






“Angelo”, l'apparecchio per sentire meglio, sarà prodotto in serie e donato alle Rsa


Dopo aver visitato il suocero 105enne Angelo alla Casa di Riposo di Capriate, sul finire della scorsa estate, Luciano Fumagalli si è accorto della difficoltà di comunicare con lui. Angelo soffre infatti di ipoacusia, e a causa di mascherine e vetri di plexiglass - indispensabili per prevenire il contagio da Covid-19 - aveva problemi a sentire i suoi congiunti.
Luciano Fumagalli non si è perso d'animo e ha comprato alcuni componenti elettronici, al fine di realizzare un prototipo - che ha ribattezzato "Angelo" - per permettere al suocero di poter ascoltare senza problemi figli e parenti.
Come ha raccontato a Elettronica In, "il personale ausiliario della RSA incuriosito da quello strano oggetto (e soprattutto dal coinvolgimento emotivo di Angelo) mi ha chiesto di cosa si trattasse. Gli ho spiegato che, non trovando nulla sul mercato, ho di fatto assemblato un oggetto funzionale alle attuali direttive riguardanti il distanziamento personale, ma che al contempo consentisse di poter dialogare con ospiti della RSA (vedi Angelo) con vari livelli di ipoacusie. Stupiti da tutto ciò hanno chiesto ad una collaboratrice del Direttore Sanitario della RSA di verificare con i propri occhi la gioia di Angelo nel dialogare con i propri figli ed il sottoscritto".
Fin da subito, Luciano Fumagalli ha cercato chi potesse finanziare il progetto per dare ad altri anziani la stessa possibilità. “Non vendo nulla – ha precisato – Mi piacerebbe che il progetto fosse costruito coinvolgendo delle scuole”.
Detto fatto: l’Istituto superiore Afgp Centro Bonsignori di Remedello, nel Bresciano, ha sposato il progetto e farà produrre in serie l’amplificatore Angelo ai suoi studenti. I ragazzi si sono già messi al lavoro e, una volta terminato, gli apparecchi verranno regalati alle Rsa del territorio circostante.
Elettricisti e meccanici si occupano della produzione, mentre ai tecnici multimediali toccherà il compito del marketing e della comunicazione.
“Una bella occasione - è stato il commento dell'istituto - per unire giovani e anziani, due generazioni messe a dura prova dalla pandemia e per crescere in professionalità e umanità”.
Venuto a conoscenza del via libera al progetto, l'inventore Luciano Fumagalli ha raccontato: "Osservare le foto dei ragazzi al lavoro un po’ mi ha commosso. Da mesi i giovani sono additati come irresponsabili o addirittura untori. Vederli a testa bassa sul pezzo è stato bellissimo. E’ un circolo virtuoso, un esempio positivo delle nuove generazioni per contribuire a lenire il disagio delle persone ipoacusiche acuito dal distanziamento sociale imposto".
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