Salute e benessere

Nuova tecnologia per monitorare lo stato di salute degli anziani con più di una malattia

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22 Ottobre 2024

"In Campania stiamo sperimentando le tecnologie da mettere indosso ai pazienti anziani con almeno due patologie croniche, per ricevere automaticamente i loro dati e capire quanto stanno rispettando le cure e come evolvono". Cosí il professore di medicina interna al Policlinico dell'Università Federico II di Napoli, Guido Iaccarino, spiega il progetto Multipatage, che svilupperà e implementerà un programma di intervento intermodale che punta a facilitare la vita di persone anziane che hanno molteplici patologie e hanno bisogno di seguire diverse terapie. Il progetto è sviluppato nelle regioni Piemonte, Liguria, Calabria e Campania ed è finanziato dal Ministero della Salute.

Questa settimana i medici coinvolti nel progetto si sono incontrati a Napoli per fare il punto sul progetto sperimentale, che si conclude nel 2024 e presenta aspetti diversi nelle diverse regioni in cui è in corso. Secondo il professor Iaccarino, in Campania il progetto si inizia con la prescrizione di base per gli anziani over 65 che hanno contemporaneamente più malattie croniche, come l'ipertensione e il diabete, ad esempio. "Il dottore ti dice di smettere di fumare, fare esercizio fisico e dieta. Sul fumo scegli tu, dal dietologo ci vai, il problema è l'attività fisica che in palestra può essere pericolosa, tante volte i pazienti subiscono una crisi ipertensiva in piscina o in palestra. Invece con una specifica app inviamo l'esercizio da fare ogni giorno e dal device che hanno indosso sempre i pazienti sappiamo quanta ne fanno davvero, con quale intensità e che effetto ha sul fisico", spiega il professore.

Un kit tecnologico raccoglie tutti i dati sullo stato di salute del paziente. "Monitoriamo con dei braccialetti parametri tra cui la qualità del sonno, la saturazione periferica, e poi c'è un apparecchio per la pressione, un saturimetro e una bilancia che dà info sulla quantità d'acqua nel corpo e altri dati del genere. Nei diabetici c'è anche una macchinetta per monitorare il glucosio". 

Le piccole apparecchiature tecnologiche costano al Policlinico circa 1.000 euro all'anno per paziente. In Campania ormai vengono testate da 50 pazienti. "Tutti questi dati vengono automaticamente ricevuti dal computer dell'ospedale che li mette in automatica nella cartella clinica. Così saranno disponibili al medico quando il paziente viene al controllo, questo dai primi dati aumenta l'aderenza del paziente all'attività fisica e a un maggiore controllo autonomo quando vive da solo in casa".

In tutto l'Università Federico II di Napoli ha ricevuto investimenti nell'ordine di un milione e centomila euro per la fase sperimentale, che ha già ricevuto reazioni positive da parte dei pazienti. "Sono contenti di essere seguiti sempre. Sanno che vivono esperienze che poi rendono più completa la visita in ambulatorio. Quando gli diamo i device da portarsi a casa, accettano con favore e seguono l'esercizio e le medicine da prendere con maggiore assiduità", racconta Iaccarino. 

I test, che all'inizio avevano subito qualche ritardo a causa del covid, stanno ora procedendo a pieno ritmo. Tuttavia, non sostituiscono la medicina d'urgenza: "Non creiamo un sistema parallelo sul sistema di emergenza, non sarebbe efficace, il pronto soccorso resta la via principale. Ma abbiamo un canale in più, alcune situazioni le conosciamo prima che portino a stati di emergenza. Ad esempio che se i dati mi dicono che un anziano accumula liquido e ha un edema, gli dico vieni al controllo per vedere cosa non va bene. Questa è prevenzione, ma in emergenza resta e serve sempre il pronto soccorso", chiude il professore Iaccarino.

"In Campania stiamo sperimentando le tecnologie da mettere indosso ai pazienti anziani con almeno due patologie croniche, per ricevere automaticamente i loro dati e capire quanto stanno rispettando le cure e come evolvono". Cosí il professore di medicina interna al Policlinico dell'Università Federico II di Napoli, Guido Iaccarino, spiega il progetto Multipatage, che svilupperà e implementerà un programma di intervento intermodale che punta a facilitare la vita di persone anziane che hanno molteplici patologie e hanno bisogno di seguire diverse terapie. Il progetto è sviluppato nelle regioni Piemonte, Liguria, Calabria e Campania ed è finanziato dal Ministero della Salute.

Questa settimana i medici coinvolti nel progetto si sono incontrati a Napoli per fare il punto sul progetto sperimentale, che si conclude nel 2024 e presenta aspetti diversi nelle diverse regioni in cui è in corso. Secondo il professor Iaccarino, in Campania il progetto si inizia con la prescrizione di base per gli anziani over 65 che hanno contemporaneamente più malattie croniche, come l'ipertensione e il diabete, ad esempio. "Il dottore ti dice di smettere di fumare, fare esercizio fisico e dieta. Sul fumo scegli tu, dal dietologo ci vai, il problema è l'attività fisica che in palestra può essere pericolosa, tante volte i pazienti subiscono una crisi ipertensiva in piscina o in palestra. Invece con una specifica app inviamo l'esercizio da fare ogni giorno e dal device che hanno indosso sempre i pazienti sappiamo quanta ne fanno davvero, con quale intensità e che effetto ha sul fisico", spiega il professore.

Un kit tecnologico raccoglie tutti i dati sullo stato di salute del paziente. "Monitoriamo con dei braccialetti parametri tra cui la qualità del sonno, la saturazione periferica, e poi c'è un apparecchio per la pressione, un saturimetro e una bilancia che dà info sulla quantità d'acqua nel corpo e altri dati del genere. Nei diabetici c'è anche una macchinetta per monitorare il glucosio". 

Le piccole apparecchiature tecnologiche costano al Policlinico circa 1.000 euro all'anno per paziente. In Campania ormai vengono testate da 50 pazienti. "Tutti questi dati vengono automaticamente ricevuti dal computer dell'ospedale che li mette in automatica nella cartella clinica. Così saranno disponibili al medico quando il paziente viene al controllo, questo dai primi dati aumenta l'aderenza del paziente all'attività fisica e a un maggiore controllo autonomo quando vive da solo in casa".

In tutto l'Università Federico II di Napoli ha ricevuto investimenti nell'ordine di un milione e centomila euro per la fase sperimentale, che ha già ricevuto reazioni positive da parte dei pazienti. "Sono contenti di essere seguiti sempre. Sanno che vivono esperienze che poi rendono più completa la visita in ambulatorio. Quando gli diamo i device da portarsi a casa, accettano con favore e seguono l'esercizio e le medicine da prendere con maggiore assiduità", racconta Iaccarino. 

I test, che all'inizio avevano subito qualche ritardo a causa del covid, stanno ora procedendo a pieno ritmo. Tuttavia, non sostituiscono la medicina d'urgenza: "Non creiamo un sistema parallelo sul sistema di emergenza, non sarebbe efficace, il pronto soccorso resta la via principale. Ma abbiamo un canale in più, alcune situazioni le conosciamo prima che portino a stati di emergenza. Ad esempio che se i dati mi dicono che un anziano accumula liquido e ha un edema, gli dico vieni al controllo per vedere cosa non va bene. Questa è prevenzione, ma in emergenza resta e serve sempre il pronto soccorso", chiude il professore Iaccarino.