Costume e Società

da giovani sbandati a volontari nelle case di riposo

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4 Aprile 2017
Da diversi anni in tutto il Paese si sta cercando di arginare il fenomeno il bullismo. Le denunce di ragazzini aggrediti o derubati da coetanei facinorosi, talvolta veri e propri delinquenti, non sono poche e spesso gli “enfants terribles” diventano l’incubo di intere scolaresche. 

NewsCorrelate E’ il caso di sei giovani bulli vicentini, tutti minorenni, che tra il 2013 e il 2014 hanno seminato il panico tra Vicenza e i comuni limitrofi di Altavilla e Arzignano. 

I luoghi prediletti dalla baby gang erano le corriere che accompagnano a scuola gli studenti liceali, a cui i teppisti rubavano soldi e telefonini. Accusati di estorsione, rapina, furto e lesioni, i sei minorenni hanno ottenuto la pena a un anno di volontariato presso due case di riposo del Veneto. Per pagare il loro debito con la giustizia i ragazzacci trascorreranno i loro fine settimana a servire pranzo e cena agli anziani ospiti di queste case di riposo.  

Potrebbe proprio essere questa la via per combattere i disagi giovanili che portano a fenomeni come quello del bullismo. Avvicinare i giovani al volontariato e a lavori socialmente utili è  sicuramente un buon metodo educativo e rieducativo, in particolare mettendo i ragazzini a contatto con un’altra generazione. 

Lo  scambio intergenerazionale è infatti sempre più preso in considerazione come modalità educativa e assistenziale e i progetti che avvicinano persone di età diverse aumentano e danno riscontri positivi. 

Da diversi anni in tutto il Paese si sta cercando di arginare il fenomeno il bullismo. Le denunce di ragazzini aggrediti o derubati da coetanei facinorosi, talvolta veri e propri delinquenti, non sono poche e spesso gli “enfants terribles” diventano l’incubo di intere scolaresche. 

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Potrebbe proprio essere questa la via per combattere i disagi giovanili che portano a fenomeni come quello del bullismo. Avvicinare i giovani al volontariato e a lavori socialmente utili è  sicuramente un buon metodo educativo e rieducativo, in particolare mettendo i ragazzini a contatto con un’altra generazione. 

Lo  scambio intergenerazionale è infatti sempre più preso in considerazione come modalità educativa e assistenziale e i progetti che avvicinano persone di età diverse aumentano e danno riscontri positivi.