Costume e Società

Anziani non autosufficienti e welfare: in Italia il 71% dei caregiver familiari è donna

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17 Ottobre 2024

Le donne sono il 71% dei caregiver familiari e sono anche la stragrande maggioranza tra badanti e infermieri. Sono loro che tengono in piedi il Paese”: inizia così la profonda riflessione di Rossana Berardi, Presidente di “Women for Oncology Italy”, una rete di professionisti dell'oncologia femminile e maschile. In Italia, il numero dei caregiver familiari, ovvero parenti, coniugi e genitori che si prendono quotidianamente e gratuitamente cura di un familiare malato, ha di fatto subito una crescita esponenziale: l’assistenza a domicilio costituisce non solo un rilevante mezzo di supporto e di sostegno per i malati in difficoltà, ma anche per il welfare del Sistema Sanitario Nazionale, oggi sottoposto ad una notevole pressione a causa delle conseguenze dell’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Coronavirus.

Attualmente, come riscontrato dalle indagini statistiche effettuate dal Centro Studi di “Senior Italia FederAnziani”, senza le donne non ci sarebbe welfare: in Italia, infatti, il 71% dei caregiver familiari è donna, di cui circa il 92,8% è in grado di aiutare economicamente figli e nipoti. Come affermato dalla Presidente Berardi, il loro ruolo nella società è fondamentale: “parlare di donne e salute significa in primo luogo parlare di Medicina di Genere. Le donne vivono più a lungo degli uomini, ma si ammalano di più, usano di più i servizi sanitari e vivono un maggior numero di anni in cattiva salute. Nel nostro Paese è ancora lunga la strada per l’applicazione di un approccio di genere nella pratica clinica, che promuoverebbe l’appropriatezza e la personalizzazione delle cure, producendo un circolo virtuoso con risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale. Sull’altro fronte, quello del lavoro, le donne sono la base del nostro sistema salute. Rappresentano il 70% della forza lavoro in questo settore a livello globale (fonte OMS), ed è donna il 67% del personale all’interno del Sistema sanitario nazionale in Italia. Secondo i dati del Conto annuale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, tra i medici la percentuale di donne e uomini è abbastanza vicina, mentre nelle altre professioni la quota femminile supera di molto quella maschile. Tra gli infermieri sono 207 mila le donne e circa 60 mila gli uomini. La parità di genere è una meta ancora lontana: i progressi sono lenti e perdurano i divari a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, nelle posizioni dirigenziali e nella partecipazione alla vita politica e istituzionale”.

I caregiver, che contribuiscono giornalmente al mantenimento psico-fisico dei propri cari, risultano quindi essere prevalentemente badanti (67,2%), coniugi o compagni (7,5%), figli e figlie (18,8%): come emerso dalle ricerche svolte, sei volte su dieci (60,9%) i caregiver familiari, in prevalenza donne, sottraggono tempo alle proprie attività per provvedere alle cure dei malati, rinunciando nel tempo anche a ruoli e posizioni sociali di rilievo. Oltre alle caregiver donne, che costituiscono ormai un’ampia fetta di popolazione, hanno assunto particolare rilevanza anche le nonne: infatti, i dati raccolti, hanno evidenziato che il 27,2% di loro aiuta i familiari con più di 250 euro ogni mese, mentre circa il 71,5% accudisce quotidianamente anche i nipoti (tre nonne su quattro): più di una su tre (36,1%) dedica a quest’ultimi almeno dieci ore a settimana, che diventano 20 ore per il 16%, praticamente come l’orario di un’occupazione lavorativa part-time. 

Le donne sono il 71% dei caregiver familiari e sono anche la stragrande maggioranza tra badanti e infermieri. Sono loro che tengono in piedi il Paese”: inizia così la profonda riflessione di Rossana Berardi, Presidente di “Women for Oncology Italy”, una rete di professionisti dell'oncologia femminile e maschile. In Italia, il numero dei caregiver familiari, ovvero parenti, coniugi e genitori che si prendono quotidianamente e gratuitamente cura di un familiare malato, ha di fatto subito una crescita esponenziale: l’assistenza a domicilio costituisce non solo un rilevante mezzo di supporto e di sostegno per i malati in difficoltà, ma anche per il welfare del Sistema Sanitario Nazionale, oggi sottoposto ad una notevole pressione a causa delle conseguenze dell’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Coronavirus.

Attualmente, come riscontrato dalle indagini statistiche effettuate dal Centro Studi di “Senior Italia FederAnziani”, senza le donne non ci sarebbe welfare: in Italia, infatti, il 71% dei caregiver familiari è donna, di cui circa il 92,8% è in grado di aiutare economicamente figli e nipoti. Come affermato dalla Presidente Berardi, il loro ruolo nella società è fondamentale: “parlare di donne e salute significa in primo luogo parlare di Medicina di Genere. Le donne vivono più a lungo degli uomini, ma si ammalano di più, usano di più i servizi sanitari e vivono un maggior numero di anni in cattiva salute. Nel nostro Paese è ancora lunga la strada per l’applicazione di un approccio di genere nella pratica clinica, che promuoverebbe l’appropriatezza e la personalizzazione delle cure, producendo un circolo virtuoso con risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale. Sull’altro fronte, quello del lavoro, le donne sono la base del nostro sistema salute. Rappresentano il 70% della forza lavoro in questo settore a livello globale (fonte OMS), ed è donna il 67% del personale all’interno del Sistema sanitario nazionale in Italia. Secondo i dati del Conto annuale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, tra i medici la percentuale di donne e uomini è abbastanza vicina, mentre nelle altre professioni la quota femminile supera di molto quella maschile. Tra gli infermieri sono 207 mila le donne e circa 60 mila gli uomini. La parità di genere è una meta ancora lontana: i progressi sono lenti e perdurano i divari a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, nelle posizioni dirigenziali e nella partecipazione alla vita politica e istituzionale”.

I caregiver, che contribuiscono giornalmente al mantenimento psico-fisico dei propri cari, risultano quindi essere prevalentemente badanti (67,2%), coniugi o compagni (7,5%), figli e figlie (18,8%): come emerso dalle ricerche svolte, sei volte su dieci (60,9%) i caregiver familiari, in prevalenza donne, sottraggono tempo alle proprie attività per provvedere alle cure dei malati, rinunciando nel tempo anche a ruoli e posizioni sociali di rilievo. Oltre alle caregiver donne, che costituiscono ormai un’ampia fetta di popolazione, hanno assunto particolare rilevanza anche le nonne: infatti, i dati raccolti, hanno evidenziato che il 27,2% di loro aiuta i familiari con più di 250 euro ogni mese, mentre circa il 71,5% accudisce quotidianamente anche i nipoti (tre nonne su quattro): più di una su tre (36,1%) dedica a quest’ultimi almeno dieci ore a settimana, che diventano 20 ore per il 16%, praticamente come l’orario di un’occupazione lavorativa part-time. 

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