Costume e Società
A 93 anni torna a suonare in casa di riposo
Edward Hardly, 93 anni, risiedeva da tempo in una casa di riposo di Somerset, in Gran Bretagna, quando un giovane volontario, Sam Kinsella, ha iniziato a frequentare la struttura per anziani. Edward è affetto da demenza senile e quando il giovane ha iniziato a interessarsi a lui e a seguirlo era in uno stato di forte depressione e non parlava più con nessuno, né con gli operatori né coi familiari. Sam sentiva una certa affinità con l’anziano e passava spesso diverso tempo a parlare con lui, raccontandogli aneddoti e vicende della sua vita.
Un giorno stava raccontando a Edward del suo passato da chitarrista e del gruppo con cui suonava da ragazzino a Somerset. L’anziano disse che anche lui una volta suonava il pianoforte e aveva una band. Ecco scoperto il legame tra Edward e Sam: erano entrambi musicisti. Da lì in poi i due hanno iniziato a trascorrere interi pomeriggi ascoltando musica classica e l’anziano sembrava ritrovare un certo buonumore. Durante un incontro, ascoltando una canzone di Ray Charles, Georgia in my mind, il giovane capì che Edward aveva una forte connessione con la musica jazz. In seguito, grazie al contatto con un nipote dell’anziano amico Sam riuscì portare in casa di riposo una tastiera per permettergli di riprendere a suonare.
I miglioramenti del paziente davanti allo strumento erano impressionanti, tanto da indurre il volontario a pubblicare un annuncio online per trovare due musicisti disponibili a suonare con l’anziano pianista. In tantissimi hanno risposto all’annuncio, anche solo per augurare buona fortuna al vecchio Ed. Ma la sorpresa più grande è stata ritrovare i compagni con cui l’anziano aveva suonato da giovane, che si sono presentati con i loro strumenti alla porta della struttura per anziani. Il concerto organizzato nel giardino della struttura è stato un successo, ma soprattutto ha dimostrato il potere della musica sul cervello e sull’animo umano.
Edward Hardly, 93 anni, risiedeva da tempo in una casa di riposo di Somerset, in Gran Bretagna, quando un giovane volontario, Sam Kinsella, ha iniziato a frequentare la struttura per anziani. Edward è affetto da demenza senile e quando il giovane ha iniziato a interessarsi a lui e a seguirlo era in uno stato di forte depressione e non parlava più con nessuno, né con gli operatori né coi familiari. Sam sentiva una certa affinità con l’anziano e passava spesso diverso tempo a parlare con lui, raccontandogli aneddoti e vicende della sua vita.
Un giorno stava raccontando a Edward del suo passato da chitarrista e del gruppo con cui suonava da ragazzino a Somerset. L’anziano disse che anche lui una volta suonava il pianoforte e aveva una band. Ecco scoperto il legame tra Edward e Sam: erano entrambi musicisti. Da lì in poi i due hanno iniziato a trascorrere interi pomeriggi ascoltando musica classica e l’anziano sembrava ritrovare un certo buonumore. Durante un incontro, ascoltando una canzone di Ray Charles, Georgia in my mind, il giovane capì che Edward aveva una forte connessione con la musica jazz. In seguito, grazie al contatto con un nipote dell’anziano amico Sam riuscì portare in casa di riposo una tastiera per permettergli di riprendere a suonare.
I miglioramenti del paziente davanti allo strumento erano impressionanti, tanto da indurre il volontario a pubblicare un annuncio online per trovare due musicisti disponibili a suonare con l’anziano pianista. In tantissimi hanno risposto all’annuncio, anche solo per augurare buona fortuna al vecchio Ed. Ma la sorpresa più grande è stata ritrovare i compagni con cui l’anziano aveva suonato da giovane, che si sono presentati con i loro strumenti alla porta della struttura per anziani. Il concerto organizzato nel giardino della struttura è stato un successo, ma soprattutto ha dimostrato il potere della musica sul cervello e sull’animo umano.