Salute e benessere

Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva: ansia e depressione contribuiscono ad aggravarne il decorso

alt_text
27 Gennaio 2021

Una ricerca condotta dai medici dell’Ospedale Guang’anmen dell’Accademia cinese di Pechino, pubblicata sul Journal Of Affective Disorders e riportata da Fondazione Veronesi, riscontra un’importante correlazione tra la presenza di ansia e depressione e l’aggravarsi dei sintomi nei pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

La BPCO è una delle più diffuse patologie tra gli anziani, tanto che in Europa e stati uniti rappresenta la quarta causa di morte. Si tratta di un'affezione polmonare cronica, caratterizzata da una ostruzione bronchiale, lentamente progressiva, i cui sintomi principali sono dispnea, tosse  e produzione di espettorato. A lungo termine può ridurre in maniera sensibile la capacità respiratoria. La causa principale è il fumo, seguita dall’inquinamento atmosferico e dalla predisposizione genetica.

L’equipe di medici cinesi, nei quali sono presenti anche psichiatri, ha intervistato 504 pazienti affetti da BPCO, individuando quanti soffrivano di ansia e depressione, e li ha tenuti sotto osservazione per circa un anno. L’aggravarsi dei sintomi polmonari si è manifestato nel 52 per cento dei pazienti affetti da depressione e nel 54 per cento di quelli affetti da ansia, mentre solo il 40 per cento di chi non presentava i due disturbi ha visto i sintomi aggravarsi.

La BPCO, come spiegano gli scienziati cinesi, è una patologia molto pesante da sopportare, della quale si possono solo curare i sintomi ma non è guaribile: quindi, si rende necessario che medici di base e pneumologi siano consapevoli di questo possibile ulteriore carico che l’ansia e la depressione possono causare, adeguando le terapie anche in base ai due tipi di disturbi. 
Alfredo Chetta, Direttore della Clinica Pneumologica e Ordinario di malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Parma, sottolinea: «Nel mondo degli specialisti si sa di questo frequente abbinamento di ansia e depressione con la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Ma la relazione è bidirezionale: la BPCO può indurre depressione e ansia così come depressione e ansia favoriscono il riacutizzarsi della BPCO».

Ansia e depressione contribuiscono a inasprire le patologie polmonari anche perché inducono a seguire uno stile di vita malsano, nel quale fumo, dieta non idonea o sbilanciata e sedentarietà non fanno altro che agevolare l’aggravarsi dei sintomi, già di per loro progressivi. Il prof. Chetta richiama inoltre uno studio di dieci anni fa, condotto su duemila pazienti affetti da BCPO: il 26 per cento risultava affetto da ansia. E aggiunge: «Tra gli ansiosi il divario è anche più ampio. In alcuni casi, specialmente tra i pazienti che vivono attaccati a bombola di ossigeno, si arriva a registrare l’ansia anche in 1 caso su 2. E si è visto pure che la presenza di depressione nei malati di Bpco aumenta il rischio di morte. Ci sono legami molto stretti tra le malattie respiratorie e la psiche. Sono fili sotterranei. Dopotutto, nella nostra cultura c’è un respiro iniziale, un soffio che dà la vita. E quando una persona muore si dice: non respira più. Non si dice: il cuore si è fermato».

Una ricerca condotta dai medici dell’Ospedale Guang’anmen dell’Accademia cinese di Pechino, pubblicata sul Journal Of Affective Disorders e riportata da Fondazione Veronesi, riscontra un’importante correlazione tra la presenza di ansia e depressione e l’aggravarsi dei sintomi nei pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

La BPCO è una delle più diffuse patologie tra gli anziani, tanto che in Europa e stati uniti rappresenta la quarta causa di morte. Si tratta di un'affezione polmonare cronica, caratterizzata da una ostruzione bronchiale, lentamente progressiva, i cui sintomi principali sono dispnea, tosse  e produzione di espettorato. A lungo termine può ridurre in maniera sensibile la capacità respiratoria. La causa principale è il fumo, seguita dall’inquinamento atmosferico e dalla predisposizione genetica.

L’equipe di medici cinesi, nei quali sono presenti anche psichiatri, ha intervistato 504 pazienti affetti da BPCO, individuando quanti soffrivano di ansia e depressione, e li ha tenuti sotto osservazione per circa un anno. L’aggravarsi dei sintomi polmonari si è manifestato nel 52 per cento dei pazienti affetti da depressione e nel 54 per cento di quelli affetti da ansia, mentre solo il 40 per cento di chi non presentava i due disturbi ha visto i sintomi aggravarsi.

La BPCO, come spiegano gli scienziati cinesi, è una patologia molto pesante da sopportare, della quale si possono solo curare i sintomi ma non è guaribile: quindi, si rende necessario che medici di base e pneumologi siano consapevoli di questo possibile ulteriore carico che l’ansia e la depressione possono causare, adeguando le terapie anche in base ai due tipi di disturbi. 
Alfredo Chetta, Direttore della Clinica Pneumologica e Ordinario di malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Parma, sottolinea: «Nel mondo degli specialisti si sa di questo frequente abbinamento di ansia e depressione con la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Ma la relazione è bidirezionale: la BPCO può indurre depressione e ansia così come depressione e ansia favoriscono il riacutizzarsi della BPCO».

Ansia e depressione contribuiscono a inasprire le patologie polmonari anche perché inducono a seguire uno stile di vita malsano, nel quale fumo, dieta non idonea o sbilanciata e sedentarietà non fanno altro che agevolare l’aggravarsi dei sintomi, già di per loro progressivi. Il prof. Chetta richiama inoltre uno studio di dieci anni fa, condotto su duemila pazienti affetti da BCPO: il 26 per cento risultava affetto da ansia. E aggiunge: «Tra gli ansiosi il divario è anche più ampio. In alcuni casi, specialmente tra i pazienti che vivono attaccati a bombola di ossigeno, si arriva a registrare l’ansia anche in 1 caso su 2. E si è visto pure che la presenza di depressione nei malati di Bpco aumenta il rischio di morte. Ci sono legami molto stretti tra le malattie respiratorie e la psiche. Sono fili sotterranei. Dopotutto, nella nostra cultura c’è un respiro iniziale, un soffio che dà la vita. E quando una persona muore si dice: non respira più. Non si dice: il cuore si è fermato».

Case di riposo, rsa e case famiglia