Salute e benessere

Vita più lunga per chi cammina a passo svelto?

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5 Ottobre 2011
Un’andatura veloce è sintomo di lunga vita. A una certa età, infatti, chi cammina velocemente ha maggiori probabilità di vivere più a lungo.

È quanto emerge da uno studio pubblicato su Jama dai ricercatori della University of Pittsburgh, negli USA.
NewsCorrelate La ricerca è stata condotta su 34.485 adulti di età superiore ai 65 anni, osservati per 14 anni, ai quali è stato chiesto di camminare, a passo normale o sul posto, percorrendo una distanza di 6-8 metri.

È stata poi misurata la velocità di andatura dei partecipanti, che nella media si attestava intorno ai 0,92 metri al secondo. Al termine dello studio, è emerso che la differenza di velocità aveva influito sulle probabilità di sopravvivenza di tutti i partecipanti, in particolare degli ultra-settantacinquenni.

A questa età, gli uomini e le donne che camminavano più velocemente, avevano rispettivamente l’87% e il 91% di possibilità in più di restare in vita per altri 10 anni.

Questi risultati sono dovuti al fatto che camminare richiede energia e coordinazione, coinvolge diversi organi, come cuore e polmoni, e i sistemi circolatorio, nervoso e muscolo-scheletrico. Un’andatura lenta può dunque riflettere un problema di salute. Per questo anche all'interno di una casa di riposo, o di una rsa, è importante avere una assistenza costante che non lasci perdere l'abitudine all'anziano.
Un’andatura veloce è sintomo di lunga vita. A una certa età, infatti, chi cammina velocemente ha maggiori probabilità di vivere più a lungo.

È quanto emerge da uno studio pubblicato su Jama dai ricercatori della University of Pittsburgh, negli USA.
NewsCorrelate La ricerca è stata condotta su 34.485 adulti di età superiore ai 65 anni, osservati per 14 anni, ai quali è stato chiesto di camminare, a passo normale o sul posto, percorrendo una distanza di 6-8 metri.

È stata poi misurata la velocità di andatura dei partecipanti, che nella media si attestava intorno ai 0,92 metri al secondo. Al termine dello studio, è emerso che la differenza di velocità aveva influito sulle probabilità di sopravvivenza di tutti i partecipanti, in particolare degli ultra-settantacinquenni.

A questa età, gli uomini e le donne che camminavano più velocemente, avevano rispettivamente l’87% e il 91% di possibilità in più di restare in vita per altri 10 anni.

Questi risultati sono dovuti al fatto che camminare richiede energia e coordinazione, coinvolge diversi organi, come cuore e polmoni, e i sistemi circolatorio, nervoso e muscolo-scheletrico. Un’andatura lenta può dunque riflettere un problema di salute. Per questo anche all'interno di una casa di riposo, o di una rsa, è importante avere una assistenza costante che non lasci perdere l'abitudine all'anziano.

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