Salute e benessere

Perché gli anziani sono più suscettibili all'Influenza? Un nuovo studio rivela il mistero

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31 Ottobre 2023

Gli anziani, insieme alle persone fragili, sono tra coloro che si trovano maggiormente a rischio di contrarre l'influenza e altre malattie stagionali. Questo è un fatto ben noto, tanto che il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione antinfluenzale per coloro di età superiore ai 60 anni.

Ma perché esattamente gli anziani sono più suscettibili? Questa è una domanda che ha intrigato anche gli scienziati, e sembra che finalmente abbiano trovato una risposta. Su Nature Immunology, un team di ricercatori del Doherty Institute di Melbourne e dell'Università del New South Wales ha condiviso il loro lavoro. La chiave per comprendere questa vulnerabilità potrebbe trovarsi in un gruppo specifico di cellule immunitarie note come cellule natural killer T.

Queste cellule sono fondamentali per il sistema immunitario poiché regolano la risposta del corpo alle infezioni e ai patogeni. Inoltre, contribuiscono a creare una memoria immunologica a lungo termine. Questo significa che aiutano il sistema immunitario a riconoscere e a ricordare agenti patogeni, come virus, batteri e cellule tumorali, nel caso si verifichi un incontro successivo.

Tuttavia, la ricerca ha rivelato che con l'invecchiamento, queste cellule vengono gradualmente sostituite da altre meno abili nell'identificare agenti patogeni o infezioni precedentemente incontrate. 

“Ci aspettavamo di scoprire che le cellule T killer negli anziani erano meno efficaci perché erano esausti o si erano addormentati. Tuttavia, con nostra sorpresa, le cellule T killer molto efficienti che abbiamo rilevato nei bambini e negli adulti sembravano effettivamente scomparire e essere sostituite con cellule non ottimali negli anziani. È quasi come se si sostituisse la spada di un soldato romano con un coltello da cucina; possono imparare a usarla, ma non sarà mai efficace come la spada”, spiega Carolien van de Sandt, prima autrice dello studio e ricercatrice presso il Doherty Institute. 

Questo studio rappresenta una svolta significativa non solo nella comprensione dell'immunità legata all'invecchiamento, ma ha anche implicazioni più ampie. Potrebbe aprire nuove possibilità per lo sviluppo di vaccini e terapie personalizzate contro l'influenza e altre malattie virali, adattate alle diverse fasce d'età.


Gli anziani, insieme alle persone fragili, sono tra coloro che si trovano maggiormente a rischio di contrarre l'influenza e altre malattie stagionali. Questo è un fatto ben noto, tanto che il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione antinfluenzale per coloro di età superiore ai 60 anni.

Ma perché esattamente gli anziani sono più suscettibili? Questa è una domanda che ha intrigato anche gli scienziati, e sembra che finalmente abbiano trovato una risposta. Su Nature Immunology, un team di ricercatori del Doherty Institute di Melbourne e dell'Università del New South Wales ha condiviso il loro lavoro. La chiave per comprendere questa vulnerabilità potrebbe trovarsi in un gruppo specifico di cellule immunitarie note come cellule natural killer T.

Queste cellule sono fondamentali per il sistema immunitario poiché regolano la risposta del corpo alle infezioni e ai patogeni. Inoltre, contribuiscono a creare una memoria immunologica a lungo termine. Questo significa che aiutano il sistema immunitario a riconoscere e a ricordare agenti patogeni, come virus, batteri e cellule tumorali, nel caso si verifichi un incontro successivo.

Tuttavia, la ricerca ha rivelato che con l'invecchiamento, queste cellule vengono gradualmente sostituite da altre meno abili nell'identificare agenti patogeni o infezioni precedentemente incontrate. 

“Ci aspettavamo di scoprire che le cellule T killer negli anziani erano meno efficaci perché erano esausti o si erano addormentati. Tuttavia, con nostra sorpresa, le cellule T killer molto efficienti che abbiamo rilevato nei bambini e negli adulti sembravano effettivamente scomparire e essere sostituite con cellule non ottimali negli anziani. È quasi come se si sostituisse la spada di un soldato romano con un coltello da cucina; possono imparare a usarla, ma non sarà mai efficace come la spada”, spiega Carolien van de Sandt, prima autrice dello studio e ricercatrice presso il Doherty Institute. 

Questo studio rappresenta una svolta significativa non solo nella comprensione dell'immunità legata all'invecchiamento, ma ha anche implicazioni più ampie. Potrebbe aprire nuove possibilità per lo sviluppo di vaccini e terapie personalizzate contro l'influenza e altre malattie virali, adattate alle diverse fasce d'età.

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