza telematico), Memofilm e Cogni-train
Mediante l’uso di diapositive in Power point inviate ai famigliari, i pazienti hanno la possibilità di interagire con il computer attraverso una tastiera modificata: tramite apposite schede con feedback inviate direttamente a medici ed infermieri, questi ultimi hanno l’occasione di valutare a distanza il mantenimento delle funzioni cognitive dei propri pazienti, o individuare se nel tempo si sta assistendo ad un miglioramento o peggioramento delle condizioni fisiche e psichiche. I partecipanti al nuovo metodo Cogni-train sono circa un centinaio, mentre il sistema Pad, più vecchio e conosciuto, vanta l’adesione di circa un migliaio di persone. 

Il convegno, che rappresenterà un importante palcoscenico per la promozione di questa iniziativa, permetterà al personale medico di presentare e promuovere anche un altro interessante progetto, denominato “Masterchef Alzheimer”: una gara di cucina che si inserisce nelle terapie occupazionali della struttura, e rappresenta una novità assoluta ed originale. Il modulo Alzheimer dell’Istituto Fatebenefratelli è in grado di supportare 25/30 persone con demenza: dopo un ricovero iniziale di circa tre mesi, l’obiettivo è di favorire il rientro nella propria residenza, dove l’assistenza medica può continuare anche a distanza tramite le applicazioni digitali ed i sistemi informatici all’avanguardia.

L’insieme di queste nuove tecniche ha avuto il merito di favorire nel periodo della pandemia la continuità ed il proseguimento delle cure: in una situazione di rischio e di grande pericolo, la priorità era quella di non assistere ad un decadimento dei soggetti più fragili, al fine di limitarne il peggioramento clinico. Con la speranza che questo progetto sperimentale possa continuare, e che la lotta contro la demenza senile possa portare a grandiose scoperte, ci si augura che tutte queste iniziative mediche abbiano la possibilità di estendersi sempre più, per permettere a tutti i malati una rete di servizi validi ed efficienti capaci di potenziare giorno dopo giorno la loro salute.


L’emergenza sanitaria Covid-19 ha inevitabilmente stravolto la quotidianità di ciascun individuo: attraverso restrizioni e limitazioni, la pandemia ha profondamente modificato abitudini e stili di vita, costringendo l’uomo a cambiare nel tempo comportamenti ed azioni. Anche in ambito sanitario ed assistenziale, le severe limitazioni imposte dal governo a tutela dei più fragili hanno condotto il personale medico a modificare programmi e metodi, spostando, o talvolta cancellando, visite, esami, controlli e terapie: i disagi hanno spesso riguardato anche gli anziani, che colpiti da malattie più invalidanti, hanno dovuto subire le conseguenze di ritardi e difficoltà. 

Al fine di garantire la vasta rete di servizi a supporto della popolazione anziana colpita da demenza ed Alzheimer, però, l’Istituto San Giovanni di Dio Fatebenefratelli ha promosso la nascita di un innovativo sistema di cura a distanza. Nella giornata di lunedì 29 novembre, infatti, presso il celebre istituto di Genzano di Roma, si è terrà il convegno “La malattia di Alzheimer al tempo di contagio: l’unione fa la forza”; il Dottor Massimo Marianetti presenterà i progetti Pad (progetto a distanza telematico), Memofilm e Cogni-train
Mediante l’uso di diapositive in Power point inviate ai famigliari, i pazienti hanno la possibilità di interagire con il computer attraverso una tastiera modificata: tramite apposite schede con feedback inviate direttamente a medici ed infermieri, questi ultimi hanno l’occasione di valutare a distanza il mantenimento delle funzioni cognitive dei propri pazienti, o individuare se nel tempo si sta assistendo ad un miglioramento o peggioramento delle condizioni fisiche e psichiche. I partecipanti al nuovo metodo Cogni-train sono circa un centinaio, mentre il sistema Pad, più vecchio e conosciuto, vanta l’adesione di circa un migliaio di persone. 

Il convegno, che rappresenterà un importante palcoscenico per la promozione di questa iniziativa, permetterà al personale medico di presentare e promuovere anche un altro interessante progetto, denominato “Masterchef Alzheimer”: una gara di cucina che si inserisce nelle terapie occupazionali della struttura, e rappresenta una novità assoluta ed originale. Il modulo Alzheimer dell’Istituto Fatebenefratelli è in grado di supportare 25/30 persone con demenza: dopo un ricovero iniziale di circa tre mesi, l’obiettivo è di favorire il rientro nella propria residenza, dove l’assistenza medica può continuare anche a distanza tramite le applicazioni digitali ed i sistemi informatici all’avanguardia.

L’insieme di queste nuove tecniche ha avuto il merito di favorire nel periodo della pandemia la continuità ed il proseguimento delle cure: in una situazione di rischio e di grande pericolo, la priorità era quella di non assistere ad un decadimento dei soggetti più fragili, al fine di limitarne il peggioramento clinico. Con la speranza che questo progetto sperimentale possa continuare, e che la lotta contro la demenza senile possa portare a grandiose scoperte, ci si augura che tutte queste iniziative mediche abbiano la possibilità di estendersi sempre più, per permettere a tutti i malati una rete di servizi validi ed efficienti capaci di potenziare giorno dopo giorno la loro salute.