Costume e Società

Rette nelle case di riposo: differenze tra Nord e Sud

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11 Settembre 2017

Se molte delle conclamate differenze tra Nord e Sud Italia sono conseguenza di diffusi e datati stereotipi, alcune sono invece innegabili e quanto mai attuali. Una di queste riguarda il costo della vita, che non risparmia nemmeno l’ambito socio-assistenziale e le case di riposo e degenza per gli anziani.  
In tutto il territorio nazionale presentando l’attestazione Isee è possibile richiedere un contributo statale per il pagamento di parte della retta destinata alle Rsa, quella riguardante assistenza e cure mediche, mentre la parte di retta destinata alle prestazioni alberghiere (vitto e alloggio) rimane a carico dell’assistito.  

In generale le tariffe possono variare anche di molto, e questo in buona parte dipende dalle tipologie di servizi offerti, dagli spazi e dalla localizzazione geografica. Se infatti la media nazionale delle rette, secondo gli ultimi dati forniti da Auser, è di 1.482 euro mensili, tra Nord e Sud del Paese c’è parecchia differenza: si passa da una media di 1.682 euro nel Nord-Ovest a una media di 1.224 euro nel Sud e nelle Isole.
Se analizziamo poi i costi per gli alloggi nelle case di riposo delle grandi città, notiamo che le tariffe subiscono vertiginosi aumenti. Un posto in una struttura a Milano o Roma può superare facilmente i 2.500 euro, fino ad arrivare ai 4.000 euro in centro città.

Alla luce di questi dati è comprensibile la difficoltà di molte famiglie a sostenere i costi di degenza di un anziano parente, per cui di rado sono sufficienti la sua pensione e l’eventuale indennità di accompagnamento. È evidente che lo Stato dovrebbe fare di più, come accade in molti altri Paesi europei, ma i repentini tagli che hanno colpito i servizi socio-assistenziali hanno letteralmente prosciugato il conto del Fondo nazionale per le non autosufficienze, che nel 2016 registrava una dotazione del 78% in meno rispetto a quella del 2009.

Se molte delle conclamate differenze tra Nord e Sud Italia sono conseguenza di diffusi e datati stereotipi, alcune sono invece innegabili e quanto mai attuali. Una di queste riguarda il costo della vita, che non risparmia nemmeno l’ambito socio-assistenziale e le case di riposo e degenza per gli anziani.  
In tutto il territorio nazionale presentando l’attestazione Isee è possibile richiedere un contributo statale per il pagamento di parte della retta destinata alle Rsa, quella riguardante assistenza e cure mediche, mentre la parte di retta destinata alle prestazioni alberghiere (vitto e alloggio) rimane a carico dell’assistito.  

In generale le tariffe possono variare anche di molto, e questo in buona parte dipende dalle tipologie di servizi offerti, dagli spazi e dalla localizzazione geografica. Se infatti la media nazionale delle rette, secondo gli ultimi dati forniti da Auser, è di 1.482 euro mensili, tra Nord e Sud del Paese c’è parecchia differenza: si passa da una media di 1.682 euro nel Nord-Ovest a una media di 1.224 euro nel Sud e nelle Isole.
Se analizziamo poi i costi per gli alloggi nelle case di riposo delle grandi città, notiamo che le tariffe subiscono vertiginosi aumenti. Un posto in una struttura a Milano o Roma può superare facilmente i 2.500 euro, fino ad arrivare ai 4.000 euro in centro città.

Alla luce di questi dati è comprensibile la difficoltà di molte famiglie a sostenere i costi di degenza di un anziano parente, per cui di rado sono sufficienti la sua pensione e l’eventuale indennità di accompagnamento. È evidente che lo Stato dovrebbe fare di più, come accade in molti altri Paesi europei, ma i repentini tagli che hanno colpito i servizi socio-assistenziali hanno letteralmente prosciugato il conto del Fondo nazionale per le non autosufficienze, che nel 2016 registrava una dotazione del 78% in meno rispetto a quella del 2009.

Case di riposo, rsa e case famiglia