Costume e Società

Falsi corsi per Operatore Socio Sanitario, una vittima della truffa si toglie la vita

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25 Ottobre 2019
La vittima è un 45enne, da diversi anni disoccupato, che aveva faticosamente raccolto i 2.000 euro richiesti per frequentare un corso abilitante alla professione di OSS, nella speranza di ottenere finalmente un lavoro stabile. Quando purtroppo si è reso conto che il titolo conseguito non aveva nessun valore legale, per la disperazione si è tolto la vita. Si tratta del più tragico epilogo di una vicenda che vede coinvolte molte altre vittime ed è costata l’arresto a sei persone tra Campania e Calabria.

La maxitruffa è stata scoperta dai Nas di Napoli a seguito delle denunce di alcune persone che avevano preso parte ad uno degli oltre 30 corsi falsi organizzati negli anni tra il 2015 e il 2017. Per i reati contestati sono finiti in manette due dipendenti dell’Asp di Cosenza e i legali rappresentati delle scuole di formazione Sud Europa (con sede in Calabria), SA.DRA. e Check Up Formazione (con sede in Campania). 

Questa la ricostruzione dei fatti. I due dipendenti dell’Asp di Cosenza reclutavano gli studenti da inserire nei corsi della scuola di formazione Sud Europa, priva di accreditamento da parte della Regione Calabria. I corsi non rispettavano assolutamente i requisiti previsti dalla normativa vigente (che, ricordiamo, prevede almeno 1.000 ore di lezione e 450 ore di tirocinio presso una struttura accreditata), ma si limitavano ad un paio di incontri presso l’Ospedale di Trebisacce, un elenco di quiz da imparare a memoria e alcune simulazioni prima dell’esame finale. Gli incontri nell’ospedale avevano lo scopo di rendere la truffa più credibile agli occhi dei corsisti. I due dipendenti dell’Asp organizzavano poi i viaggi per trasportare gli studenti verso la Campania, dove questi sostenevano gli esami di abilitazione presso le scuole di formazione SA.DRA e Check Up, regolarmente accreditate dalla regione.

Formalmente risultava che gli studenti calabresi avessero frequentato le lezioni teoriche presso le scuole di formazione campane accreditate e che avessero svolto anche il tirocinio obbligatorio presso alcune strutture sanitarie del napoletano, estranee alla vicenda e che ovviamente non avevano mai incontrato gli studenti. I carabinieri dei Nas hanno disposto il sequestro di circa 300 titoli rilasciati illegalmente e di oltre 570mila euro che gli arrestati avrebbero guadagnato in modo illecito.

Tutti gli arrestati dovranno ora rispondere delle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al falso. La morte del ragazzo è avvenuta prima dell’inizio delle indagini e la Procura di Castrovillari sta ancora effettuando le necessarie verifiche per valutare la possibilità di contestare anche il reato di istigazione al suicidio.

La vittima è un 45enne, da diversi anni disoccupato, che aveva faticosamente raccolto i 2.000 euro richiesti per frequentare un corso abilitante alla professione di OSS, nella speranza di ottenere finalmente un lavoro stabile. Quando purtroppo si è reso conto che il titolo conseguito non aveva nessun valore legale, per la disperazione si è tolto la vita. Si tratta del più tragico epilogo di una vicenda che vede coinvolte molte altre vittime ed è costata l’arresto a sei persone tra Campania e Calabria.

La maxitruffa è stata scoperta dai Nas di Napoli a seguito delle denunce di alcune persone che avevano preso parte ad uno degli oltre 30 corsi falsi organizzati negli anni tra il 2015 e il 2017. Per i reati contestati sono finiti in manette due dipendenti dell’Asp di Cosenza e i legali rappresentati delle scuole di formazione Sud Europa (con sede in Calabria), SA.DRA. e Check Up Formazione (con sede in Campania). 

Questa la ricostruzione dei fatti. I due dipendenti dell’Asp di Cosenza reclutavano gli studenti da inserire nei corsi della scuola di formazione Sud Europa, priva di accreditamento da parte della Regione Calabria. I corsi non rispettavano assolutamente i requisiti previsti dalla normativa vigente (che, ricordiamo, prevede almeno 1.000 ore di lezione e 450 ore di tirocinio presso una struttura accreditata), ma si limitavano ad un paio di incontri presso l’Ospedale di Trebisacce, un elenco di quiz da imparare a memoria e alcune simulazioni prima dell’esame finale. Gli incontri nell’ospedale avevano lo scopo di rendere la truffa più credibile agli occhi dei corsisti. I due dipendenti dell’Asp organizzavano poi i viaggi per trasportare gli studenti verso la Campania, dove questi sostenevano gli esami di abilitazione presso le scuole di formazione SA.DRA e Check Up, regolarmente accreditate dalla regione.

Formalmente risultava che gli studenti calabresi avessero frequentato le lezioni teoriche presso le scuole di formazione campane accreditate e che avessero svolto anche il tirocinio obbligatorio presso alcune strutture sanitarie del napoletano, estranee alla vicenda e che ovviamente non avevano mai incontrato gli studenti. I carabinieri dei Nas hanno disposto il sequestro di circa 300 titoli rilasciati illegalmente e di oltre 570mila euro che gli arrestati avrebbero guadagnato in modo illecito.

Tutti gli arrestati dovranno ora rispondere delle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al falso. La morte del ragazzo è avvenuta prima dell’inizio delle indagini e la Procura di Castrovillari sta ancora effettuando le necessarie verifiche per valutare la possibilità di contestare anche il reato di istigazione al suicidio.

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