Costume e Società

Ospedali affollati nel Lazio: anziani soli, pazienti senza casa o provenienti da altre regioni

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28 Settembre 2022

Sovraffollamento e lunga attesa. Questa è stata la realtà trovata da centinaia di pazienti in cerca di assistenza nei pronto soccorso del Lazio, più precisamente a Roma e provincia, come riporta il Corriere della Sera. La maggior parte dei pazienti che attualmente riempiono gli ospedali sono anziani che aspettano le cure da soli, quando dovrebbero ricevere invece assistenza domiciliare o in strutture specializzate. In attesa di cure ci sono anche pazienti senza domicilio o che provengono da altre regioni e devono sottoporsi a successivi controlli. 

Il numero di posti letto disponibili è tra i motivi della lunga attesa, ma non solo. Paolo Daniele, ex primario del Dipartimento emergenza urgenza a Colleferro, ora in servizio all'ospedale Sandro Pertini di Roma, spiega che un altro aspetto da tenere in considerazione è il lento turnover, con ricoveri eccessivamente lunghi che rendono difficile il ricambio dei pazienti. "Nei reparti di medicina la media regionale è 10.3 su 682 mila 729 giorni di degenza nel 2019, la degenza media in giorni è stabilita in 9,9: al Gemelli è 8,1, all’Umberto I in media dopo 13,8 giorni, al San Camillo 9,8 al Casilino 8,2, al San Giovanni 11,4, al Sant’Andrea 15.3, al Policlinico di Tor Vergata 14,9".

Alla lunga attesa contribuisce anche il fatto che non tutti i pazienti sono in grado di tornare a casa, sia perché non hanno un posto dove vivere, sia perché provengono da fuori regione e devono sottoporsi a diversi esami, ritardando la dimissione. "Attiviamo tutti i meccanismi possibili per poter dimettere, cercando di prevedere al momento dell’ingresso in reparto quale tipo di soluzione alternativa può essere trovata, tenendo conto del contesto familiare e sociale di ogni persona. Ma la richiesta è alta", conclude Paolo Daniele.  


Sovraffollamento e lunga attesa. Questa è stata la realtà trovata da centinaia di pazienti in cerca di assistenza nei pronto soccorso del Lazio, più precisamente a Roma e provincia, come riporta il Corriere della Sera. La maggior parte dei pazienti che attualmente riempiono gli ospedali sono anziani che aspettano le cure da soli, quando dovrebbero ricevere invece assistenza domiciliare o in strutture specializzate. In attesa di cure ci sono anche pazienti senza domicilio o che provengono da altre regioni e devono sottoporsi a successivi controlli. 

Il numero di posti letto disponibili è tra i motivi della lunga attesa, ma non solo. Paolo Daniele, ex primario del Dipartimento emergenza urgenza a Colleferro, ora in servizio all'ospedale Sandro Pertini di Roma, spiega che un altro aspetto da tenere in considerazione è il lento turnover, con ricoveri eccessivamente lunghi che rendono difficile il ricambio dei pazienti. "Nei reparti di medicina la media regionale è 10.3 su 682 mila 729 giorni di degenza nel 2019, la degenza media in giorni è stabilita in 9,9: al Gemelli è 8,1, all’Umberto I in media dopo 13,8 giorni, al San Camillo 9,8 al Casilino 8,2, al San Giovanni 11,4, al Sant’Andrea 15.3, al Policlinico di Tor Vergata 14,9".

Alla lunga attesa contribuisce anche il fatto che non tutti i pazienti sono in grado di tornare a casa, sia perché non hanno un posto dove vivere, sia perché provengono da fuori regione e devono sottoporsi a diversi esami, ritardando la dimissione. "Attiviamo tutti i meccanismi possibili per poter dimettere, cercando di prevedere al momento dell’ingresso in reparto quale tipo di soluzione alternativa può essere trovata, tenendo conto del contesto familiare e sociale di ogni persona. Ma la richiesta è alta", conclude Paolo Daniele.