Salute e benessere

Aumentano i casi di demenza in Friuli-Venezia-Giulia: l’appello dell’Ordine degli psicologi

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6 Aprile 2022

Negli ultimi anni, all’interno del territorio nazionale, è stata registrata tra la popolazione una rilevante espansione del numero di casi di Alzheimer e di demenza: queste due note e complesse malattie neurodegenerative, caratterizzate dal progressivo deterioramento delle facoltà intellettive e delle capacità di memoria, hanno, secondo recenti indagini, colpito in prevalenza i soggetti più anziani, che quindi necessitano ad oggi sia di un maggior supporto istituzionale che di un più efficace sostegno morale e assistenziale. 

In particolare, preso atto dell’aumento di persone Over 65 affette da demenza anche in Friuli- Venezia Giulia, l’Ordine degli Psicologi della regione ha lanciato un significativo appello alle istituzioni, ribadendo quanto sia importante la figura dello psicologo nei percorsi di presa in carico e di assistenza dei pazienti malati di Alzheimer. Come affermato da Giovanni Ottoboni, psicologo specializzato nella terza età, “a livello nazionale gli psicologi partecipano alla definizione delle linee guida sui trattamenti delle persone con demenza, mentre a livello regionale non facciamo parte del tavolo per la programmazione dei piani di intervento per le persone con demenza. A livello nazionale la demenza è riconosciuta come una malattia organica e psicosociale, che significa che la presa in carico dev’essere integrata e a tutto tondo, inclusiva degli aspetti cognitivi, comportamentali e relazionali. Attualmente in Friuli-Venezia Giulia di questo aspetto, indispensabile per affrontare la malattia, si occupano i volontari delle associazioni dei malati e delle loro famiglie: il loro apporto è fondamentale. Altrove, come in Emilia-Romagna, vi sono i centri d’incontro, a cui le persone possono accedere volontariamente, gestiti dalle aziende di servizi alla persona, a cavallo tra comune e azienda sanitaria”. 

Dalle ricerche statistiche effettuate in Friuli- Venezia Giulia, che hanno rilevato tra i cittadini oltre 20 mila soggetti affetti da Alzheimer o altre forme di demenza, emerge una regione sempre più anziana, con il 24,7% di cittadini Over 65, nella quale l'assistenza della popolazione malata risulta essere per l’80% fornita in casa o nell’ambiente domestico, attraverso il fondamentale contributo dei caregiver familiari. L’Ordine degli psicologi, mediante la figura del suo presidente Roberto Calvani, ha quindi espresso l’urgente necessità di investire in nuovi modelli assistenziali e sanitari, con finanziamenti più adeguati e idonei: i fondi stanziati dal PNRR e le linee guida recentemente progettate, infatti, consentirebbero la creazione di efficienti centri specialistici, all’interno dei quali i pazienti potrebbero trovare grande appoggio e conforto. Come sostenuto dallo psicologo Ottoboni, “all’interno dei centri si possono seguire varie attività per affrontare il decadimento cognitivo e le conseguenti ricadute emotive. Si lavora su percorso di psico-educazione e informazione, di sostegno psicologico, con un’offerta di interventi di matrice integrata, con esercizi di reminiscenza, di training cognitivo, di musicoterapia, di movimento dolce, ma soprattutto di incontro libero e spontaneo, tutte attività a cavallo tra il sociale e lo psicologico. Alcune regioni hanno recepito e declinato queste linee guida, altre, come la nostra, ci stanno lavorando: contiamo che si arrivi presto a dei risultati concreti. Perché la demenza è una malattia lenta e progressiva: lasciare le persone sole ad affrontarla è una barbarie”.

Negli ultimi anni, all’interno del territorio nazionale, è stata registrata tra la popolazione una rilevante espansione del numero di casi di Alzheimer e di demenza: queste due note e complesse malattie neurodegenerative, caratterizzate dal progressivo deterioramento delle facoltà intellettive e delle capacità di memoria, hanno, secondo recenti indagini, colpito in prevalenza i soggetti più anziani, che quindi necessitano ad oggi sia di un maggior supporto istituzionale che di un più efficace sostegno morale e assistenziale. 

In particolare, preso atto dell’aumento di persone Over 65 affette da demenza anche in Friuli- Venezia Giulia, l’Ordine degli Psicologi della regione ha lanciato un significativo appello alle istituzioni, ribadendo quanto sia importante la figura dello psicologo nei percorsi di presa in carico e di assistenza dei pazienti malati di Alzheimer. Come affermato da Giovanni Ottoboni, psicologo specializzato nella terza età, “a livello nazionale gli psicologi partecipano alla definizione delle linee guida sui trattamenti delle persone con demenza, mentre a livello regionale non facciamo parte del tavolo per la programmazione dei piani di intervento per le persone con demenza. A livello nazionale la demenza è riconosciuta come una malattia organica e psicosociale, che significa che la presa in carico dev’essere integrata e a tutto tondo, inclusiva degli aspetti cognitivi, comportamentali e relazionali. Attualmente in Friuli-Venezia Giulia di questo aspetto, indispensabile per affrontare la malattia, si occupano i volontari delle associazioni dei malati e delle loro famiglie: il loro apporto è fondamentale. Altrove, come in Emilia-Romagna, vi sono i centri d’incontro, a cui le persone possono accedere volontariamente, gestiti dalle aziende di servizi alla persona, a cavallo tra comune e azienda sanitaria”. 

Dalle ricerche statistiche effettuate in Friuli- Venezia Giulia, che hanno rilevato tra i cittadini oltre 20 mila soggetti affetti da Alzheimer o altre forme di demenza, emerge una regione sempre più anziana, con il 24,7% di cittadini Over 65, nella quale l'assistenza della popolazione malata risulta essere per l’80% fornita in casa o nell’ambiente domestico, attraverso il fondamentale contributo dei caregiver familiari. L’Ordine degli psicologi, mediante la figura del suo presidente Roberto Calvani, ha quindi espresso l’urgente necessità di investire in nuovi modelli assistenziali e sanitari, con finanziamenti più adeguati e idonei: i fondi stanziati dal PNRR e le linee guida recentemente progettate, infatti, consentirebbero la creazione di efficienti centri specialistici, all’interno dei quali i pazienti potrebbero trovare grande appoggio e conforto. Come sostenuto dallo psicologo Ottoboni, “all’interno dei centri si possono seguire varie attività per affrontare il decadimento cognitivo e le conseguenti ricadute emotive. Si lavora su percorso di psico-educazione e informazione, di sostegno psicologico, con un’offerta di interventi di matrice integrata, con esercizi di reminiscenza, di training cognitivo, di musicoterapia, di movimento dolce, ma soprattutto di incontro libero e spontaneo, tutte attività a cavallo tra il sociale e lo psicologico. Alcune regioni hanno recepito e declinato queste linee guida, altre, come la nostra, ci stanno lavorando: contiamo che si arrivi presto a dei risultati concreti. Perché la demenza è una malattia lenta e progressiva: lasciare le persone sole ad affrontarla è una barbarie”.