Costume e Società

Anziani e assistenza sanitaria: le parole del Presidente di Anaste sul ruolo chiave delle RSA

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26 Gennaio 2022

Le Rsa, nel corso di questi ultimi anni, hanno subito profonde modifiche, divenendo strutture sanitarie in grado di garantire assistenza continua ai tanti anziani in difficoltà nel nostro paese: sebbene la tipologia degli ospiti sia mutata nel tempo, con pazienti caratterizzati da condizioni mediche più articolate, supporti familiari ridotti e necessità assistenziali più complesse, il personale sanitario è riuscito ad assicurare efficienti cure e attenzioni, capaci di aiutare concretamente la popolazione anziana anche in questo difficile periodo di emergenza sanitaria. Sebastiano Capurso, Presidente di Anaste, Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età, ha illustrato poche settimane fa in un’intervista rilasciata al Magazine Wall Street International il ruolo esercitato dalle Residenze per anziani in questi ultimi mesi di pandemia, riscontrando carenze ma anche riconoscendone il prezioso operato, svolto con meticolosità ed accuratezza da tutto lo staff medico, infermieristico ed assistenziale.

Considerando necessaria una nuova proposta di riforme a livello istituzionale, per riorganizzare l’intero sistema sanitario italiano duramente colpito e sotto pressione, risulta fondamentale implementare nuovi progetti per rendere le Rsa “ospedali di comunità”. Come afferma il Presidente Capurso, “Anaste, unitamente alle altre associazioni datoriali del settore, ha inviato alle istituzioni una serie di proposte concrete e rapidamente realizzabili, considerando che le Rsa sono già oggi i veri “ospedali di comunità”, e possono diventare, con gli investimenti del PNRR, il presidio cardine dell’assistenza territoriale. Il primo passo deve essere allora utilizzare le Rsa, potenziando le strutture esistenti con la digitalizzazione dei processi, migliorando la qualità dell’assistenza con personale più qualificato e motivato, ed infine con la realizzazione al Sud dei posti letto mancanti. Valorizzare il patrimonio di esperienze e competenze esistenti, a supporto del sistema pubblico, sarà possibile anche diversificando l’offerta, con servizi domiciliari e di teleassistenza, con la certezza di realizzare in pochi mesi i risultati previsti per il 2026”.

Mediante l’impegno congiunto di Stato e Imprese, ed attraverso l’introduzione della nuova figura del Garante Regionale della Terza Età, il cui ruolo deve essere valorizzato per garantire trasparenza e controllo delle attività dedicate alla cura e alla gestione degli anziani, sarà possibile giungere ad una riforma attenta e vincente: la pandemia, che ha inevitabilmente causato innumerevoli danni alla sanità italiana, ha costretto lo Stato a rivalutare nel suo insieme le modalità di erogazione delle risorse e dei servizi. 
Oggi, anche grazie alla distribuzione del vaccino e al progresso della medicina, le Rsa sono tornate ad essere luoghi sicuri: incoraggiando il ciclo vaccinale al fine di contenere l’irruenza del virus e limitarne la diffusione, all’interno delle strutture residenziali per anziani sono state adottate differenti misure preventive, con nuove regole rivolte al personale ed ai visitatori, maggiori controlli anti-contagio e un’attività di informazione continua e costante. Le Residenze per anziani, attualmente, sono in grado di assolvere scrupolosamente i propri compiti, nonostante la necessità di supportare nuovi costi dovuti alla pandemia e di sostenere un percorso di aggiornamento professionale del personale. Tuttavia, al fine di consolidare il proprio ruolo nel panorama assistenziale e sanitario, risulta evidente la necessità di ottenere un importante incentivo da parte dello Stato: nel tentativo di adattarsi ad una nuova fascia generazionale di pazienti, caratterizzata da bisogni ed esigenze più specifiche, dove circa il 60% degli ospiti è effetto da demenza a fronte del solo 12% del 2001, è fondamentale inserire l’utilizzo di maggiori risorse, per innalzare complessivamente gli standard delle prestazioni e dei servizi.  
Il Presidente di Anaste, a fronte dell’aumento della popolazione anziana in Italia e nel mondo, ha inoltre evidenziato la condizione di un numero sempre più elevato di anziani soli, bisognosi di un aiuto concreto dalla società: “sono aumentati enormemente gli anziani soli, cioè senza una famiglia di supporto alle spalle, ed affidati quindi totalmente alle Rsa anche per gli aspetti relazionali e sociali, ed è aumentata anche la degenza media, che oggi è raddoppiata rispetto al 2000, passando da tre a sei anni e richiedendo la strutturazione di ulteriori servizi”. 

Lo scorso 2 ottobre, per esprimere profonda gratitudine allo straordinario lavoro svolto dal personale sanitario durante questa emergenza mondiale e sottolineare ancora una volta il ruolo fondamentale di tutti i professionisti coinvolti, Anaste ha promosso la prima “Festa dell’operatore di RSA e di casa di riposo”. Con oltre 4000 attestati sono stati riconosciuti meriti e professionalità di tutti i medici e gli infermieri impegnati quotidianamente nella gestione dei più fragili. Ma l’impegno a sostenere il lavoro degli operatori del settore proseguirà con la trattativa in corso, per il rinnovo del CCNL Anaste, perché il dovuto riconoscimento per il servizio svolto si traduca anche nel miglioramento delle condizioni di lavoro. 

Le Rsa, nel corso di questi ultimi anni, hanno subito profonde modifiche, divenendo strutture sanitarie in grado di garantire assistenza continua ai tanti anziani in difficoltà nel nostro paese: sebbene la tipologia degli ospiti sia mutata nel tempo, con pazienti caratterizzati da condizioni mediche più articolate, supporti familiari ridotti e necessità assistenziali più complesse, il personale sanitario è riuscito ad assicurare efficienti cure e attenzioni, capaci di aiutare concretamente la popolazione anziana anche in questo difficile periodo di emergenza sanitaria. Sebastiano Capurso, Presidente di Anaste, Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età, ha illustrato poche settimane fa in un’intervista rilasciata al Magazine Wall Street International il ruolo esercitato dalle Residenze per anziani in questi ultimi mesi di pandemia, riscontrando carenze ma anche riconoscendone il prezioso operato, svolto con meticolosità ed accuratezza da tutto lo staff medico, infermieristico ed assistenziale.

Considerando necessaria una nuova proposta di riforme a livello istituzionale, per riorganizzare l’intero sistema sanitario italiano duramente colpito e sotto pressione, risulta fondamentale implementare nuovi progetti per rendere le Rsa “ospedali di comunità”. Come afferma il Presidente Capurso, “Anaste, unitamente alle altre associazioni datoriali del settore, ha inviato alle istituzioni una serie di proposte concrete e rapidamente realizzabili, considerando che le Rsa sono già oggi i veri “ospedali di comunità”, e possono diventare, con gli investimenti del PNRR, il presidio cardine dell’assistenza territoriale. Il primo passo deve essere allora utilizzare le Rsa, potenziando le strutture esistenti con la digitalizzazione dei processi, migliorando la qualità dell’assistenza con personale più qualificato e motivato, ed infine con la realizzazione al Sud dei posti letto mancanti. Valorizzare il patrimonio di esperienze e competenze esistenti, a supporto del sistema pubblico, sarà possibile anche diversificando l’offerta, con servizi domiciliari e di teleassistenza, con la certezza di realizzare in pochi mesi i risultati previsti per il 2026”.

Mediante l’impegno congiunto di Stato e Imprese, ed attraverso l’introduzione della nuova figura del Garante Regionale della Terza Età, il cui ruolo deve essere valorizzato per garantire trasparenza e controllo delle attività dedicate alla cura e alla gestione degli anziani, sarà possibile giungere ad una riforma attenta e vincente: la pandemia, che ha inevitabilmente causato innumerevoli danni alla sanità italiana, ha costretto lo Stato a rivalutare nel suo insieme le modalità di erogazione delle risorse e dei servizi. 
Oggi, anche grazie alla distribuzione del vaccino e al progresso della medicina, le Rsa sono tornate ad essere luoghi sicuri: incoraggiando il ciclo vaccinale al fine di contenere l’irruenza del virus e limitarne la diffusione, all’interno delle strutture residenziali per anziani sono state adottate differenti misure preventive, con nuove regole rivolte al personale ed ai visitatori, maggiori controlli anti-contagio e un’attività di informazione continua e costante. Le Residenze per anziani, attualmente, sono in grado di assolvere scrupolosamente i propri compiti, nonostante la necessità di supportare nuovi costi dovuti alla pandemia e di sostenere un percorso di aggiornamento professionale del personale. Tuttavia, al fine di consolidare il proprio ruolo nel panorama assistenziale e sanitario, risulta evidente la necessità di ottenere un importante incentivo da parte dello Stato: nel tentativo di adattarsi ad una nuova fascia generazionale di pazienti, caratterizzata da bisogni ed esigenze più specifiche, dove circa il 60% degli ospiti è effetto da demenza a fronte del solo 12% del 2001, è fondamentale inserire l’utilizzo di maggiori risorse, per innalzare complessivamente gli standard delle prestazioni e dei servizi.  
Il Presidente di Anaste, a fronte dell’aumento della popolazione anziana in Italia e nel mondo, ha inoltre evidenziato la condizione di un numero sempre più elevato di anziani soli, bisognosi di un aiuto concreto dalla società: “sono aumentati enormemente gli anziani soli, cioè senza una famiglia di supporto alle spalle, ed affidati quindi totalmente alle Rsa anche per gli aspetti relazionali e sociali, ed è aumentata anche la degenza media, che oggi è raddoppiata rispetto al 2000, passando da tre a sei anni e richiedendo la strutturazione di ulteriori servizi”. 

Lo scorso 2 ottobre, per esprimere profonda gratitudine allo straordinario lavoro svolto dal personale sanitario durante questa emergenza mondiale e sottolineare ancora una volta il ruolo fondamentale di tutti i professionisti coinvolti, Anaste ha promosso la prima “Festa dell’operatore di RSA e di casa di riposo”. Con oltre 4000 attestati sono stati riconosciuti meriti e professionalità di tutti i medici e gli infermieri impegnati quotidianamente nella gestione dei più fragili. Ma l’impegno a sostenere il lavoro degli operatori del settore proseguirà con la trattativa in corso, per il rinnovo del CCNL Anaste, perché il dovuto riconoscimento per il servizio svolto si traduca anche nel miglioramento delle condizioni di lavoro. 

Case di riposo, rsa e case famiglia