






Io sono la mia malattia? Accettazione e consapevolezza nel malato


L’Organizzazione Mondiale della Sanità identifica il concetto di salute come uno stato di benessere che ricopre sia la sfera fisica che quella psichica, ed inoltre considera la salute come un fattore non solo individuale ma anche collettivo, comunitario. L’individuo viene così inteso in tutte le sue tre dimensioni che lo compongono: biologica, mentale e sociale.
Il concetto di salute si differenzia così dalla semplice e consueta definizione di “assenza di sintomi”: ricopre un’accezione del tutto innovativa divenendo un concetto dinamico e in costante cambiamento, di cui anche gli aspetti ambientali ne caratterizzano una parte, al di fuori dell’individuo stesso. Successivamente, la classe mondiale della sanità si è nuovamente interrogata sul concetto di salute, ed è proprio nel 2011 che presenta una nuova definizione della stessa: salute come “la capacità di adattamento e di autogestirsi di fronte alla sfide sociali, fisiche ed emotive”.
Ma cosa significa?
Nell’apportare questa modifica si vuole porre l’attenzione sulla convivenza dell’uomo con la malattia in tutte le varie fasi che la caratterizzano: al centro di tutto viene portata la persona e/o il futuro possibile paziente, che grazie a delle sue caratteristiche specifiche e peculiari ha la possibilità di poter affrontare con un esito positivo la diagnosi di una malattia e disabilità.
Le tre dimensioni che compongono l’individuo divengono così ancor più centrali nella ricerca di un processo che si sviluppa nella definizione tra salute e malattia:
- dimensione biologica: un organismo si può definire “in salute” se capace di conservare un equilibrio di andamento interno nonostante la presenza di varie sollecitazioni fisiologiche. La malattia viene quindi definita come l’incapacità di far fronte a queste sollecitazioni, ricevendo un danno più o meno permanente;
- dimensione psicologica: il senso che caratterizza questa sfera dell’individuo viene definito “di coerenza”, esso rappresenta la capacità di comprendere, dare senso e padroneggiare le situazioni difficili. Corpo e mente sono inscindibili tra loro, ragion per cui l’interazione tra gli stessi condiziona gli altri settori e nel momento in cui compare un pericolo o è percepito come tale modifica le dimensioni dell’individuo;
- infine, la dimensione sociale: questa dimensione coinvolge la partecipazione attiva alla vita sociale e la capacità di vivere con un certo grado di autonomia.
Qui, la salute è vista come un continuo compromesso tra le occasioni e limiti imposti dalla società, tuttavia a volte questo non avviene.
Cosa si vuole evidenziare con tutto questo?
L’arrivo di una diagnosi di malattia, porta con sé la perdita di una parte di se stessi, un lutto, una modifica talvolta permanente della propria persona, che comporta un non - riconoscimento di ciò che sono, o ero. Vulnerabilità, rabbia, confusione e rifiuto divengono così gli attori principali di questo scenario. Vedere il proprio corpo che cambia e con sé anche le abitudini e lo stile di vita può causare paura, ansia, preoccupazione. Diviene fondamentale provare a conoscere quello che del proprio corpo sta vivendo un cambiamento, sta apportando modifiche, così da inserirle passo dopo passo in maniera graduale in una nuova percezione di possibilità e scoperte.
Questo processo di accettazione e consapevolezza risulta arduo e faticoso: quante volte la persona si descrive solamente come la diagnosi della propria malattia, “sono malato, solo questo”. La percezione che il paziente ha di sé dimostra la presenza di un profondo cambiamento nel racconto della propria persona: appare unica la soluzione di riconoscersi attraverso quel sintomo, estromettendo la possibilità di un riconoscimento differente, ricco di diversi toni e colori, con nuove forme e sfumature. Ri-conoscersi in nuovi significati è il passo per l’inizio di un’accettazione di una nuova parte di sé, compresa la malattia.
Alcune malattie non sono però visibili sul corpo esterno ma riguardano ciò che di interno caratterizza la persona. Chi vive vicino a queste persone svolge un ruolo di fondamentale importanza nell’ascolto e nella presenza. Ri-conoscendo insieme una nuova descrizione dell’individuo, e così la possibilità di un nuovo inizio, col fine di valorizzare e portare alla luce ciò che di essenziale c’è: la persona stessa.
Monica Galimberti -
Psicologa Clinica
@monicagalimbertipsi
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