Costume e Società

Lezioni di tango in casa di riposo

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22 Settembre 2017

Al via il progetto “Seriamente divertente. Riaccendere la vita con la tangoterapia”, lanciato dal Rotary Club di Gattinara, in provincia di Vercelli, e accolto con entusiasmo dalle case di riposo del luogo. La presidente Ketty Zampaglione ha spiegato che quest’anno l’attenzione del suo club è rivolta in particolare agli anziani. È nato quindi un progetto “divertente”, perché il tango è un ballo originale e appassionante, ma anche serio, perché riguarda il benessere di persone in età anziana.

Le prime case di riposo ad aderire all’iniziativa sono la Patriarca di Gattinara e la Trincheri di Romagnano, che inizieranno con quattro lezioni tenute dagli istruttori Gianni Quartero, ex fotografo 74enne, e Grazia Campese, architetto. L’obiettivo di queste prime lezioni, per le quali le sale delle strutture saranno trasformate in vere e proprie milonghe, non è solo quello di stimolare gli ospiti a muoversi e a fare attività fisica, ma anche quello di mantenere il cervello attivo e presente, perché per ballare il tango non basta imparare e ripetere passi e movimenti ma è necessario sentire la musica, saperla ascoltare e interpretarla. Quindi usare la testa.

Il tango, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, sembra infatti essere un buon rimedio proprio per quelle malattie neurodegenerative che colpiscono gli anziani, come Parkinson e Alzheimer.

Al via il progetto “Seriamente divertente. Riaccendere la vita con la tangoterapia”, lanciato dal Rotary Club di Gattinara, in provincia di Vercelli, e accolto con entusiasmo dalle case di riposo del luogo. La presidente Ketty Zampaglione ha spiegato che quest’anno l’attenzione del suo club è rivolta in particolare agli anziani. È nato quindi un progetto “divertente”, perché il tango è un ballo originale e appassionante, ma anche serio, perché riguarda il benessere di persone in età anziana.

Le prime case di riposo ad aderire all’iniziativa sono la Patriarca di Gattinara e la Trincheri di Romagnano, che inizieranno con quattro lezioni tenute dagli istruttori Gianni Quartero, ex fotografo 74enne, e Grazia Campese, architetto. L’obiettivo di queste prime lezioni, per le quali le sale delle strutture saranno trasformate in vere e proprie milonghe, non è solo quello di stimolare gli ospiti a muoversi e a fare attività fisica, ma anche quello di mantenere il cervello attivo e presente, perché per ballare il tango non basta imparare e ripetere passi e movimenti ma è necessario sentire la musica, saperla ascoltare e interpretarla. Quindi usare la testa.

Il tango, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, sembra infatti essere un buon rimedio proprio per quelle malattie neurodegenerative che colpiscono gli anziani, come Parkinson e Alzheimer.

Case di riposo, rsa e case famiglia