Salute e benessere

Lockdown e salute mentale: i rischi del lockdown per gli anziani

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23 Novembre 2020

Le misure di lockdown rappresentano una tempesta perfetta per la salute mentale delle persone anziane, rafforzando l'isolamento sociale e aumentando la percezione del rischio di morte e malattia. 

Fin dalle prime fasi dell'emergenza Covid-19, molti psicologi e neurologi avevano paventato il pericolo che le limitazioni imposte dal governo, seppur necessarie per contenere il propagarsi del contagio, avrebbero avuto forti ripercussioni sullo sviluppo di ansia, depressione e declino cognitivo, riducendo al contempo i fattori di resilienza come l'autostima e l'inclusività sociale.


A confermare i timori degli addetti ai lavori è uno studio del laboratorio Laserc (Epidemiologia e Ricerca Clinica), pubblicato su Frontiers in Psychiatry e coordinato dalla psicologa Simona Di Santo, nell'ambito dell'attività di ricerca in neuroscienze e neuroriabilitazione della Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma. 

Il laboratorio ha condotto una ricerca basata su un campione di 128 ultrasessantenni, investigando sul cambiamento dello stile di vita degli intervistati, dall'attività fisica ai rapporti sociali, passando per le abitudini alimentari e lo sviluppo di disturbi cognitivi. I risultati sono desolanti: "I nostri dati - spiega la dottoressa Di Santo - indicano che la quarantena ha implicato cambiamenti negli stili di vita potenzialmente dannosi per la salute cognitiva e mentale, con possibili effetti a lungo termine". 

Nello specifico, un soggetto su tre registra infatti una diminuzione dell'attività motoria, mentre il 70% ha indicato un aumento significativo del tempo dedicato alla sedentarietà. Un terzo del campione ha dichiarato inoltre di aver abbandonato la dieta mediterranea e di avere assunto abitudini alimentari meno sane. 

I ridotti contatti sociali hanno dato vita all'insorgere di ansia (nel 9,5% degli intervistati), depressione (19%) e apatia (9,5%).  Infine, l'impatto dei media: per il 68% del campione, le notizie sul Covid-19 che hanno appreso da Tv, radio, quotidiani e social network e altri, hanno avuto una grande/moderata influenza sul proprio stato d'animo.

Le misure di lockdown rappresentano una tempesta perfetta per la salute mentale delle persone anziane, rafforzando l'isolamento sociale e aumentando la percezione del rischio di morte e malattia. 

Fin dalle prime fasi dell'emergenza Covid-19, molti psicologi e neurologi avevano paventato il pericolo che le limitazioni imposte dal governo, seppur necessarie per contenere il propagarsi del contagio, avrebbero avuto forti ripercussioni sullo sviluppo di ansia, depressione e declino cognitivo, riducendo al contempo i fattori di resilienza come l'autostima e l'inclusività sociale.


A confermare i timori degli addetti ai lavori è uno studio del laboratorio Laserc (Epidemiologia e Ricerca Clinica), pubblicato su Frontiers in Psychiatry e coordinato dalla psicologa Simona Di Santo, nell'ambito dell'attività di ricerca in neuroscienze e neuroriabilitazione della Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma. 

Il laboratorio ha condotto una ricerca basata su un campione di 128 ultrasessantenni, investigando sul cambiamento dello stile di vita degli intervistati, dall'attività fisica ai rapporti sociali, passando per le abitudini alimentari e lo sviluppo di disturbi cognitivi. I risultati sono desolanti: "I nostri dati - spiega la dottoressa Di Santo - indicano che la quarantena ha implicato cambiamenti negli stili di vita potenzialmente dannosi per la salute cognitiva e mentale, con possibili effetti a lungo termine". 

Nello specifico, un soggetto su tre registra infatti una diminuzione dell'attività motoria, mentre il 70% ha indicato un aumento significativo del tempo dedicato alla sedentarietà. Un terzo del campione ha dichiarato inoltre di aver abbandonato la dieta mediterranea e di avere assunto abitudini alimentari meno sane. 

I ridotti contatti sociali hanno dato vita all'insorgere di ansia (nel 9,5% degli intervistati), depressione (19%) e apatia (9,5%).  Infine, l'impatto dei media: per il 68% del campione, le notizie sul Covid-19 che hanno appreso da Tv, radio, quotidiani e social network e altri, hanno avuto una grande/moderata influenza sul proprio stato d'animo.

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