Salute e benessere

La forma più comune di demenza senile potrebbe non essere l’Alzheimer

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13 Maggio 2019
Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Kentucky University, e pubblicato dalla rivista Brain, è stato possibile individuare una forma di demenza senile precedentemente classificata sotto la categoria dell’Alzheimer, ma che sembra collegata a cause differenti.

La nuova patologia, denominata LATE, presenta sintomi simili a quelli dell’Alzheimer, ma che si sviluppano più lentamente nel tempo. Si stima che la LATE colpisca tra il 20 e il 50% degli ultra ottantenni. Se confermata, la ricerca indicherebbe che la LATE è il tipo più diffuso di demenza senile e potrebbe richiedere trattamenti diversi da quelli utilizzati per la cura del morbo di Alzheimer.

Al centro dello studio è una proteina che, accumulandosi nel cervello, causa un deterioramento nelle funzioni della memoria e delle abilità cognitive. Sintomi quindi apparentemente simili a quelli dell’Alzheimer, ma che in realtà indicherebbero una patologia differente.

Ad oggi, la ricerca destinata alla cura per l’Alzheimer si è concentrata sul contrastare l’accumulo nel cervello del gruppo di proteine amiloide e tau. Lo studio della Kentucky University suggerisce invece che la  patologia LATE potrebbe invece scaturire dall’accumulo della proteina TDP-43.

Ma non è soltanto il tipo di proteina a fare la differenza. In un’intervista con la CNN, Sandra Weintraub, professore di neurologia alla Northwestern University, indica che la LATE si sviluppa in un’area del cervello solitamente non coinvolta con il morbo di Alzheimer.

Il nuovo studio quindi aprirebbe nuove strade per la ricerca farmacologica e potrebbe spiegare le attuali difficoltà nel trovare una cura efficace per forme di demenza finora trattate come Alzheimer.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Kentucky University, e pubblicato dalla rivista Brain, è stato possibile individuare una forma di demenza senile precedentemente classificata sotto la categoria dell’Alzheimer, ma che sembra collegata a cause differenti.

La nuova patologia, denominata LATE, presenta sintomi simili a quelli dell’Alzheimer, ma che si sviluppano più lentamente nel tempo. Si stima che la LATE colpisca tra il 20 e il 50% degli ultra ottantenni. Se confermata, la ricerca indicherebbe che la LATE è il tipo più diffuso di demenza senile e potrebbe richiedere trattamenti diversi da quelli utilizzati per la cura del morbo di Alzheimer.

Al centro dello studio è una proteina che, accumulandosi nel cervello, causa un deterioramento nelle funzioni della memoria e delle abilità cognitive. Sintomi quindi apparentemente simili a quelli dell’Alzheimer, ma che in realtà indicherebbero una patologia differente.

Ad oggi, la ricerca destinata alla cura per l’Alzheimer si è concentrata sul contrastare l’accumulo nel cervello del gruppo di proteine amiloide e tau. Lo studio della Kentucky University suggerisce invece che la  patologia LATE potrebbe invece scaturire dall’accumulo della proteina TDP-43.

Ma non è soltanto il tipo di proteina a fare la differenza. In un’intervista con la CNN, Sandra Weintraub, professore di neurologia alla Northwestern University, indica che la LATE si sviluppa in un’area del cervello solitamente non coinvolta con il morbo di Alzheimer.

Il nuovo studio quindi aprirebbe nuove strade per la ricerca farmacologica e potrebbe spiegare le attuali difficoltà nel trovare una cura efficace per forme di demenza finora trattate come Alzheimer.

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