Nella capitale un gruppo di ultrasessantenni omosessuali si è unito perdare vita alla prima casa di riposogay italiana. L’idea, come ha spiegato a Repubblica il promotore dell’iniziativa,Nicola di Pietro, è quella di creare uno spazio di solidarietà lontano dall’omofobiaancora viva in molte realtà del Paese. Gli anzianicoinvolti sono per la maggior parte single e in molti casi non hanno piùrapporti con la famiglia di origine. Da qui la necessità di creare un luogo diaccoglienza, anche per chi ha problemi economici o di salute.
Il gruppo, formato da attivisti lgbt ma anche da persone comuni, haindividuato un edificio al Pigneto in grado di ospitare circa venti persone. Ifondi del Comune di Roma eRegione Lazio ci sono già, ma non bastano, e i partecipanti si stanno giàmuovendo per cercare altre risorse, da associazioni del mondo gay e non. Intantole proposte che stanno prendendo forma sono due: un cohausing che ospiteràgruppi di anzianicon le proprie famiglie elettive e uno spazio aperto anche all’esterno e aigiovani, che sia anche un luogo culturale lontano da idee di discriminazione diogni sorta.
In altri Paesi le case di riposolgbt sono già una realtà. A Madrid eBerlinosono state istituite le case della diversità e a Stoccolmauna cooperativa scandinava ha avviato una struttura con 27 appartamenti destinatiagli anziani omosessuali, in cui sono stati predisposti anche spazi comuni persocializzare e una grande terrazza in cui organizzare eventi estivi aperti alpubblico.
Nella capitale un gruppo di ultrasessantenni omosessuali si è unito perdare vita alla prima casa di riposogay italiana. L’idea, come ha spiegato a Repubblica il promotore dell’iniziativa,Nicola di Pietro, è quella di creare uno spazio di solidarietà lontano dall’omofobiaancora viva in molte realtà del Paese. Gli anzianicoinvolti sono per la maggior parte single e in molti casi non hanno piùrapporti con la famiglia di origine. Da qui la necessità di creare un luogo diaccoglienza, anche per chi ha problemi economici o di salute.
Il gruppo, formato da attivisti lgbt ma anche da persone comuni, haindividuato un edificio al Pigneto in grado di ospitare circa venti persone. Ifondi del Comune di Roma eRegione Lazio ci sono già, ma non bastano, e i partecipanti si stanno giàmuovendo per cercare altre risorse, da associazioni del mondo gay e non. Intantole proposte che stanno prendendo forma sono due: un cohausing che ospiteràgruppi di anzianicon le proprie famiglie elettive e uno spazio aperto anche all’esterno e aigiovani, che sia anche un luogo culturale lontano da idee di discriminazione diogni sorta.
In altri Paesi le case di riposolgbt sono già una realtà. A Madrid eBerlinosono state istituite le case della diversità e a Stoccolmauna cooperativa scandinava ha avviato una struttura con 27 appartamenti destinatiagli anziani omosessuali, in cui sono stati predisposti anche spazi comuni persocializzare e una grande terrazza in cui organizzare eventi estivi aperti alpubblico.