Convegni ed eventi

Classe di ferro, la terza età a teatro

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21 Febbraio 2017

Grande successo per Classe di ferro, commedia di Aldo Nicolaj sull’anzianità che sta girando i teatri di tutta Italia. Il testo, ispirato al saggio La terza età di Simone De Beauvoir e scritto nel 1971, dopo un primo momento di scetticismo è stato rappresentato in tutto il mondo. 

Lo spettacolo si propone come una riflessione su cosa significhi essere anziani nella nostra società, in particolare nell’Italia di qualche decennio fa. I tre protagonisti, rappresentati da Paolo Bonacelli, Giuseppe Pambieri e Valeria Ciangottini, sono tre pensionati che si sono conosciuti durante le loro passeggiate al parco e che stanno programmando una fuga dalla città per timore di finire i loro giorni in una casa di riposo.  

Seduti su una panchina del loro parchetto cittadino i tre anziani si raccontano. Dopo un iniziale contenimento dietro a una maschera di serena pacatezza esternano le loro delusioni, paure, malinconie, ma anche i sogni e le speranza. Dalle parole di Libero, Luigi e Ambra emerge uno spaccato di vita e della costante ricerca, nonostante gli ostacoli e le più disparate prove a cui veniamo sottoposti, di quella felicità piena e finita che probabilmente non troveremo mai.

Grande successo per Classe di ferro, commedia di Aldo Nicolaj sull’anzianità che sta girando i teatri di tutta Italia. Il testo, ispirato al saggio La terza età di Simone De Beauvoir e scritto nel 1971, dopo un primo momento di scetticismo è stato rappresentato in tutto il mondo. 

Lo spettacolo si propone come una riflessione su cosa significhi essere anziani nella nostra società, in particolare nell’Italia di qualche decennio fa. I tre protagonisti, rappresentati da Paolo Bonacelli, Giuseppe Pambieri e Valeria Ciangottini, sono tre pensionati che si sono conosciuti durante le loro passeggiate al parco e che stanno programmando una fuga dalla città per timore di finire i loro giorni in una casa di riposo.  

Seduti su una panchina del loro parchetto cittadino i tre anziani si raccontano. Dopo un iniziale contenimento dietro a una maschera di serena pacatezza esternano le loro delusioni, paure, malinconie, ma anche i sogni e le speranza. Dalle parole di Libero, Luigi e Ambra emerge uno spaccato di vita e della costante ricerca, nonostante gli ostacoli e le più disparate prove a cui veniamo sottoposti, di quella felicità piena e finita che probabilmente non troveremo mai.

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