Salute e benessere

Il rischio di caduta nell’anziano: fattori di rischio e prevenzione

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26 Marzo 2014
La caduta di una persona anziana è un evento potenzialmente molto pericoloso che mette a rischio la salute del soggetto e causa ripercussioni economiche e sociali importanti per tutto il nucleo familiare.

Come emerge dai dati ISTAT disponibili su mortalità e morbosità, le cadute rappresentano la prima causa di incidenti domestici e anche la prima causa di ricovero e decesso per incidente domestico. Ogni anno circa il 30% delle persone con più di 65 anni è vittima di una caduta, con un incidenza fra gli anziani che risiedono in strutture circa 2-3 volte superiore rispetto a quelle che avvengono in ambito domestico. A contribuire al fenomeno concorrono sia fattori di rischio fisiologici, legati all’invecchiamento, che fattori di rischio patologici. Con l’età si assiste alla progressiva riduzione di agilità, reattività e coordinazione, oltre che alla riduzione dell’acuità visiva, conseguenza dell’inevitabile peggioramento dei principali apparati. Inoltre, alcune patologie particolarmente diffuse nella popolazione anziana si associano a questi cambiamenti aumentandone la gravità e determinando maggiori fattori di rischio di caduta; tra questi elenchiamo l’artrosi, gli esiti di interventi di protesi, la neuropatia diabetica, le bronco-pneumopatie, il morbo di Parkinson e molte altre…

NewsCorrelate Oltre allo stato di salute anche l’uso di farmaci, le abitudini di vita e la presenza di ostacoli nell’ambiente domestico (tappeti, fili esposti, mobilio) possono aumentare il rischio di caduta. Tra le conseguenze più gravi e frequenti di una caduta vi sono la frattura dell’anca, dell’omero e del polso, i traumi cranici e i traumi spinali; per non parlare delle conseguenze dell’allettamento e dell’immobilità prolungata.
Le linee guida PNLG promosse dall’Istituto Superiore di Sanità stabiliscono i criteri di inclusione e le Scale di valutazione (Tinetti, Berg Balance Scale) per individuare i soggetti a maggiore rischio di caduta.
In accordo con la letteratura scientifica accreditata, le Linee Guida sostengono la necessità di un approccio multidisciplinare per un efficace programma di prevenzione che includa:

- valutazione medica dello stato di salute del soggetto e quantificazione del suo rischio di caduta
- interventi di Terapia Occupazionale sull’ambiente (domestico o in struttura)
- programma fisioterapico di esercizi di prevenzione o riabilitazione

La valutazione medica ha lo scopo di stabilire il rischio caduta nel soggetto e permettere una misurazione quantitativa dei risultati del programma di prevenzione.
L’intervento di terapia occupazionale ha lo scopo di ridurre gli elementi ambientali che possono aumentare il rischio, e modificare abitudini e comportamenti del soggetto, adattandoli e rendendoli più sicuri.
Il programma fisioterapico prevede esercizi volti al miglioramento dell’equilibrio, della deambulazione e al rinforzo muscolare.

I principali studi pubblicati in materia hanno proposto un programma di intervento di 8-12 settimane con una frequenza di 2-3 sedute settimanali, dimostrando un miglioramento della performance motoria, una minore incidenza di cadute e una maggiore fiducia nei mesi successivi al trattamento.La prevenzione delle cadute rimane un tema di grande importanza per tutti coloro che operano quotidianamente con gli anziani: operatori sanitari, familiari, RSA e strutture di lungodegenza.


Dott. Marcello Monetti - Fisioterapista
marcello.monetti@hotmail.it
La caduta di una persona anziana è un evento potenzialmente molto pericoloso che mette a rischio la salute del soggetto e causa ripercussioni economiche e sociali importanti per tutto il nucleo familiare.

Come emerge dai dati ISTAT disponibili su mortalità e morbosità, le cadute rappresentano la prima causa di incidenti domestici e anche la prima causa di ricovero e decesso per incidente domestico. Ogni anno circa il 30% delle persone con più di 65 anni è vittima di una caduta, con un incidenza fra gli anziani che risiedono in strutture circa 2-3 volte superiore rispetto a quelle che avvengono in ambito domestico. A contribuire al fenomeno concorrono sia fattori di rischio fisiologici, legati all’invecchiamento, che fattori di rischio patologici. Con l’età si assiste alla progressiva riduzione di agilità, reattività e coordinazione, oltre che alla riduzione dell’acuità visiva, conseguenza dell’inevitabile peggioramento dei principali apparati. Inoltre, alcune patologie particolarmente diffuse nella popolazione anziana si associano a questi cambiamenti aumentandone la gravità e determinando maggiori fattori di rischio di caduta; tra questi elenchiamo l’artrosi, gli esiti di interventi di protesi, la neuropatia diabetica, le bronco-pneumopatie, il morbo di Parkinson e molte altre…

NewsCorrelate Oltre allo stato di salute anche l’uso di farmaci, le abitudini di vita e la presenza di ostacoli nell’ambiente domestico (tappeti, fili esposti, mobilio) possono aumentare il rischio di caduta. Tra le conseguenze più gravi e frequenti di una caduta vi sono la frattura dell’anca, dell’omero e del polso, i traumi cranici e i traumi spinali; per non parlare delle conseguenze dell’allettamento e dell’immobilità prolungata.
Le linee guida PNLG promosse dall’Istituto Superiore di Sanità stabiliscono i criteri di inclusione e le Scale di valutazione (Tinetti, Berg Balance Scale) per individuare i soggetti a maggiore rischio di caduta.
In accordo con la letteratura scientifica accreditata, le Linee Guida sostengono la necessità di un approccio multidisciplinare per un efficace programma di prevenzione che includa:

- valutazione medica dello stato di salute del soggetto e quantificazione del suo rischio di caduta
- interventi di Terapia Occupazionale sull’ambiente (domestico o in struttura)
- programma fisioterapico di esercizi di prevenzione o riabilitazione

La valutazione medica ha lo scopo di stabilire il rischio caduta nel soggetto e permettere una misurazione quantitativa dei risultati del programma di prevenzione.
L’intervento di terapia occupazionale ha lo scopo di ridurre gli elementi ambientali che possono aumentare il rischio, e modificare abitudini e comportamenti del soggetto, adattandoli e rendendoli più sicuri.
Il programma fisioterapico prevede esercizi volti al miglioramento dell’equilibrio, della deambulazione e al rinforzo muscolare.

I principali studi pubblicati in materia hanno proposto un programma di intervento di 8-12 settimane con una frequenza di 2-3 sedute settimanali, dimostrando un miglioramento della performance motoria, una minore incidenza di cadute e una maggiore fiducia nei mesi successivi al trattamento.La prevenzione delle cadute rimane un tema di grande importanza per tutti coloro che operano quotidianamente con gli anziani: operatori sanitari, familiari, RSA e strutture di lungodegenza.


Dott. Marcello Monetti - Fisioterapista
marcello.monetti@hotmail.it

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