Salute e benessere

Cannabis in aiuto degli anziani

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17 Maggio 2017
Sono numerosi gli studi scientifici che hanno dimostrato gli effetti benefici della cannabis medica, in molti Paesi già utilizzata a livello terapeutico come antidolorifico e antispastico, su pazienti affetti da tumori e malattie neurodegenerative

Una ricerca appena pubblicata sulla rivista Nature Medicine ha scoperto che il principio attivo della discussa pianta, il Thc, potrebbe migliorare la qualità dell’invecchiamento, grazie all’apporto di effetti positivi sulla memoria, la concentrazione e le facoltà cerebrali degli anziani

Per il momento gli scienziati hanno svolto una serie di esperimenti sui roditori, specie animale che vive poco, in genere intorno ai 12 mesi. I topi sottoposti ai test, di 2, 12 e 18 mesi, sono stati divisi in due gruppi, uno a cui viene somministrato Thc in dosi contenute e un altro placebo. 

I risultati mostrano che gli animali più anziani, di 12 e 18 mesi, che avevano assunto il principio attivo della marijuana mantenevano le funzioni cognitive “giovani”, più vicine a quelle dei topini di soli due mesi piuttosto che ai coetanei dell’altro gruppo. 

Gli studiosi si dicono ora pronti per i primi trial sugli esseri umani, sperando di trovare un modo per contrastare il declino delle attività cerebrali negli anziani.
Sono numerosi gli studi scientifici che hanno dimostrato gli effetti benefici della cannabis medica, in molti Paesi già utilizzata a livello terapeutico come antidolorifico e antispastico, su pazienti affetti da tumori e malattie neurodegenerative

Una ricerca appena pubblicata sulla rivista Nature Medicine ha scoperto che il principio attivo della discussa pianta, il Thc, potrebbe migliorare la qualità dell’invecchiamento, grazie all’apporto di effetti positivi sulla memoria, la concentrazione e le facoltà cerebrali degli anziani

Per il momento gli scienziati hanno svolto una serie di esperimenti sui roditori, specie animale che vive poco, in genere intorno ai 12 mesi. I topi sottoposti ai test, di 2, 12 e 18 mesi, sono stati divisi in due gruppi, uno a cui viene somministrato Thc in dosi contenute e un altro placebo. 

I risultati mostrano che gli animali più anziani, di 12 e 18 mesi, che avevano assunto il principio attivo della marijuana mantenevano le funzioni cognitive “giovani”, più vicine a quelle dei topini di soli due mesi piuttosto che ai coetanei dell’altro gruppo. 

Gli studiosi si dicono ora pronti per i primi trial sugli esseri umani, sperando di trovare un modo per contrastare il declino delle attività cerebrali negli anziani.

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