Costume e Società

Invecchiamento in Italia: l'emergenza invisibile degli anziani soli

alt_text
17 Novembre 2023

Le città italiane stanno vivendo una crescita demografica costante, ma c'è una parte della popolazione che resta in gran parte sottovalutata: gli anziani fragili e soli. In questo contributo, ci concentriamo su questo gruppo di persone, spesso invisibili nelle politiche sociali e urbane.

Le statistiche più recenti sulla popolazione italiana rivelano che il numero di persone con più di 74 anni oggi equivale a quello dei bambini e ragazzi fino a 14 anni. A Milano, ad esempio, gli anziani rappresentano il 12% della popolazione totale, circa una persona su otto. Questo gruppo raddoppia se consideriamo le persone nella fascia di età 65-74 anni. Insieme, gli anziani "più giovani" e "meno giovani" costituiscono circa un quarto della popolazione milanese.

Le proporzioni sono simili, se non maggiori, nelle grandi città del nord Italia. A Torino, la quota di popolazione con oltre 74 anni raggiunge il 14%, mentre a Genova e Venezia supera il 15%. La quota di anziani rimane elevata nel centro Italia (15% a Firenze), diminuisce a Roma (12%) e nelle metropoli del sud, dove rappresenta "soltanto" il 10% della popolazione totale.

Le Residenze per Anziani


I soggetti totalmente non autosufficienti, coloro che hanno perso l'autonomia in una o più delle funzioni fondamentali della vita quotidiana (come alzarsi dal letto, vestirsi, andare in bagno e lavarsi, mangiare, muoversi in casa), rappresentano il 5% nella fascia di età compresa tra i 65 e i 74 anni, il 14% nella fascia tra i 75 e gli 84 anni, e addirittura il 41% nella fascia oltre gli 84 anni di età (Istat 2019).

Questo dovrebbe essere il focus delle politiche socio-sanitarie di assistenza, mirate a garantire a queste persone condizioni di vita dignitose, ritardando il più possibile la loro istituzionalizzazione e fornendo l'aiuto domiciliare di cui hanno bisogno. Una volta che non sono più in grado di invecchiare autonomamente a casa propria, queste persone diventano il pubblico anche del poco documentato mondo delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e delle strutture residenziali specializzate nell'accogliere e trattare individui con gravi deficit funzionali o cognitivi.

Questo mondo è stato portato sotto i riflettori durante le prime due ondate della pandemia, a seguito della "strage nascosta" di molti ospiti. Tuttavia, questa strage è stata successivamente contenuta ed evitata grazie all'introduzione dei vaccini e all'implementazione di rigorose misure di isolamento per gli ospiti.


Vita Ristretta


La disabilità rappresenta la parte più evidente e conosciuta del problema, nonostante l'assistenza nel nostro paese sia limitata e di qualità modesta, costringendo le famiglie a gestire autonomamente la situazione o a contribuire al fiorente mercato degli assistenti familiari privati, ancora ampiamente irregolare.

Tuttavia, accanto a coloro che si trovano in uno stato estremo di bisogno, esiste una realtà molto più diffusa tra gli anziani fragili. Queste persone, non necessariamente a causa di patologie invalidanti, ma spesso a causa del peso dell'età, perdono significativi gradi di autonomia, pur mantenendo l'indipendenza nelle funzioni elementari della vita quotidiana.

Magari riescono a mangiare da soli, ma incontrano difficoltà nel cucinare o fare la spesa. Possono muoversi all'interno della propria abitazione con una certa sicurezza, ma trovano difficile uscire, anche solo nel proprio quartiere. Affrontano sfide nella gestione delle cure e della salute, così come nell'amministrazione domestica e nella gestione delle risorse finanziarie, esponendosi al rischio di truffe o inganni di varia natura.

Pur mantenendo legami con i familiari, quando presenti, perdono gradualmente quelli con i loro coetanei, che muoiono o sono colpiti da condizioni simili. Per queste persone, sembra che la realtà circostante, lo spazio effettivamente abitabile e le reti di relazioni, subiscano un restringimento e/o un accorciamento che le rende fruibili solo in determinate condizioni.


Anziani Fragili: Invisibili ma Presenti


Oltre alla disabilità, esiste una realtà diffusa degli anziani fragili, coloro che perdono autonomia a causa dell'età, anche se non necessariamente a causa di patologie invalidanti. Queste persone rimangono spesso invisibili, passando inosservate agli urbanisti e ai policy maker. La loro vita si restringe a casa e al quartiere circostante, mantenendo comunque forti legami con la comunità locale.

La fragilità è una condizione meno definibile e misurabile della disabilità, ma sta emergendo come una sfida significativa. Le persone fragili, non ancora disabili, trascorrono gran parte del loro tempo in casa, uscendo raramente. Questa fetta della popolazione, sebbene relativamente piccola (circa l'1,1% a Milano), richiede ingenti risorse economiche e umane, oltre a spazi adeguati alle loro esigenze. 

Il futuro degli anziani in Italia


Nei prossimi anni, il processo di invecchiamento della popolazione registrerà un aumento significativo, soprattutto con l'ingresso nella fase successiva della vita dei baby boomer nati negli anni Cinquanta e Sessanta. Queste coorti, caratterizzate da una numerosità notevole, presentano livelli di istruzione e reddito superiori rispetto alle generazioni precedenti, adottano stili di vita innovativi, vantano competenze digitali avanzate e intraprendono carriere meno impegnative fisicamente, determinando così aspettative di vita più lunghe.

Per questa considerevole fetta di anziani fragili e praticamente invisibili, la sfida predominante sarà l'invecchiamento in loco, ovvero invecchiare in modo sano nel proprio ambiente domestico. È ampiamente documentato il desiderio diffuso tra gli anziani di rimanere il più possibile autonomi e all'interno delle proprie mura domestiche. L'istituzionalizzazione in strutture di assistenza non è ben vista, viene percepita come l'anticamera della morte, come indicato da uno studio francese rinomato. Anche la coabitazione con i figli, una strategia tradizionalmente adottata in passato, viene respinta sia per evitare di gravare sui figli, sia perché si è orgogliosi di un'indipendenza conquistata che non si vuole abbandonare.

In conclusione, la crescente popolazione di anziani fragili e soli richiederà un'attenzione crescente e politiche mirate per garantire loro una vita dignitosa e sostenibile.


Le città italiane stanno vivendo una crescita demografica costante, ma c'è una parte della popolazione che resta in gran parte sottovalutata: gli anziani fragili e soli. In questo contributo, ci concentriamo su questo gruppo di persone, spesso invisibili nelle politiche sociali e urbane.

Le statistiche più recenti sulla popolazione italiana rivelano che il numero di persone con più di 74 anni oggi equivale a quello dei bambini e ragazzi fino a 14 anni. A Milano, ad esempio, gli anziani rappresentano il 12% della popolazione totale, circa una persona su otto. Questo gruppo raddoppia se consideriamo le persone nella fascia di età 65-74 anni. Insieme, gli anziani "più giovani" e "meno giovani" costituiscono circa un quarto della popolazione milanese.

Le proporzioni sono simili, se non maggiori, nelle grandi città del nord Italia. A Torino, la quota di popolazione con oltre 74 anni raggiunge il 14%, mentre a Genova e Venezia supera il 15%. La quota di anziani rimane elevata nel centro Italia (15% a Firenze), diminuisce a Roma (12%) e nelle metropoli del sud, dove rappresenta "soltanto" il 10% della popolazione totale.

Le Residenze per Anziani


I soggetti totalmente non autosufficienti, coloro che hanno perso l'autonomia in una o più delle funzioni fondamentali della vita quotidiana (come alzarsi dal letto, vestirsi, andare in bagno e lavarsi, mangiare, muoversi in casa), rappresentano il 5% nella fascia di età compresa tra i 65 e i 74 anni, il 14% nella fascia tra i 75 e gli 84 anni, e addirittura il 41% nella fascia oltre gli 84 anni di età (Istat 2019).

Questo dovrebbe essere il focus delle politiche socio-sanitarie di assistenza, mirate a garantire a queste persone condizioni di vita dignitose, ritardando il più possibile la loro istituzionalizzazione e fornendo l'aiuto domiciliare di cui hanno bisogno. Una volta che non sono più in grado di invecchiare autonomamente a casa propria, queste persone diventano il pubblico anche del poco documentato mondo delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e delle strutture residenziali specializzate nell'accogliere e trattare individui con gravi deficit funzionali o cognitivi.

Questo mondo è stato portato sotto i riflettori durante le prime due ondate della pandemia, a seguito della "strage nascosta" di molti ospiti. Tuttavia, questa strage è stata successivamente contenuta ed evitata grazie all'introduzione dei vaccini e all'implementazione di rigorose misure di isolamento per gli ospiti.


Vita Ristretta


La disabilità rappresenta la parte più evidente e conosciuta del problema, nonostante l'assistenza nel nostro paese sia limitata e di qualità modesta, costringendo le famiglie a gestire autonomamente la situazione o a contribuire al fiorente mercato degli assistenti familiari privati, ancora ampiamente irregolare.

Tuttavia, accanto a coloro che si trovano in uno stato estremo di bisogno, esiste una realtà molto più diffusa tra gli anziani fragili. Queste persone, non necessariamente a causa di patologie invalidanti, ma spesso a causa del peso dell'età, perdono significativi gradi di autonomia, pur mantenendo l'indipendenza nelle funzioni elementari della vita quotidiana.

Magari riescono a mangiare da soli, ma incontrano difficoltà nel cucinare o fare la spesa. Possono muoversi all'interno della propria abitazione con una certa sicurezza, ma trovano difficile uscire, anche solo nel proprio quartiere. Affrontano sfide nella gestione delle cure e della salute, così come nell'amministrazione domestica e nella gestione delle risorse finanziarie, esponendosi al rischio di truffe o inganni di varia natura.

Pur mantenendo legami con i familiari, quando presenti, perdono gradualmente quelli con i loro coetanei, che muoiono o sono colpiti da condizioni simili. Per queste persone, sembra che la realtà circostante, lo spazio effettivamente abitabile e le reti di relazioni, subiscano un restringimento e/o un accorciamento che le rende fruibili solo in determinate condizioni.


Anziani Fragili: Invisibili ma Presenti


Oltre alla disabilità, esiste una realtà diffusa degli anziani fragili, coloro che perdono autonomia a causa dell'età, anche se non necessariamente a causa di patologie invalidanti. Queste persone rimangono spesso invisibili, passando inosservate agli urbanisti e ai policy maker. La loro vita si restringe a casa e al quartiere circostante, mantenendo comunque forti legami con la comunità locale.

La fragilità è una condizione meno definibile e misurabile della disabilità, ma sta emergendo come una sfida significativa. Le persone fragili, non ancora disabili, trascorrono gran parte del loro tempo in casa, uscendo raramente. Questa fetta della popolazione, sebbene relativamente piccola (circa l'1,1% a Milano), richiede ingenti risorse economiche e umane, oltre a spazi adeguati alle loro esigenze. 

Il futuro degli anziani in Italia


Nei prossimi anni, il processo di invecchiamento della popolazione registrerà un aumento significativo, soprattutto con l'ingresso nella fase successiva della vita dei baby boomer nati negli anni Cinquanta e Sessanta. Queste coorti, caratterizzate da una numerosità notevole, presentano livelli di istruzione e reddito superiori rispetto alle generazioni precedenti, adottano stili di vita innovativi, vantano competenze digitali avanzate e intraprendono carriere meno impegnative fisicamente, determinando così aspettative di vita più lunghe.

Per questa considerevole fetta di anziani fragili e praticamente invisibili, la sfida predominante sarà l'invecchiamento in loco, ovvero invecchiare in modo sano nel proprio ambiente domestico. È ampiamente documentato il desiderio diffuso tra gli anziani di rimanere il più possibile autonomi e all'interno delle proprie mura domestiche. L'istituzionalizzazione in strutture di assistenza non è ben vista, viene percepita come l'anticamera della morte, come indicato da uno studio francese rinomato. Anche la coabitazione con i figli, una strategia tradizionalmente adottata in passato, viene respinta sia per evitare di gravare sui figli, sia perché si è orgogliosi di un'indipendenza conquistata che non si vuole abbandonare.

In conclusione, la crescente popolazione di anziani fragili e soli richiederà un'attenzione crescente e politiche mirate per garantire loro una vita dignitosa e sostenibile.

Case di riposo, rsa e case famiglia