Costume e Società

Caregiver familiari e assistenza domiciliare: il punto della situazione in Italia

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28 Marzo 2022

I caregiver familiari, ovvero tutti i genitori, coniugi o figli che si prendono quotidianamente e gratuitamente cura di un familiare malato, rappresentano nella società la più rilevante fonte di appoggio e di sostegno: infatti, grazie alle attenzioni e alle premure che dedicano nella gestione dei propri cari, i caregiver sono divenuti nel tempo un supporto fondamentale per assicurare l’efficacia dell’assistenza domiciliare, volta ad incrementare e migliorare le compromesse condizioni psico-fisiche dei soggetti più fragili. Ad oggi, in Italia, i caregiver sono circa 8,5 milioni, di cui 7 milioni donne e per il 60% disoccupate: il loro ruolo, che ha una rilevanza sociale enorme e indubbia, necessiterebbe di fatto di un maggiore sostegno politico ed istituzionale, con riconoscimenti legislativi più adeguati e congrui.

I caregiver familiari, che investono gran parte delle loro energie nella cura assistenziale dei malati senza retribuzione alcuna, effettuano giornalmente diverse attività, come la somministrazione dei pasti, il sostegno alla deambulazione e la vigilanza farmacologica: attraverso la loro costante presenza, la routine dei familiari può essere gestita senza l’urgenza di ricorrere al ricovero in strutture specializzate o di chiamare figure sociosanitarie esterne. Attualmente, la Legge 104, unico supporto politico in grado di stanziare sussidi economici per l’aiuto dei più fragili, risulta essere uno strumento fortemente inadeguato ed insufficiente, che non riesce a sopperire alle molteplici spese finanziare che un’assistenza di questo tipo tende a richiedere.

In Italia, la maggior parte dei caregiver, per poter vigilare i propri cari durante la giornata, ha di fatto rinunciato anche al lavoro (scelta effettuata da circa il 66% dei caregiver), perdendo così stipendi ed agevolazioni di rilievo: al momento, solo poche in regioni italiane hanno ottenuto validi strumenti legislativi, dimostrando di fatto come il ruolo di questi cittadini risulti essere ancora oggi troppo spesso sottovalutato ed emarginato. Inoltre, l’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Corona Virus, le severe restrizioni imposte dal Governo e la recente guerra scoppiata in Ucraina, hanno deviato le attenzioni istituzionali dall’affermazione di una nuova riforma assistenziale, con leggi più giuste ed efficienti: i caregiver familiari, sostituendosi di fatto al Sistema Sanitario nazionale, dovrebbero ricevere per il loro impegno un aiuto economico più equo e commisurato, in grado di ricoprire le diverse spese mediche e finanziare legate alla cura a domicilio. I caregiver, non essendo ancora riconosciuti e protetti da nessuna norma legislativa, risultano essere esclusi anche da qualsiasi minimo riconoscimento previdenziale: l’assistente familiare, quindi, dopo aver speso anni ad accudire con amore e diligenza un familiare con disabilità, non avrebbe diritto neanche ad una pensione, capace di compensarne la fatica. Nel corso degli anni, un primo tentativo di riconoscere legalmente la professione del caregiver familiare è stato affidato alla Legge di Bilancio 2018, mediante l’istituzione del “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare”: sebbene questo decreto abbia definito il ruolo del caregiver nella società, è solo con la Legge di bilancio 2021 che il fondo ha subito un notevole ampliamento, attraverso lo stanziamento di 25 milioni l’anno entro il 2023. 

Attualmente, la situazione in Italia per tutti i caregiver familiari resta comunque incerta ed indefinita: l’inadeguatezza della Legge 104 e l’assenza di corrette tutele giuridiche evidenziano la necessità di sviluppare nuove misure politiche all’altezza delle aspettative, che sappiano supportare concretamente non solo gli assistiti, ma anche tutte le famiglie in difficoltà.

I caregiver familiari, ovvero tutti i genitori, coniugi o figli che si prendono quotidianamente e gratuitamente cura di un familiare malato, rappresentano nella società la più rilevante fonte di appoggio e di sostegno: infatti, grazie alle attenzioni e alle premure che dedicano nella gestione dei propri cari, i caregiver sono divenuti nel tempo un supporto fondamentale per assicurare l’efficacia dell’assistenza domiciliare, volta ad incrementare e migliorare le compromesse condizioni psico-fisiche dei soggetti più fragili. Ad oggi, in Italia, i caregiver sono circa 8,5 milioni, di cui 7 milioni donne e per il 60% disoccupate: il loro ruolo, che ha una rilevanza sociale enorme e indubbia, necessiterebbe di fatto di un maggiore sostegno politico ed istituzionale, con riconoscimenti legislativi più adeguati e congrui.

I caregiver familiari, che investono gran parte delle loro energie nella cura assistenziale dei malati senza retribuzione alcuna, effettuano giornalmente diverse attività, come la somministrazione dei pasti, il sostegno alla deambulazione e la vigilanza farmacologica: attraverso la loro costante presenza, la routine dei familiari può essere gestita senza l’urgenza di ricorrere al ricovero in strutture specializzate o di chiamare figure sociosanitarie esterne. Attualmente, la Legge 104, unico supporto politico in grado di stanziare sussidi economici per l’aiuto dei più fragili, risulta essere uno strumento fortemente inadeguato ed insufficiente, che non riesce a sopperire alle molteplici spese finanziare che un’assistenza di questo tipo tende a richiedere.

In Italia, la maggior parte dei caregiver, per poter vigilare i propri cari durante la giornata, ha di fatto rinunciato anche al lavoro (scelta effettuata da circa il 66% dei caregiver), perdendo così stipendi ed agevolazioni di rilievo: al momento, solo poche in regioni italiane hanno ottenuto validi strumenti legislativi, dimostrando di fatto come il ruolo di questi cittadini risulti essere ancora oggi troppo spesso sottovalutato ed emarginato. Inoltre, l’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Corona Virus, le severe restrizioni imposte dal Governo e la recente guerra scoppiata in Ucraina, hanno deviato le attenzioni istituzionali dall’affermazione di una nuova riforma assistenziale, con leggi più giuste ed efficienti: i caregiver familiari, sostituendosi di fatto al Sistema Sanitario nazionale, dovrebbero ricevere per il loro impegno un aiuto economico più equo e commisurato, in grado di ricoprire le diverse spese mediche e finanziare legate alla cura a domicilio. I caregiver, non essendo ancora riconosciuti e protetti da nessuna norma legislativa, risultano essere esclusi anche da qualsiasi minimo riconoscimento previdenziale: l’assistente familiare, quindi, dopo aver speso anni ad accudire con amore e diligenza un familiare con disabilità, non avrebbe diritto neanche ad una pensione, capace di compensarne la fatica. Nel corso degli anni, un primo tentativo di riconoscere legalmente la professione del caregiver familiare è stato affidato alla Legge di Bilancio 2018, mediante l’istituzione del “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare”: sebbene questo decreto abbia definito il ruolo del caregiver nella società, è solo con la Legge di bilancio 2021 che il fondo ha subito un notevole ampliamento, attraverso lo stanziamento di 25 milioni l’anno entro il 2023. 

Attualmente, la situazione in Italia per tutti i caregiver familiari resta comunque incerta ed indefinita: l’inadeguatezza della Legge 104 e l’assenza di corrette tutele giuridiche evidenziano la necessità di sviluppare nuove misure politiche all’altezza delle aspettative, che sappiano supportare concretamente non solo gli assistiti, ma anche tutte le famiglie in difficoltà.

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