Salute e benessere

A Roma medici e clown si uniscono per aiutare gli anziani con demenza

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1 Agosto 2022

Solitudine, disorientamento, paura a volte possono colpire persone anziane che vivono con diverse forme di demenza. Per aiutare a combattere questi spiacevoli sentimenti è nato il progetto “Un sorriso per gli anziani”, che coinvolge i medici del Policlinico Gemelli di Roma e gli operatori di clownterapia del gruppo “Soccorso clown”, con un contributo di MSD Italia.

Al Policlinico Universitario A. Gemelli, alcuni dipartimenti del Centro di Medicina dell'Invecchiamento (CEMI) hanno iniziato ad adottare la “terapia del sorriso” come “protocollo”. "Un sorriso può fare molto per i pazienti con Alzheimer o con qualunque altra forma di demenza perché aiuta a rilassarsi, a recuperare quel rapporto umano che spesso la malattia tende a cancellare”, spiega Francesco Landi, geriatra e Direttore della Unità di Riabilitazione e Medicina Fisica

“La 'clownterapia' nasce per i bambini e la sfida con gli anziani è ancora più difficile: perché spesso sono diffidenti, disorientati, persino meno disposti alla risata. Bisogna saper dosare l'intervento affinché si sentano coinvolti e confortati. Ma è indubbio che la terapia del sorriso è da considerarsi una terapia non farmacologica in grado di alleviare alcuni sintomi. E aiutare il paziente a recuperare dei punti di riferimento. E' un beneficio sensoriale e uno stimolo positivo", sottolinea Landi. 

Rossella Liperoti, dell'Unità Valutativa Alzheimer del Policlinico Gemelli, sottolinea che il linguaggio con questi pazienti "è una lezione fondamentale da imparare, per noi operatori ma anche per i parenti perché spesso si dimentica che non ci riconoscono, che sono smarriti. L'esperienza di chi fa clownterapia con professionalità è stata messa al servizio dei pazienti, ma anche di noi medici e dei familiari. Perché questo tipo di comunicazione non verbale raggiunge corde altrimenti impossibili da toccare. E ci mette tutti nelle condizioni di poter al meglio assistere l'anziano con demenza". 

Attualmente ci sono circa 50 milioni di persone nel mondo che vivono con la demenza. Ogni 3 secondi viene registrato un nuovo caso. A conferma della rilevanza socio-sanitaria della malattia, l'OMS ha adottato quest'anno il Piano Globale di Azione sulla Risposta di Salute Pubblica alla Demenza 2017-2025, che incoraggia i governi a raggiungere obiettivi specifici nell'ambito degli sforzi per aumentare la consapevolezza della malattia.

Solitudine, disorientamento, paura a volte possono colpire persone anziane che vivono con diverse forme di demenza. Per aiutare a combattere questi spiacevoli sentimenti è nato il progetto “Un sorriso per gli anziani”, che coinvolge i medici del Policlinico Gemelli di Roma e gli operatori di clownterapia del gruppo “Soccorso clown”, con un contributo di MSD Italia.

Al Policlinico Universitario A. Gemelli, alcuni dipartimenti del Centro di Medicina dell'Invecchiamento (CEMI) hanno iniziato ad adottare la “terapia del sorriso” come “protocollo”. "Un sorriso può fare molto per i pazienti con Alzheimer o con qualunque altra forma di demenza perché aiuta a rilassarsi, a recuperare quel rapporto umano che spesso la malattia tende a cancellare”, spiega Francesco Landi, geriatra e Direttore della Unità di Riabilitazione e Medicina Fisica

“La 'clownterapia' nasce per i bambini e la sfida con gli anziani è ancora più difficile: perché spesso sono diffidenti, disorientati, persino meno disposti alla risata. Bisogna saper dosare l'intervento affinché si sentano coinvolti e confortati. Ma è indubbio che la terapia del sorriso è da considerarsi una terapia non farmacologica in grado di alleviare alcuni sintomi. E aiutare il paziente a recuperare dei punti di riferimento. E' un beneficio sensoriale e uno stimolo positivo", sottolinea Landi. 

Rossella Liperoti, dell'Unità Valutativa Alzheimer del Policlinico Gemelli, sottolinea che il linguaggio con questi pazienti "è una lezione fondamentale da imparare, per noi operatori ma anche per i parenti perché spesso si dimentica che non ci riconoscono, che sono smarriti. L'esperienza di chi fa clownterapia con professionalità è stata messa al servizio dei pazienti, ma anche di noi medici e dei familiari. Perché questo tipo di comunicazione non verbale raggiunge corde altrimenti impossibili da toccare. E ci mette tutti nelle condizioni di poter al meglio assistere l'anziano con demenza". 

Attualmente ci sono circa 50 milioni di persone nel mondo che vivono con la demenza. Ogni 3 secondi viene registrato un nuovo caso. A conferma della rilevanza socio-sanitaria della malattia, l'OMS ha adottato quest'anno il Piano Globale di Azione sulla Risposta di Salute Pubblica alla Demenza 2017-2025, che incoraggia i governi a raggiungere obiettivi specifici nell'ambito degli sforzi per aumentare la consapevolezza della malattia.