Costume e Società

Caregiver familiari in Italia: il saggio-reportage dell’Associazione “Genitori Tosti in tutti i Posti”

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17 Febbraio 2022

Caregiver familiare è la definizione che identifica, nella nostra società, tutti quei soggetti che quotidianamente prestano assistenza gratuita ad un familiare non autosufficiente, fisicamente e/o mentalmente: il loro ruolo risulta fondamentale per garantire ai malati la continuità delle cure all’interno dell’ambiente domestico, incrementandone il benessere psico-fisico e allentando così la pressione nelle strutture sanitarie ed ospedaliere. Ma chi sono realmente queste persone? Qual è il loro compito? Come vengono sostenute dalle Istituzioni? Nel tentativo di rispondere adeguatamente a tutte queste domande, l’Associazione “Genitori Tosti in tutti i Posti” ha recentemente redatto un significativo saggio volto a illustrare l’importante figura del caregiver in Italia. 

Il volume, intitolato “L’esercito silenzioso. I caregiver familiari” ha il merito di spiegare mediante un linguaggio semplice e comprensibile il compito del caregiver, ovvero quella persona che giornalmente rivolge premure ed attenzioni al proprio parente in difficoltà. Curato da Alessandra Corradi e Giovanni Barin, due membri dell’Associazione e genitori di figli con disabilità, il libro ha riscontrato grande apprezzamento e successo, ed è attualmente in vendita su Amazon al seguente link .

Alessandra Corradi, Presidente dell’Associazione, ne ha spiegato in breve la funzionalità: “il nostro è il primo libro sulla tematica che non è un manuale, cioè non insegna come si fa il caregiver, né uno studio scientifico, né un breviario per operatori. È un saggio/reportage: il caregiving familiare è un'emergenza sociale molto grave cui nessuno finora ha dato risposte e rimedi perché non è percepita come emergenza”. Il caregiver, la cui tipologia risulta ad oggi essere molto ampia e variegata, necessita di maggiore considerazione sociale da parte delle varie Istituzioni politiche: la routine di queste persone, spesso caratterizzata da enormi preoccupazioni e responsabilità, richiede un grande dispendio di energie, che merita di essere correttamente sostenuto e supportato. Come affermano gli autori, sulla base dei dati raccolti da un’indagine aggiornata ad aprile 2021, “la maggior parte dei caregiver familiari, l’89%, è donna tra i 45 e il 60 anni, con tantissime donne sole cioè come unico componente del nucleo familiare oltre al congiunto assistito. La giornata dipende dal carico assistenziale, ci sono caregiver che fanno anche la notte di seguito, sempre ogni giorno, senza mai essere sostituiti. La giornata "tipo" è diversa per ciascun caregiver, cioè è diverso assistere una persona allettata da una attaccata alle macchine ma perfettamente cosciente, da una persona deambulante ma con gravi disturbi mentali o autistica, da una in sedia a rotelle, la casistica è troppo ampia. Rimane che il lavoro dei caregiver familiari è sempre sproporzionato a quanto qualsiasi persona possa reggere”.

Il volume, che ha l’obiettivo di sollecitare una riflessione collettiva attraverso il riscontro delle criticità presenti nel nostro paese, è rivolto ad un eterogeneo target di lettori come i caregiver stessi, i politici, i giornalisti, gli studiosi, gli accademici, i sindacati, gli operatori del settore e tutte le persone comuni che desiderano maggiormente entrare in contatto con questa realtà. La figura del caregiver, delineata al comma 255 della L. 105/2017, ha il diritto di essere giuridicamente tutelata e protetta: l’Associazione, che denuncia il mancato riconoscimento legislativo della vera e propria “professione” del caregiver con stipendio, malattia, ferie e pensione, desidererebbe dallo Stato leggi più concrete e sicure. Come ha spiegato la Presidente, “i lavori si sono fermati il 22 luglio 2020. Abbiamo ripetuto che non serve dare una mancetta mensile perché il problema non è pecuniario, ma affonda proprio nella dignità delle persone che in un Paese civile con un SSN devono essere prese in carico insieme a chi assistono. Manca tutto il segmento sociale del pubblico, per cui io caregiver sono una persona con dei bisogni ai quali tu Stato devi rispondere, in primis non facendomi sentire solo [...]. Un ennesimo slittamento alla prossima significherebbe un fallimento enorme per lo Stato, nonché l'ennesima presa per i fondelli di milioni di cittadini italiani”.

Caregiver familiare è la definizione che identifica, nella nostra società, tutti quei soggetti che quotidianamente prestano assistenza gratuita ad un familiare non autosufficiente, fisicamente e/o mentalmente: il loro ruolo risulta fondamentale per garantire ai malati la continuità delle cure all’interno dell’ambiente domestico, incrementandone il benessere psico-fisico e allentando così la pressione nelle strutture sanitarie ed ospedaliere. Ma chi sono realmente queste persone? Qual è il loro compito? Come vengono sostenute dalle Istituzioni? Nel tentativo di rispondere adeguatamente a tutte queste domande, l’Associazione “Genitori Tosti in tutti i Posti” ha recentemente redatto un significativo saggio volto a illustrare l’importante figura del caregiver in Italia. 

Il volume, intitolato “L’esercito silenzioso. I caregiver familiari” ha il merito di spiegare mediante un linguaggio semplice e comprensibile il compito del caregiver, ovvero quella persona che giornalmente rivolge premure ed attenzioni al proprio parente in difficoltà. Curato da Alessandra Corradi e Giovanni Barin, due membri dell’Associazione e genitori di figli con disabilità, il libro ha riscontrato grande apprezzamento e successo, ed è attualmente in vendita su Amazon al seguente link .

Alessandra Corradi, Presidente dell’Associazione, ne ha spiegato in breve la funzionalità: “il nostro è il primo libro sulla tematica che non è un manuale, cioè non insegna come si fa il caregiver, né uno studio scientifico, né un breviario per operatori. È un saggio/reportage: il caregiving familiare è un'emergenza sociale molto grave cui nessuno finora ha dato risposte e rimedi perché non è percepita come emergenza”. Il caregiver, la cui tipologia risulta ad oggi essere molto ampia e variegata, necessita di maggiore considerazione sociale da parte delle varie Istituzioni politiche: la routine di queste persone, spesso caratterizzata da enormi preoccupazioni e responsabilità, richiede un grande dispendio di energie, che merita di essere correttamente sostenuto e supportato. Come affermano gli autori, sulla base dei dati raccolti da un’indagine aggiornata ad aprile 2021, “la maggior parte dei caregiver familiari, l’89%, è donna tra i 45 e il 60 anni, con tantissime donne sole cioè come unico componente del nucleo familiare oltre al congiunto assistito. La giornata dipende dal carico assistenziale, ci sono caregiver che fanno anche la notte di seguito, sempre ogni giorno, senza mai essere sostituiti. La giornata "tipo" è diversa per ciascun caregiver, cioè è diverso assistere una persona allettata da una attaccata alle macchine ma perfettamente cosciente, da una persona deambulante ma con gravi disturbi mentali o autistica, da una in sedia a rotelle, la casistica è troppo ampia. Rimane che il lavoro dei caregiver familiari è sempre sproporzionato a quanto qualsiasi persona possa reggere”.

Il volume, che ha l’obiettivo di sollecitare una riflessione collettiva attraverso il riscontro delle criticità presenti nel nostro paese, è rivolto ad un eterogeneo target di lettori come i caregiver stessi, i politici, i giornalisti, gli studiosi, gli accademici, i sindacati, gli operatori del settore e tutte le persone comuni che desiderano maggiormente entrare in contatto con questa realtà. La figura del caregiver, delineata al comma 255 della L. 105/2017, ha il diritto di essere giuridicamente tutelata e protetta: l’Associazione, che denuncia il mancato riconoscimento legislativo della vera e propria “professione” del caregiver con stipendio, malattia, ferie e pensione, desidererebbe dallo Stato leggi più concrete e sicure. Come ha spiegato la Presidente, “i lavori si sono fermati il 22 luglio 2020. Abbiamo ripetuto che non serve dare una mancetta mensile perché il problema non è pecuniario, ma affonda proprio nella dignità delle persone che in un Paese civile con un SSN devono essere prese in carico insieme a chi assistono. Manca tutto il segmento sociale del pubblico, per cui io caregiver sono una persona con dei bisogni ai quali tu Stato devi rispondere, in primis non facendomi sentire solo [...]. Un ennesimo slittamento alla prossima significherebbe un fallimento enorme per lo Stato, nonché l'ennesima presa per i fondelli di milioni di cittadini italiani”.

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