Salute e benessere

Arteterapia: l'importanza delle attività artistico-espressive per gli anziani delle Rsa

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27 Gennaio 2022
L’arte, in tutte le sue forme, costituisce uno stimolo fondamentale per ogni individuo, in grado di suscitare nuovi interessi e forti emozioni: attraverso la sua potenza, permette di esprimere stati d'animo e pensieri, liberando vissuti talvolta repressi o profondamente nascosti. Le attività artistico-espressive, infatti, rappresentano un mezzo di grande importanza non solo nel percorso di crescita e di sviluppo dei più piccoli, ma anche in quello dei più anziani, configurandosi come strumenti terapeutici efficaci ed utili per tutti i soggetti più fragili, affetti da malattie neurodegenerative tipiche della terza età o da più o meno gravi forme di demenza senile. 

L’arte, rivelatasi una valida alleata nei percorsi di cura e di riabilitazione, è stata fortemente incentivata anche all’interno delle strutture sanitarie assistenziali, come le Rsa: mediante la sua capacità di incoraggiare i pazienti a mostrare i lati più intimi della propria psiche, l’Arteterapia si configura come una “terapia non farmacologica” molto apprezzata, che affiancandosi alle cure mediche effettuate dal personale sanitario, contribuisce a migliorare concretamente la condizione psicologica dei malati. La cura farmacologica, seppur imprescindibile per i soggetti affetti da Alzheimer e da demenza, potrebbe trovare un valido alleato attraverso l’utilizzo di nuove attività come l’Arteterapia, la Pet therapy, la Musicoterapia o il Memory training, e contribuire a rallentare il declino cognitivo e funzionale. 

Su questo tema, Andrea Benelli, Direttore gestionale per Rsa, nel racconto della sua esperienza personale rilasciato al Magazine “Altraetà”, ha evidenziato il potenziale esercitato dall’Arteterapia nelle strutture residenziali per anziani, dove il coinvolgimento e la partecipazione degli stessi ha nettamente contribuito a migliorarne lo spirito d’iniziativa e l’umore. La creazione di laboratori e corsi d’arte rivolti ai soggetti con demenza hanno favorito la nascita di nuove modalità di espressione, capaci di rivelare la natura più autentica ed intima dei malati. Durante le prime sessioni, sotto la guida di professionisti del settore, è stato possibile notare come negli occhi degli anziani coinvolti non ci fosse solo entusiasmo, ma grande voglia di fare: i disegni, che prendevano piano piano forma, esprimevano pienamente il loro essere, mediante la rappresentazione e la successiva narrazione di ricordi, esperienze, sogni e desideri. Alcuni risultavano comprensibili, altri non raggiungevano alcuna forma: attraverso il dialogo e l’interazione con gli esperti, gli anziani erano poi in grado di spiegare dettagliatamente il mondo da loro disegnato, che nascondeva un universo di pensieri, idee e sentimenti. 

La dimostrazione di come anche un semplice punto raccolto su un foglio bianco possa celare significati segreti, aiuta più facilmente a comprendere quanta immaginazione, fantasia e sensibilità possano invece caratterizzare le menti dei malati di Alzheimer: grazie all’arte, che si configura come un sistema riabilitativo capace di migliorare le capacità comunicative e relazionali permettendo di avvicinarsi al proprio disagio interiore mediante una conoscenza più profonda di se stessi, è possibile sviluppare il potenziale creativo ed espressivo insito in ogni individuo, stimolando un percorso di autoanalisi che possa riorganizzare avvenimenti e pensieri del vissuto, in prospettiva di un nuovo futuro.

L’arte, in tutte le sue forme, costituisce uno stimolo fondamentale per ogni individuo, in grado di suscitare nuovi interessi e forti emozioni: attraverso la sua potenza, permette di esprimere stati d'animo e pensieri, liberando vissuti talvolta repressi o profondamente nascosti. Le attività artistico-espressive, infatti, rappresentano un mezzo di grande importanza non solo nel percorso di crescita e di sviluppo dei più piccoli, ma anche in quello dei più anziani, configurandosi come strumenti terapeutici efficaci ed utili per tutti i soggetti più fragili, affetti da malattie neurodegenerative tipiche della terza età o da più o meno gravi forme di demenza senile. 

L’arte, rivelatasi una valida alleata nei percorsi di cura e di riabilitazione, è stata fortemente incentivata anche all’interno delle strutture sanitarie assistenziali, come le Rsa: mediante la sua capacità di incoraggiare i pazienti a mostrare i lati più intimi della propria psiche, l’Arteterapia si configura come una “terapia non farmacologica” molto apprezzata, che affiancandosi alle cure mediche effettuate dal personale sanitario, contribuisce a migliorare concretamente la condizione psicologica dei malati. La cura farmacologica, seppur imprescindibile per i soggetti affetti da Alzheimer e da demenza, potrebbe trovare un valido alleato attraverso l’utilizzo di nuove attività come l’Arteterapia, la Pet therapy, la Musicoterapia o il Memory training, e contribuire a rallentare il declino cognitivo e funzionale. 

Su questo tema, Andrea Benelli, Direttore gestionale per Rsa, nel racconto della sua esperienza personale rilasciato al Magazine “Altraetà”, ha evidenziato il potenziale esercitato dall’Arteterapia nelle strutture residenziali per anziani, dove il coinvolgimento e la partecipazione degli stessi ha nettamente contribuito a migliorarne lo spirito d’iniziativa e l’umore. La creazione di laboratori e corsi d’arte rivolti ai soggetti con demenza hanno favorito la nascita di nuove modalità di espressione, capaci di rivelare la natura più autentica ed intima dei malati. Durante le prime sessioni, sotto la guida di professionisti del settore, è stato possibile notare come negli occhi degli anziani coinvolti non ci fosse solo entusiasmo, ma grande voglia di fare: i disegni, che prendevano piano piano forma, esprimevano pienamente il loro essere, mediante la rappresentazione e la successiva narrazione di ricordi, esperienze, sogni e desideri. Alcuni risultavano comprensibili, altri non raggiungevano alcuna forma: attraverso il dialogo e l’interazione con gli esperti, gli anziani erano poi in grado di spiegare dettagliatamente il mondo da loro disegnato, che nascondeva un universo di pensieri, idee e sentimenti. 

La dimostrazione di come anche un semplice punto raccolto su un foglio bianco possa celare significati segreti, aiuta più facilmente a comprendere quanta immaginazione, fantasia e sensibilità possano invece caratterizzare le menti dei malati di Alzheimer: grazie all’arte, che si configura come un sistema riabilitativo capace di migliorare le capacità comunicative e relazionali permettendo di avvicinarsi al proprio disagio interiore mediante una conoscenza più profonda di se stessi, è possibile sviluppare il potenziale creativo ed espressivo insito in ogni individuo, stimolando un percorso di autoanalisi che possa riorganizzare avvenimenti e pensieri del vissuto, in prospettiva di un nuovo futuro.

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