Costume e Società

Carenza di infermieri: secondo l'OMS, nel mondo ne mancano 6 milioni

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18 Dicembre 2020
Mentre i sistemi sanitari in tutto il mondo scricchiolano sotto i colpi del coronavirus, un rapporto dell'OMS mostra che non ci sono abbastanza infermieri per raggiungere gli obiettivi di sviluppo globale sulla salute, anche al netto della pandemia globale che stiamo vivendo. Il rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), State of the World's Nursing, stima che nel 2018 ci sia stata una carenza globale di 5,9 milioni di infermieri, in leggero miglioramento rispetto ai 6,6 milioni di carenza nel 2016. 

Il rapporto è stato pubblicato in occasione della Giornata mondiale della salute, un evento annuale organizzato dall'OMS, che quest'anno si concentra sul supporto di infermieri e ostetriche, molti dei quali prestano servizio nella risposta al COVID-19. "Gli infermieri e gli operatori sanitari sono in prima linea combattendo contro gli effetti del coronavirus, lavorando instancabilmente per prendersi cura dei propri cari, anche quando le loro vite sono a rischio", ha detto Dessislava Dimitrova, Responsabile della Trasformazione sanitaria presso il Forum economico mondiale. "Mentre applaudiamo ogni giorno per esprimere il nostro apprezzamento per gli operatori sanitari di tutto il mondo, non perdiamo di vista gli investimenti di cui hanno bisogno per essere abbastanza forti da garantire a tutti, ovunque, l'assistenza sanitaria di cui hanno bisogno".

“La forza lavoro infermieristica - scrivono gli autori del rapporto - si sta espandendo in termini di dimensioni dell'ambito professionale. Tuttavia, l'espansione non è equa, ed è insufficiente per soddisfare la crescente domanda e sta lasciando indietro intere nazioni". Il rapporto dell'OMS chiede la creazione di almeno 6 milioni di nuovi posti di lavoro infermieristici entro il 2030, principalmente nei paesi a basso e medio reddito, per raggiungere gli obiettivi di sviluppo globale sulla salute che sia sostenibile e che miri a garantire una vita sana e promuovere il benessere a tutte le età, inclusa la fornitura di una copertura sanitaria universale.

Ci sono 27,9 milioni di infermieri in tutto il mondo, con un aumento di 4,7 milioni tra il 2013 e il 2018. Oltre l'80% di quegli infermieri si trova in paesi che rappresentano la metà della popolazione mondiale. I paesi a reddito medio-basso e basso, dove la crescita del numero di infermieri sta a malapena tenendo il passo con la crescita della popolazione, stanno soffrendo le carenze più acute. Il rapporto afferma che il numero totale di laureati in scienze infermieristiche dovrebbe aumentare in media dell'8% all'anno, insieme a una migliore capacità di assumere e trattenere questi laureati, per affrontare la carenza entro il 2030 in tutti i paesi.

La situazione in Italia

Seppure nel nostro paese lo scenario non sia drammatico come quello nelle nazioni in via di sviluppo, si registra una carenza cronica in questa figura professionale. Secondo la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI), l’ente pubblico che gestisce l'albo a cui devono obbligatoriamente iscriversi gli infermieri in Italia, per ogni infermiere c’è una media di 11 pazienti. L'ideale sarebbero 6. Con differenze sostanziali tra le regioni: mentre in Friuli il rapporto è di 1 a 8, in Calabria la media schizza a un infermiere per 17 pazienti.

Come riporta un recente articolo de Ilpost.it, il ministero della Salute dice di aver assunto dall’inizio dell’epidemia oltre 16mila infermieri, ma secondo la FNOPI si tratta di personale a cui sono stati offerti contratti a tempo determinato o di collaborazione (co.co.co). 

La necessità immediata è quindi quella di aumentare i posti nelle università, e nel frattempo riorganizzare i sistemi sanitari, assicurando inoltre agli infermieri un massiccio aumento dello stipendio medio, nell'ottica di evitare una "fuga di cervelli" che è già in atto. Pagando i nostri infermieri una media di 1.400 euro al mese, stiamo infatti permettendo che vadano per esempio in Germania dove ne prendono 2.500. E all'estero gli infermieri italiani sono particolarmente richiesti, perché hanno una formazione tra le migliori in Europa.
Mentre i sistemi sanitari in tutto il mondo scricchiolano sotto i colpi del coronavirus, un rapporto dell'OMS mostra che non ci sono abbastanza infermieri per raggiungere gli obiettivi di sviluppo globale sulla salute, anche al netto della pandemia globale che stiamo vivendo. Il rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), State of the World's Nursing, stima che nel 2018 ci sia stata una carenza globale di 5,9 milioni di infermieri, in leggero miglioramento rispetto ai 6,6 milioni di carenza nel 2016. 

Il rapporto è stato pubblicato in occasione della Giornata mondiale della salute, un evento annuale organizzato dall'OMS, che quest'anno si concentra sul supporto di infermieri e ostetriche, molti dei quali prestano servizio nella risposta al COVID-19. "Gli infermieri e gli operatori sanitari sono in prima linea combattendo contro gli effetti del coronavirus, lavorando instancabilmente per prendersi cura dei propri cari, anche quando le loro vite sono a rischio", ha detto Dessislava Dimitrova, Responsabile della Trasformazione sanitaria presso il Forum economico mondiale. "Mentre applaudiamo ogni giorno per esprimere il nostro apprezzamento per gli operatori sanitari di tutto il mondo, non perdiamo di vista gli investimenti di cui hanno bisogno per essere abbastanza forti da garantire a tutti, ovunque, l'assistenza sanitaria di cui hanno bisogno".

“La forza lavoro infermieristica - scrivono gli autori del rapporto - si sta espandendo in termini di dimensioni dell'ambito professionale. Tuttavia, l'espansione non è equa, ed è insufficiente per soddisfare la crescente domanda e sta lasciando indietro intere nazioni". Il rapporto dell'OMS chiede la creazione di almeno 6 milioni di nuovi posti di lavoro infermieristici entro il 2030, principalmente nei paesi a basso e medio reddito, per raggiungere gli obiettivi di sviluppo globale sulla salute che sia sostenibile e che miri a garantire una vita sana e promuovere il benessere a tutte le età, inclusa la fornitura di una copertura sanitaria universale.

Ci sono 27,9 milioni di infermieri in tutto il mondo, con un aumento di 4,7 milioni tra il 2013 e il 2018. Oltre l'80% di quegli infermieri si trova in paesi che rappresentano la metà della popolazione mondiale. I paesi a reddito medio-basso e basso, dove la crescita del numero di infermieri sta a malapena tenendo il passo con la crescita della popolazione, stanno soffrendo le carenze più acute. Il rapporto afferma che il numero totale di laureati in scienze infermieristiche dovrebbe aumentare in media dell'8% all'anno, insieme a una migliore capacità di assumere e trattenere questi laureati, per affrontare la carenza entro il 2030 in tutti i paesi.

La situazione in Italia

Seppure nel nostro paese lo scenario non sia drammatico come quello nelle nazioni in via di sviluppo, si registra una carenza cronica in questa figura professionale. Secondo la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI), l’ente pubblico che gestisce l'albo a cui devono obbligatoriamente iscriversi gli infermieri in Italia, per ogni infermiere c’è una media di 11 pazienti. L'ideale sarebbero 6. Con differenze sostanziali tra le regioni: mentre in Friuli il rapporto è di 1 a 8, in Calabria la media schizza a un infermiere per 17 pazienti.

Come riporta un recente articolo de Ilpost.it, il ministero della Salute dice di aver assunto dall’inizio dell’epidemia oltre 16mila infermieri, ma secondo la FNOPI si tratta di personale a cui sono stati offerti contratti a tempo determinato o di collaborazione (co.co.co). 

La necessità immediata è quindi quella di aumentare i posti nelle università, e nel frattempo riorganizzare i sistemi sanitari, assicurando inoltre agli infermieri un massiccio aumento dello stipendio medio, nell'ottica di evitare una "fuga di cervelli" che è già in atto. Pagando i nostri infermieri una media di 1.400 euro al mese, stiamo infatti permettendo che vadano per esempio in Germania dove ne prendono 2.500. E all'estero gli infermieri italiani sono particolarmente richiesti, perché hanno una formazione tra le migliori in Europa.

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