Costume e Società

Rsa e Senior Housing: il mercato cresce e aumentano gli investitori

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22 Ottobre 2019

All’interno del mercato immobiliare, il settore delle Residenze per Anziani si sta affermando come uno dei più promettenti e anche in Italia comincia ad attirare sempre di più l’interesse degli investitori. Secondo i dati raccolti da Bnp Paribas Real Estate, il volume di affari di questo settore per l’anno 2017 ha superato i 500 milioni di euro, mentre per l’anno 2018 si è attestato sui 400 milioni. Ma quali sono le ragioni di tutti questi investimenti?

Come riferisce un articolo de Il Sole 24ore, innanzitutto il rischio di investimento è piuttosto basso e questo è dovuto soprattutto al fatto che in Italia, così come accade anche in Francia e Germania, le rette per la degenza nelle residenze per anziani non autosufficienti (RSA) sono in larga misura coperte dagli enti pubblici (nel nostro caso le Regioni), mentre solo una piccola parte è gestita a libero mercato. Un sistema di questo tipo costituisce di fatto un elemento di garanzia per l’investitore.

Ma non è tutto. Le residenze per anziani inoltre sono un settore particolarmente redditizio. L’invecchiamento demografico rende infatti sempre più necessario un incremento dei posti letto disponibili in Rsa e il rendimento medio lordo per queste strutture è stato stimato tra il 6 e il 7,5%. Si calcola che entro il 2035 gli investimenti in nuove strutture si aggireranno tra 15 e i 23 miliardi di euro, e il nostro paese presenta ancora un certo ritardo da recuperare. L’Italia, infatti, conta circa 4.000 Rsa per circa 200mila posti letto, davvero pochi se confrontati con la Germania, che ha più di 12.000 strutture con oltre 800mila posti letto e con la Francia, che conta 10.500 strutture per 720mila posti letto. 

In Italia sono poche le società che gestiscono RSA e case di riposo per un totale di più di 50 strutture e oltre 5000 posti letto, ma sono molti i movimenti e i progetti in corso. Il gruppo Mittel, ad esempio, ha concluso tramite la controllata Zaffiro un accordo per acquisire sei immobili che ospitano Rsa già operative e per realizzare nei prossimi anni acquisizioni per 120 milioni di euro. Anche Cattolica Assicurazioni ha rafforzato la propria presenza nel settore, istituendo il fondo Innovazione e Salute (di cui Cattolica è investitore di maggioranza), che nel biennio 2018-2020 acquisirà 10 Rsa per 800 posti letto complessivi ed un investimento di 150 milioni. 

Tra gli operatori non finanziari, specializzati sia nella realizzazione che nella gestione delle strutture, vi sono alcuni gruppi importanti come Edos, La Villa, Korian e Orpea. Tra i più attivi sul mercato, Kos Group (del gruppo Cir) gestisce circa 80 strutture con oltre 8.000 posti letto, recentemente ha inaugurato una nuova Rsa nelle Marche ed ha acquisito Charleston, un importante operatore tedesco. 


All’interno del mercato immobiliare, il settore delle Residenze per Anziani si sta affermando come uno dei più promettenti e anche in Italia comincia ad attirare sempre di più l’interesse degli investitori. Secondo i dati raccolti da Bnp Paribas Real Estate, il volume di affari di questo settore per l’anno 2017 ha superato i 500 milioni di euro, mentre per l’anno 2018 si è attestato sui 400 milioni. Ma quali sono le ragioni di tutti questi investimenti?

Come riferisce un articolo de Il Sole 24ore, innanzitutto il rischio di investimento è piuttosto basso e questo è dovuto soprattutto al fatto che in Italia, così come accade anche in Francia e Germania, le rette per la degenza nelle residenze per anziani non autosufficienti (RSA) sono in larga misura coperte dagli enti pubblici (nel nostro caso le Regioni), mentre solo una piccola parte è gestita a libero mercato. Un sistema di questo tipo costituisce di fatto un elemento di garanzia per l’investitore.

Ma non è tutto. Le residenze per anziani inoltre sono un settore particolarmente redditizio. L’invecchiamento demografico rende infatti sempre più necessario un incremento dei posti letto disponibili in Rsa e il rendimento medio lordo per queste strutture è stato stimato tra il 6 e il 7,5%. Si calcola che entro il 2035 gli investimenti in nuove strutture si aggireranno tra 15 e i 23 miliardi di euro, e il nostro paese presenta ancora un certo ritardo da recuperare. L’Italia, infatti, conta circa 4.000 Rsa per circa 200mila posti letto, davvero pochi se confrontati con la Germania, che ha più di 12.000 strutture con oltre 800mila posti letto e con la Francia, che conta 10.500 strutture per 720mila posti letto. 

In Italia sono poche le società che gestiscono RSA e case di riposo per un totale di più di 50 strutture e oltre 5000 posti letto, ma sono molti i movimenti e i progetti in corso. Il gruppo Mittel, ad esempio, ha concluso tramite la controllata Zaffiro un accordo per acquisire sei immobili che ospitano Rsa già operative e per realizzare nei prossimi anni acquisizioni per 120 milioni di euro. Anche Cattolica Assicurazioni ha rafforzato la propria presenza nel settore, istituendo il fondo Innovazione e Salute (di cui Cattolica è investitore di maggioranza), che nel biennio 2018-2020 acquisirà 10 Rsa per 800 posti letto complessivi ed un investimento di 150 milioni. 

Tra gli operatori non finanziari, specializzati sia nella realizzazione che nella gestione delle strutture, vi sono alcuni gruppi importanti come Edos, La Villa, Korian e Orpea. Tra i più attivi sul mercato, Kos Group (del gruppo Cir) gestisce circa 80 strutture con oltre 8.000 posti letto, recentemente ha inaugurato una nuova Rsa nelle Marche ed ha acquisito Charleston, un importante operatore tedesco. 

Case di riposo, rsa e case famiglia