Costume e Società

Togliere il voto agli anziani: l’ultima provocazione di Beppe Grillo

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18 Ottobre 2019
La proposta è contenuta in un post pubblicato ieri sul blog del fondatore del Movimento 5 Stelle, e sta già facendo discutere per la sua portata provocatoria. Le considerazioni di Beppe Grillo si inseriscono nel quadro del dibattito attualmente in corso sulla possibilità di estendere il diritto di voto ai giovani che abbiano compiuto 16 anni e sul contrasto tra gli interessi delle persone anziane e quelli delle nuove generazioni. Ma privare gli anziani del diritto di voto sarebbe giusto?

Il post di Beppe Grillo si apre citando un articolo dello scrittore americano Douglas J. Stewart pubblicato nel 1970 sulla rivista New Republic: “Ci sono semplicemente troppi elettori anziani e il loro numero sta crescendo. Il voto non dovrebbe essere un privilegio perpetuo, ma una partecipazione al continuo destino della comunità politica, sia nei suoi benefici che nei suoi rischi”. 
Per quanto ingiusto possa sembrare, il fondatore del M5S difende l’idea che in età avanzata i cittadini siano meno interessati all’evoluzione dello scenario politico, economico e sociale e che essi, inoltre, non dovranno sostenere il peso delle proprie decisioni politiche nel lungo periodo.

 A sostegno della sua tesi, Grillo riporta anche alcuni dati statistici. In Italia gli anziani over 65 sono attualmente più di 13,5 milioni. Una ricerca Istat del 2015 rivela poi che 1 anziano su 5 non è interessato alla politica, e questa percentuale sale a 1 anziano su 3 per quanto riguarda gli over 75. ‘Se i ragazzi di 15 anni non possono decidere del proprio futuro, perché possono farlo coloro che questo futuro non lo vedranno?’.

L’attore evidenzia inoltre come gli anziani abbiano tendenzialmente un orientamento politico conservatore, che difende in gran parte il proprio stile di vita ed è poco aperto ai cambiamenti socio-economici. Dalle politiche per la salvaguardia dell’ambiente alla spesa per l’istruzione fino a temi di maggiore impatto sull’opinione pubblica, come i matrimoni tra persone dello stesso sesso, la legalizzazione della cannabis, gli over 65 prenderebbero decisioni per un futuro di cui non saranno protagonisti.

Proseguendo nelle proprie considerazioni, Beppe Grillo si domanda retoricamente se escludere gli anziani dall’elettorato attivo sia una cosa giusta. Ebbene, per il fondatore del M5S non vi sarebbe nessuna discriminazione dei cittadini fondata sull’età. Perché ci sia una discriminazione, secondo Grillo, due o più gruppi sociali dovrebbero subire un trattamento differente in base a caratteristiche arbitrarie (come il colore della pelle, il genere, l’orientamento sessuale). Ma non sarebbe questo il caso, perché – continua Grillo – prima o poi tutti i cittadini diventano anziani e riceverebbero lo stesso trattamento. Il dibattito è appena cominciato, fateci sapere la vostra opinione.
La proposta è contenuta in un post pubblicato ieri sul blog del fondatore del Movimento 5 Stelle, e sta già facendo discutere per la sua portata provocatoria. Le considerazioni di Beppe Grillo si inseriscono nel quadro del dibattito attualmente in corso sulla possibilità di estendere il diritto di voto ai giovani che abbiano compiuto 16 anni e sul contrasto tra gli interessi delle persone anziane e quelli delle nuove generazioni. Ma privare gli anziani del diritto di voto sarebbe giusto?

Il post di Beppe Grillo si apre citando un articolo dello scrittore americano Douglas J. Stewart pubblicato nel 1970 sulla rivista New Republic: “Ci sono semplicemente troppi elettori anziani e il loro numero sta crescendo. Il voto non dovrebbe essere un privilegio perpetuo, ma una partecipazione al continuo destino della comunità politica, sia nei suoi benefici che nei suoi rischi”. 
Per quanto ingiusto possa sembrare, il fondatore del M5S difende l’idea che in età avanzata i cittadini siano meno interessati all’evoluzione dello scenario politico, economico e sociale e che essi, inoltre, non dovranno sostenere il peso delle proprie decisioni politiche nel lungo periodo.

 A sostegno della sua tesi, Grillo riporta anche alcuni dati statistici. In Italia gli anziani over 65 sono attualmente più di 13,5 milioni. Una ricerca Istat del 2015 rivela poi che 1 anziano su 5 non è interessato alla politica, e questa percentuale sale a 1 anziano su 3 per quanto riguarda gli over 75. ‘Se i ragazzi di 15 anni non possono decidere del proprio futuro, perché possono farlo coloro che questo futuro non lo vedranno?’.

L’attore evidenzia inoltre come gli anziani abbiano tendenzialmente un orientamento politico conservatore, che difende in gran parte il proprio stile di vita ed è poco aperto ai cambiamenti socio-economici. Dalle politiche per la salvaguardia dell’ambiente alla spesa per l’istruzione fino a temi di maggiore impatto sull’opinione pubblica, come i matrimoni tra persone dello stesso sesso, la legalizzazione della cannabis, gli over 65 prenderebbero decisioni per un futuro di cui non saranno protagonisti.

Proseguendo nelle proprie considerazioni, Beppe Grillo si domanda retoricamente se escludere gli anziani dall’elettorato attivo sia una cosa giusta. Ebbene, per il fondatore del M5S non vi sarebbe nessuna discriminazione dei cittadini fondata sull’età. Perché ci sia una discriminazione, secondo Grillo, due o più gruppi sociali dovrebbero subire un trattamento differente in base a caratteristiche arbitrarie (come il colore della pelle, il genere, l’orientamento sessuale). Ma non sarebbe questo il caso, perché – continua Grillo – prima o poi tutti i cittadini diventano anziani e riceverebbero lo stesso trattamento. Il dibattito è appena cominciato, fateci sapere la vostra opinione.

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