L'esperto risponde

Compartecipazione del Comune alla quota sociale della retta

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22 Luglio 2021

Buongiorno,
Vorrei gentilmente avere delle delucidazioni. Mia madre, che ha una disabilità per problemi legati alla psiche, percepisce una piccola pensione di invalidità, e dopo una recente caduta in casa è andata al pronto soccorso. Pur non avendo riportato nessuna frattura, i dottori suggeriscono all’assistente sociale e all’amministratore di sostegno di mia madre di trascorrere un mese in una RSA per la riabilitazione. Dopo i primi giorni in RSA i dottori dicono che per il futuro avrà bisogno tassativamente di una badante h24 o di una RSA. L’ADS di mia madre e i servizi sociali ora chiedono a noi figli di fornire il nostro ISEE, appunto per potere avviare la richiesta per la struttura.
Ora l’ADS farà anche la richiesta per l’aggravamento e per richiedere l’accompagnamento.

Sono obbligato a fornire il mio ISEE? 
Se non lo fornisco cosa mi può succedere? Che rischi ci potrebbero essere?
L’amministratore di sostegno può farmi obbligare dal giudice a fornirlo? 

Grazie in anticipo

Gentile utente,

Abbiamo inoltrato la Sua domanda all’ANMIC – Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili di Milano (specializzata in materia di invalidità) e Le riportiamo di seguito la risposta al quesito.

La RSA ha una quota sanitaria a carico del Fondo Sanitario Regionale ed una quota sociale a carico dell'ospite.
L'ospite può chiede al Comune una compartecipazione alla quota sociale.
L'importo di tale compartecipazione viene calcolato dal Comune sulla base dell'ISEE.
L'applicazione dell'ISEE è normata dal DPCM 159/2013 ed ha valore nazionale.
Regione Lombardia, con DGR 3230/2015, ha emanato le proprie linee guida ed i Comuni, all'interno del loro Regolamento, normano la compartecipazione alle spese applicando il DPCM citato.
Rispetto alle prestazioni socio-sanitarie residenziali, viene considerato il coniuge ed i figli anche NON conviventi (art.6 c.3 DPCM 159/2013).
E' questo il motivo per cui è stato chiesto all'utente di produrre il proprio ISEE, proprio ai fini della determinazione dell'eventuale contributo del Comune.
Ovviamente, nessuno può costringere l'utente a produrre l'Isee e l'unica conseguenza della mancata produzione dell'ISEE è la perdita della possibilità di chiedere il contributo al Comune.


Buongiorno,
Vorrei gentilmente avere delle delucidazioni. Mia madre, che ha una disabilità per problemi legati alla psiche, percepisce una piccola pensione di invalidità, e dopo una recente caduta in casa è andata al pronto soccorso. Pur non avendo riportato nessuna frattura, i dottori suggeriscono all’assistente sociale e all’amministratore di sostegno di mia madre di trascorrere un mese in una RSA per la riabilitazione. Dopo i primi giorni in RSA i dottori dicono che per il futuro avrà bisogno tassativamente di una badante h24 o di una RSA. L’ADS di mia madre e i servizi sociali ora chiedono a noi figli di fornire il nostro ISEE, appunto per potere avviare la richiesta per la struttura.
Ora l’ADS farà anche la richiesta per l’aggravamento e per richiedere l’accompagnamento.

Sono obbligato a fornire il mio ISEE? 
Se non lo fornisco cosa mi può succedere? Che rischi ci potrebbero essere?
L’amministratore di sostegno può farmi obbligare dal giudice a fornirlo? 

Grazie in anticipo

Gentile utente,

Abbiamo inoltrato la Sua domanda all’ANMIC – Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili di Milano (specializzata in materia di invalidità) e Le riportiamo di seguito la risposta al quesito.

La RSA ha una quota sanitaria a carico del Fondo Sanitario Regionale ed una quota sociale a carico dell'ospite.
L'ospite può chiede al Comune una compartecipazione alla quota sociale.
L'importo di tale compartecipazione viene calcolato dal Comune sulla base dell'ISEE.
L'applicazione dell'ISEE è normata dal DPCM 159/2013 ed ha valore nazionale.
Regione Lombardia, con DGR 3230/2015, ha emanato le proprie linee guida ed i Comuni, all'interno del loro Regolamento, normano la compartecipazione alle spese applicando il DPCM citato.
Rispetto alle prestazioni socio-sanitarie residenziali, viene considerato il coniuge ed i figli anche NON conviventi (art.6 c.3 DPCM 159/2013).
E' questo il motivo per cui è stato chiesto all'utente di produrre il proprio ISEE, proprio ai fini della determinazione dell'eventuale contributo del Comune.
Ovviamente, nessuno può costringere l'utente a produrre l'Isee e l'unica conseguenza della mancata produzione dell'ISEE è la perdita della possibilità di chiedere il contributo al Comune.

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