Costume e Società

Anziani non autosufficienti dimenticati nella legge di bilancio per il 2024

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5 Dicembre 2023

Con l'invecchiamento sempre più pronunciato della popolazione italiana, l'assistenza agli anziani non autosufficienti si configura come una problematica crescente. Da oltre trent'anni, il dibattito sulla riforma del sistema per la creazione di una rete di servizi efficiente ed integrata è rimasto acceso, ma solo di recente si è registrato un concreto spostamento.
L'inclusione del tema tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e l'approvazione di una specifica legge delega da parte del parlamento a marzo scorso rappresentano passi avanti. Tuttavia, la legge di bilancio per il 2024, attualmente in esame al Senato, sembra non prevedere gli stanziamenti necessari per tradurre in realtà la riforma, alimentando timori che le misure rimarranno soltanto sulla carta.

L'assistenza agli anziani non autosufficienti coinvolge una fetta consistente della popolazione italiana. Secondo l'ISTAT, nel 2021 in Italia c'erano 6,4 milioni di persone non autosufficienti a causa di deficit fisici e cognitivi legati al sistema neurologico. Di questi, 3,8 milioni erano anziani con gravi difficoltà, con un'età media di 82 anni, prevalentemente donne. Tra le persone oltre gli 85 anni, solo il 13% godeva di completa autonomia. Il sistema attuale, destinato a fornire assistenza, è incapace di rispondere a una domanda in continua crescita: tra vent'anni, gli ultraottantenni saranno due milioni in più di oggi. L'assistenza agli anziani non autosufficienti ricade spesso sui familiari, come figli o nipoticostringendoli a ridurre l'orario di lavoro, chiedere permessi o rinunciare alle attività sociali, con evidenti conseguenze a livello emotivo, fisico ed economico. Alternativamente, si può ricorrere ad assistenti familiari o alle residenze per anziani, spesso private e costose.

Cristiano Gori, coordinatore del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, evidenzia che il sistema attuale, concepito dopo la Seconda Guerra Mondiale, non è più adatto alle attuali esigenze e necessita di una completa rivisitazione. "Attualmente, non esiste un programma o una piattaforma dedicata agli anziani non autosufficienti, e i servizi sono erogati in modo frammentato dalle aziende sanitarie, dai medici di base e dalle case di riposo. Nonostante le discussioni sulla riforma durino da quasi trent'anni, solo negli ultimi anni si sono verificati cambiamenti significativi. Nel 2021, grazie alle pressioni delle associazioni, la riforma dell'assistenza agli anziani è stata inclusa tra gli obiettivi del PNRR. Tuttavia, non sono stati stanziati fondi per finanziare gli interventi".

Ad ottobre 2022, il governo Draghi ha approvato una legge delega basata sulle proposte delle associazioni. Il testo è stato convertito in legge nel marzo 2023, ma la legge di bilancio per il 2024 attualmente in discussione non prevede gli stanziamenti necessari. La legge delega, approvata dal governo, prevede la creazione di un nuovo Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (SNAA) e di un Comitato interministeriale per le politiche a favore della popolazione anziana. I decreti legislativi dovrebbero essere adottati entro gennaio 2024.
Cristiano Gori sottolinea l'importanza di costruire un sistema unitario e di adattare le modalità di intervento a un nuovo contesto sociale. La riforma prevede la riorganizzazione dei fondi esistenti, come il Fondo per le non autosufficienze e il Fondo nazionale per le politiche sociali, per finanziare le misure. Nonostante le stime del Patto indichino la necessità di 5-7 miliardi di euro all' anno, la legge di bilancio attuale non prevede stanziamenti specifici.

Il PNRR ha destinato 2,7 miliardi di euro per potenziare i servizi domiciliari, ma si tratta di un intervento diverso rispetto alla riforma dell'assistenza.
Luciano Ciocchetti, relatore durante la discussione alla Camera, aveva affermato che finanziamenti saranno previsti nelle prossime leggi di bilancio e nei decreti futuri. Attualmente, sostiene che “c'è una parte di fondi che già esiste, deve essere solo riorganizzata ma si trova già presso i singoli ministeri”. La viceministra Maria Teresa Bellucci assicura che il governo rispetterà la scadenza del 31 gennaio per approvare i decreti legislativi. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti dal gennaio 2021, Gori rileva che l'obiettivo finale di migliorare la vita degli anziani è ancora lontano dall'essere raggiunto.


Con l'invecchiamento sempre più pronunciato della popolazione italiana, l'assistenza agli anziani non autosufficienti si configura come una problematica crescente. Da oltre trent'anni, il dibattito sulla riforma del sistema per la creazione di una rete di servizi efficiente ed integrata è rimasto acceso, ma solo di recente si è registrato un concreto spostamento.
L'inclusione del tema tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e l'approvazione di una specifica legge delega da parte del parlamento a marzo scorso rappresentano passi avanti. Tuttavia, la legge di bilancio per il 2024, attualmente in esame al Senato, sembra non prevedere gli stanziamenti necessari per tradurre in realtà la riforma, alimentando timori che le misure rimarranno soltanto sulla carta.

L'assistenza agli anziani non autosufficienti coinvolge una fetta consistente della popolazione italiana. Secondo l'ISTAT, nel 2021 in Italia c'erano 6,4 milioni di persone non autosufficienti a causa di deficit fisici e cognitivi legati al sistema neurologico. Di questi, 3,8 milioni erano anziani con gravi difficoltà, con un'età media di 82 anni, prevalentemente donne. Tra le persone oltre gli 85 anni, solo il 13% godeva di completa autonomia. Il sistema attuale, destinato a fornire assistenza, è incapace di rispondere a una domanda in continua crescita: tra vent'anni, gli ultraottantenni saranno due milioni in più di oggi. L'assistenza agli anziani non autosufficienti ricade spesso sui familiari, come figli o nipoticostringendoli a ridurre l'orario di lavoro, chiedere permessi o rinunciare alle attività sociali, con evidenti conseguenze a livello emotivo, fisico ed economico. Alternativamente, si può ricorrere ad assistenti familiari o alle residenze per anziani, spesso private e costose.

Cristiano Gori, coordinatore del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, evidenzia che il sistema attuale, concepito dopo la Seconda Guerra Mondiale, non è più adatto alle attuali esigenze e necessita di una completa rivisitazione. "Attualmente, non esiste un programma o una piattaforma dedicata agli anziani non autosufficienti, e i servizi sono erogati in modo frammentato dalle aziende sanitarie, dai medici di base e dalle case di riposo. Nonostante le discussioni sulla riforma durino da quasi trent'anni, solo negli ultimi anni si sono verificati cambiamenti significativi. Nel 2021, grazie alle pressioni delle associazioni, la riforma dell'assistenza agli anziani è stata inclusa tra gli obiettivi del PNRR. Tuttavia, non sono stati stanziati fondi per finanziare gli interventi".

Ad ottobre 2022, il governo Draghi ha approvato una legge delega basata sulle proposte delle associazioni. Il testo è stato convertito in legge nel marzo 2023, ma la legge di bilancio per il 2024 attualmente in discussione non prevede gli stanziamenti necessari. La legge delega, approvata dal governo, prevede la creazione di un nuovo Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (SNAA) e di un Comitato interministeriale per le politiche a favore della popolazione anziana. I decreti legislativi dovrebbero essere adottati entro gennaio 2024.
Cristiano Gori sottolinea l'importanza di costruire un sistema unitario e di adattare le modalità di intervento a un nuovo contesto sociale. La riforma prevede la riorganizzazione dei fondi esistenti, come il Fondo per le non autosufficienze e il Fondo nazionale per le politiche sociali, per finanziare le misure. Nonostante le stime del Patto indichino la necessità di 5-7 miliardi di euro all' anno, la legge di bilancio attuale non prevede stanziamenti specifici.

Il PNRR ha destinato 2,7 miliardi di euro per potenziare i servizi domiciliari, ma si tratta di un intervento diverso rispetto alla riforma dell'assistenza.
Luciano Ciocchetti, relatore durante la discussione alla Camera, aveva affermato che finanziamenti saranno previsti nelle prossime leggi di bilancio e nei decreti futuri. Attualmente, sostiene che “c'è una parte di fondi che già esiste, deve essere solo riorganizzata ma si trova già presso i singoli ministeri”. La viceministra Maria Teresa Bellucci assicura che il governo rispetterà la scadenza del 31 gennaio per approvare i decreti legislativi. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti dal gennaio 2021, Gori rileva che l'obiettivo finale di migliorare la vita degli anziani è ancora lontano dall'essere raggiunto.

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