Salute e benessere

Il ruolo del robot in una struttura assistenziale: Nao, l'amico dei malati di Alzheimer

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3 Maggio 2021

La robotica per l'assistenza agli anziani è un settore ancora in fase di sperimentazione, ma che sta vivendo un fiorente sviluppo, dal punto di vista tecnologico e delle esperienze di utilizzo. I robot possono fornire sia una assistenza fisiologica (movimenti, nutrizioni, igiene) sia supportare nelle attività sociali (comunicazione e compagnia); e persino essere utili per la salute mentale, quando si è di fronte a soggetti affetti da problemi cognitivi o di demenza.

Il piccolo Nao, un umanoide di 50 centimetri, fa parte di quest'ultima categoria: il robot aiuta infatti i malati di Alzheimer de “Il Paese ritrovato”, un villaggio a Monza che accoglie pazienti affetti da questa patologia, grazie a un progetto della cooperativa “La Meridiana”, realizzato in partnership con la Scuola Robotica di Genova e con il sostegno anche di Banca d’Italia. Nonostante l'emergenza pandemica, la sperimentazione è potuta andare avanti e ha ottenuto risultati assai positivi. 

Nao è stato utilizzato dagli operatori in sedute di edutainment - ovvero gioco e supporto cognitivo - per realizzare attività di apprendimento e di rafforzamento della memoria. Il robot è un prototipo estremamente avanzato e propone sei scenari di attività: chiede di presentarsi e racconta di sé. Propone poi di cantare insieme, grazie a un archivio di una decina di brani tradizionali del nostro paese. Ed è inoltre in grado di camminare, di sedersi e di proporre attività motorie semplici come imitare il volo o guidare una macchina o, ancora, altre semplici attività. Nao dispone di 25 gradi di libertà e 7 sensori tattili su testa, mani, piedi, sonar e un’unità inerziale che gli permette di percepire ciò che lo circonda e di orientarsi.

"Abbiamo usato Nao in situazioni di relazione come mezzo per creare atmosfere divertenti. E i residenti hanno risposto in modo positivo sia al gioco, sia all’interazione", ha raccontato a ChiesadiMilano, il portale della Diocesi Ambrosiana, Paola Perfetti, drammateraputa nella struttura. "Le modalità di interazione si sono basate su scenari diversi, veri e propri copioni che prospettavano attività particolari: dalla conoscenza alla musica, dal gioco dei proverbi agli animali – aggiunge -. Abbiamo provato anche l’attività delle ricette. Il robot ne raccontava una e chiedeva agli ospiti di fare altrettanto: un modo per aiutare gli anziani a ricordare il proprio passato. Quando Nao chiedeva loro come stavano, avevamo dato al robot impostazioni che prevedevano alla risposta “non sto bene”, la replica “Allora ti faccio ridere e ti racconto una barzelletta” – racconta Perfetti - Questo ha portato i residenti a umanizzarlo: gli raccontavano storielle, lo trattavano con protezione, mettendogli anche una mano dietro mentre si muoveva come per evitare che cadesse, inventavano storie su chi è…".  

Del resto, Il Paese Ritrovato nel capoluogo brianzolo è davvero un progetto all'avanguardia per i malati di Alzheimer, e non solo per il piccolo robot Nao. Come ha raccontato il direttore Roberto Mauri a Il Giorno: "Il Paese ritrovato è un luogo reale che vuole rallentare il decadimento cognitivo e ridurre al minimo le disabilità nella vita quotidiana, offrendo alla persona residente l'opportunità di continuare a vivere una vita ricca ed adeguata alle sue capacità, ai suoi desideri e ai suoi bisogni. Il villaggio si estende su 3.360 mq con un’area adibita a negozi e luoghi di aggregazione, con vie, piazze, giardinetti, negozi, il teatro, la chiesa, la Pro loco e l’orto. Il Giardino fiorito permette lunghe camminate nel verde e il Giardino degli artisti il riposo in un orto e frutteto".


La robotica per l'assistenza agli anziani è un settore ancora in fase di sperimentazione, ma che sta vivendo un fiorente sviluppo, dal punto di vista tecnologico e delle esperienze di utilizzo. I robot possono fornire sia una assistenza fisiologica (movimenti, nutrizioni, igiene) sia supportare nelle attività sociali (comunicazione e compagnia); e persino essere utili per la salute mentale, quando si è di fronte a soggetti affetti da problemi cognitivi o di demenza.

Il piccolo Nao, un umanoide di 50 centimetri, fa parte di quest'ultima categoria: il robot aiuta infatti i malati di Alzheimer de “Il Paese ritrovato”, un villaggio a Monza che accoglie pazienti affetti da questa patologia, grazie a un progetto della cooperativa “La Meridiana”, realizzato in partnership con la Scuola Robotica di Genova e con il sostegno anche di Banca d’Italia. Nonostante l'emergenza pandemica, la sperimentazione è potuta andare avanti e ha ottenuto risultati assai positivi. 

Nao è stato utilizzato dagli operatori in sedute di edutainment - ovvero gioco e supporto cognitivo - per realizzare attività di apprendimento e di rafforzamento della memoria. Il robot è un prototipo estremamente avanzato e propone sei scenari di attività: chiede di presentarsi e racconta di sé. Propone poi di cantare insieme, grazie a un archivio di una decina di brani tradizionali del nostro paese. Ed è inoltre in grado di camminare, di sedersi e di proporre attività motorie semplici come imitare il volo o guidare una macchina o, ancora, altre semplici attività. Nao dispone di 25 gradi di libertà e 7 sensori tattili su testa, mani, piedi, sonar e un’unità inerziale che gli permette di percepire ciò che lo circonda e di orientarsi.

"Abbiamo usato Nao in situazioni di relazione come mezzo per creare atmosfere divertenti. E i residenti hanno risposto in modo positivo sia al gioco, sia all’interazione", ha raccontato a ChiesadiMilano, il portale della Diocesi Ambrosiana, Paola Perfetti, drammateraputa nella struttura. "Le modalità di interazione si sono basate su scenari diversi, veri e propri copioni che prospettavano attività particolari: dalla conoscenza alla musica, dal gioco dei proverbi agli animali – aggiunge -. Abbiamo provato anche l’attività delle ricette. Il robot ne raccontava una e chiedeva agli ospiti di fare altrettanto: un modo per aiutare gli anziani a ricordare il proprio passato. Quando Nao chiedeva loro come stavano, avevamo dato al robot impostazioni che prevedevano alla risposta “non sto bene”, la replica “Allora ti faccio ridere e ti racconto una barzelletta” – racconta Perfetti - Questo ha portato i residenti a umanizzarlo: gli raccontavano storielle, lo trattavano con protezione, mettendogli anche una mano dietro mentre si muoveva come per evitare che cadesse, inventavano storie su chi è…".  

Del resto, Il Paese Ritrovato nel capoluogo brianzolo è davvero un progetto all'avanguardia per i malati di Alzheimer, e non solo per il piccolo robot Nao. Come ha raccontato il direttore Roberto Mauri a Il Giorno: "Il Paese ritrovato è un luogo reale che vuole rallentare il decadimento cognitivo e ridurre al minimo le disabilità nella vita quotidiana, offrendo alla persona residente l'opportunità di continuare a vivere una vita ricca ed adeguata alle sue capacità, ai suoi desideri e ai suoi bisogni. Il villaggio si estende su 3.360 mq con un’area adibita a negozi e luoghi di aggregazione, con vie, piazze, giardinetti, negozi, il teatro, la chiesa, la Pro loco e l’orto. Il Giardino fiorito permette lunghe camminate nel verde e il Giardino degli artisti il riposo in un orto e frutteto".