Costume e Società

Oltre 12 milioni di caregiver in Italia: la maggior parte è donna

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20 Maggio 2022

Con l'aumento della qualità della vita in generale, i progressi della medicina e della cura del corpo, stiamo assistendo a un ulteriore invecchiamento della popolazione, che diventa sempre più anziana. Si stima che nei prossimi 20 anni vedremo un aumento del 63,1% del numero di persone con più di 65 anni in Italia. Un'indagine condotta lo scorso anno dall'Ufficio statistico dell'Unione Europea ha evidenziato che il rapporto tra la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) e quella over 65 in Italia supererà il 50% tra il 2050.

Con l'aumento del numero di anziani, cresce anche il numero delle famiglie che sono chiamate a fornire assistenza ai propri cari che eventualmente abbiano bisogno di maggiori cure. I caregiver sono proprio coloro che offrono aiuto e cura a una persona malata o anziana che non può più provvedere autonomamente ai propri bisogni. Di solito questo lavoro, che può essere molto difficile, sia fisicamente che mentalmente, viene svolto da un membro della famiglia. Si stima che in questo lavoro di cura siano impiegate dalle 20 alle 36 ore settimanali, che, nella maggior parte dei casi, non vengono retribuite.

Chi sono e cosa fanno i caregiver in Italia?


I dati dell’Istat per il 2018 dimostrano che oltre 12 milioni di persone tra i 18 ei 64 anni si dedicano alla cura dei minori di 15 anni o di parenti malati, siano essi disabili o anziani. Il numero rappresenta circa il 34,6% della popolazione. Tra le attività svolte ci sono la cura, il supporto psicologico, la preparazione  e la somministrazione dei pasti, l’aiuto nell’igiene personale e altre attività che una persona disabile o molto anziana non è più in grado di svolgere autonomamente.
Quello che cattura l'attenzione è che la maggior parte dei caregiver in Italia sono donne, di età compresa tra i 45 ei 55 anni. Oltre a prendersi cura dei loro familiari fragili a casa, una parte lavora anche fuori casa. Il 60% di loro, però, è stata costretta a lasciare la propria attività professionale per stare a casa e dedicarsi all'assistenza a tempo pieno. 

Così come il lavoro domestico, che è ancora visto come “naturale” per le donne, il lavoro dei caregiver spesso non viene valorizzato. Per quanto riguarda quest’attività, dal punto di vista normativo, non ci sono molte garanzie, sebbene si tratti di un compito molto impegnativo, che spesso richiede piena dedizione. Nel nostro Paese, il caregiver è tutelato solamente dalla legge 104 del 5 febbraio 1992, che si limita a regolare il lavoro e garantire dei sostegni economici. Trattandosi di un lavoro gravoso, la legge 493/1999 stabilisce che coloro che svolgono esclusivamente quest’attività sono obbligati a tutelarsi con un’assicurazione contro gli infortuni domestici per caregiver.


Con l'aumento della qualità della vita in generale, i progressi della medicina e della cura del corpo, stiamo assistendo a un ulteriore invecchiamento della popolazione, che diventa sempre più anziana. Si stima che nei prossimi 20 anni vedremo un aumento del 63,1% del numero di persone con più di 65 anni in Italia. Un'indagine condotta lo scorso anno dall'Ufficio statistico dell'Unione Europea ha evidenziato che il rapporto tra la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) e quella over 65 in Italia supererà il 50% tra il 2050.

Con l'aumento del numero di anziani, cresce anche il numero delle famiglie che sono chiamate a fornire assistenza ai propri cari che eventualmente abbiano bisogno di maggiori cure. I caregiver sono proprio coloro che offrono aiuto e cura a una persona malata o anziana che non può più provvedere autonomamente ai propri bisogni. Di solito questo lavoro, che può essere molto difficile, sia fisicamente che mentalmente, viene svolto da un membro della famiglia. Si stima che in questo lavoro di cura siano impiegate dalle 20 alle 36 ore settimanali, che, nella maggior parte dei casi, non vengono retribuite.

Chi sono e cosa fanno i caregiver in Italia?


I dati dell’Istat per il 2018 dimostrano che oltre 12 milioni di persone tra i 18 ei 64 anni si dedicano alla cura dei minori di 15 anni o di parenti malati, siano essi disabili o anziani. Il numero rappresenta circa il 34,6% della popolazione. Tra le attività svolte ci sono la cura, il supporto psicologico, la preparazione  e la somministrazione dei pasti, l’aiuto nell’igiene personale e altre attività che una persona disabile o molto anziana non è più in grado di svolgere autonomamente.
Quello che cattura l'attenzione è che la maggior parte dei caregiver in Italia sono donne, di età compresa tra i 45 ei 55 anni. Oltre a prendersi cura dei loro familiari fragili a casa, una parte lavora anche fuori casa. Il 60% di loro, però, è stata costretta a lasciare la propria attività professionale per stare a casa e dedicarsi all'assistenza a tempo pieno. 

Così come il lavoro domestico, che è ancora visto come “naturale” per le donne, il lavoro dei caregiver spesso non viene valorizzato. Per quanto riguarda quest’attività, dal punto di vista normativo, non ci sono molte garanzie, sebbene si tratti di un compito molto impegnativo, che spesso richiede piena dedizione. Nel nostro Paese, il caregiver è tutelato solamente dalla legge 104 del 5 febbraio 1992, che si limita a regolare il lavoro e garantire dei sostegni economici. Trattandosi di un lavoro gravoso, la legge 493/1999 stabilisce che coloro che svolgono esclusivamente quest’attività sono obbligati a tutelarsi con un’assicurazione contro gli infortuni domestici per caregiver.

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