Costume e Società

Anziani e lockdown, quali sono gli effetti sulla salute degli over 65?

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6 Novembre 2020

L’attuale pandemia ha costretto tutti noi a modificare le nostre abitudini e a fare fronte nel migliore dei modi a tutte le difficoltà di carattere economico e sanitario legate all’emergenza. Il lockdown della scorsa primavera è stata un’esperienza durissima per tutti, ma senza dubbio le persone over 65 sono quelle che più ne hanno subito l’impatto, tanto dal punto di vista fisico che psicologico. Una ricerca condotta da Spi Cgil Lombardia, in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, offre un quadro significativo di come gli anziani hanno vissuto il confinamento in Lombardia.

Non si tratta solo di chi purtroppo ha contratto il virus. La paura di ammalarsi, l’isolamento dai propri figli e nipoti, la solitudine di lunghe giornate trascorse in casa: tutto questo ha pesato in modo importante sulle condizioni dei nostri anziani. I dati emergono da un questionario somministrato tra luglio e settembre a 1.480 over 65 residenti in Lombardia. Il campione, formato da 647 donne e 817 uomini, ha un’età media di 69 anni e un livello di istruzione medio.

Il 30% del campione ha dichiarato un peggioramento delle proprie condizioni psicologiche rispetto al periodo precedente il lockdown: 636 intervistati riferiscono di aver provato ansia, 450 senso di impotenza, 269 tristezza, ma sono stati riportati sentimenti di rabbia, paura e confusione, seppure in numero inferiore. Il senso di abbandono e di isolamento, soprattutto legato all’impossibilità di incontrare i propri familiari, è stato vissuto dal 60% del campione.

Sono molti pero gli anziani (40% degli intervistati) che hanno scelto di trascorrere le lunghe giornate di confinamento dedicandosi a nuove attività come la lettura, la cucina, i film, la tecnologia e il giardinaggio. Un dato molto significativo, inoltre, è la fiducia che il 90% del campione prova nei confronti del proprio medico di base, mentre solo 20% ha dichiarato di essere soddisfatto del servizio di ATS e dei servizi sanitari dedicati alla terza età. Di grande interesse anche il quesito riguardante il vaccino antinfluenzale, che divide a metà il campione: 49,9% favorevole contro 50,1% contrario.

«Da questa indagine abbiamo capito che invecchiare e basta non è la soluzione. Gli over 65 hanno ancora molti progetti per il loro futuro, e questo varrà anche per i giovani di oggi quando anche loro invecchieranno» afferma Valerio Zanolla, segretario generale Spi Cgil Lombardia. La fotografia della popolazione senior che ha preso parte allo studio mostra complessivamente che gli anziani in Lombardia godono di buone condizioni di salute e di un buon tenore di vita. Attenti e critici verso la politica e i servizi sociali, sono però un po’ casalinghi e abitudinari, ma sempre disponibili a prestare aiuto, in particolare nella cura dei nipoti.

L’attuale pandemia ha costretto tutti noi a modificare le nostre abitudini e a fare fronte nel migliore dei modi a tutte le difficoltà di carattere economico e sanitario legate all’emergenza. Il lockdown della scorsa primavera è stata un’esperienza durissima per tutti, ma senza dubbio le persone over 65 sono quelle che più ne hanno subito l’impatto, tanto dal punto di vista fisico che psicologico. Una ricerca condotta da Spi Cgil Lombardia, in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, offre un quadro significativo di come gli anziani hanno vissuto il confinamento in Lombardia.

Non si tratta solo di chi purtroppo ha contratto il virus. La paura di ammalarsi, l’isolamento dai propri figli e nipoti, la solitudine di lunghe giornate trascorse in casa: tutto questo ha pesato in modo importante sulle condizioni dei nostri anziani. I dati emergono da un questionario somministrato tra luglio e settembre a 1.480 over 65 residenti in Lombardia. Il campione, formato da 647 donne e 817 uomini, ha un’età media di 69 anni e un livello di istruzione medio.

Il 30% del campione ha dichiarato un peggioramento delle proprie condizioni psicologiche rispetto al periodo precedente il lockdown: 636 intervistati riferiscono di aver provato ansia, 450 senso di impotenza, 269 tristezza, ma sono stati riportati sentimenti di rabbia, paura e confusione, seppure in numero inferiore. Il senso di abbandono e di isolamento, soprattutto legato all’impossibilità di incontrare i propri familiari, è stato vissuto dal 60% del campione.

Sono molti pero gli anziani (40% degli intervistati) che hanno scelto di trascorrere le lunghe giornate di confinamento dedicandosi a nuove attività come la lettura, la cucina, i film, la tecnologia e il giardinaggio. Un dato molto significativo, inoltre, è la fiducia che il 90% del campione prova nei confronti del proprio medico di base, mentre solo 20% ha dichiarato di essere soddisfatto del servizio di ATS e dei servizi sanitari dedicati alla terza età. Di grande interesse anche il quesito riguardante il vaccino antinfluenzale, che divide a metà il campione: 49,9% favorevole contro 50,1% contrario.

«Da questa indagine abbiamo capito che invecchiare e basta non è la soluzione. Gli over 65 hanno ancora molti progetti per il loro futuro, e questo varrà anche per i giovani di oggi quando anche loro invecchieranno» afferma Valerio Zanolla, segretario generale Spi Cgil Lombardia. La fotografia della popolazione senior che ha preso parte allo studio mostra complessivamente che gli anziani in Lombardia godono di buone condizioni di salute e di un buon tenore di vita. Attenti e critici verso la politica e i servizi sociali, sono però un po’ casalinghi e abitudinari, ma sempre disponibili a prestare aiuto, in particolare nella cura dei nipoti.