Salute e benessere

Anziani italiani più longevi ma la salute peggiora dopo i 75 anni

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2 Ottobre 2017

Se in Italia a 65 anni la speranza di vita è la più alta riscontrata rispetto alla media dell’Unione Europea, dopo i 75 anni la salute dei nostri anziani subisce un rovinoso calo, tanto da risultare la peggiore in paragone agli altri Paesi UE. Secondo i dati forniti dall’Istat, nel Belpaese superata la soglia dei 75 anni un anziano su due è affetto da almeno una patologia cronica grave, e la percentuale è ancora maggiore superati gli 80 anni.

Il peggioramento delle condizioni di salute nella terza età risulta ancora più evidente per quanto riguarda le limitazioni motorie. Se, infatti, tra i 65 e i 69 anni gli anziani con problemi di movimento sono il 7,7%, tra gli ultraottantenni la percentuale sale addirittura al 46,5%. La situazione è simile anche per le limitazioni sensoriali, in particolare problemi di vista e udito, per cui si passa dal 5,1% al 29,5%.

Inevitabilmente le patologie e problematiche che affliggono i nostri anziani portano a una drastica riduzione di autonomia nella vita quotidiana e quindi necessità di aiuto. Il 58,1% di loro dichiara di aver bisogno di aiuto ma di non ricevere l’assistenza necessaria. Questo dato, già di per sé allarmante, aumenta tra le persone meno abbienti (64,2%) e rimarca la necessità di riformare e migliorare i servizi dedicati alla cura in età anziana, sia domiciliari che residenziali (case di riposo e Rsa).

Infine, per quel che concerne gli stili di vita, il nostro Paese è tra i migliori in relazione al consumo di frutta e verdura e al tasso di obesità (tra i più bassi), ma rimane in netto deficit per attività fisica svolta abitualmente, con livelli ancora troppo bassi in relazione a quelli indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Se in Italia a 65 anni la speranza di vita è la più alta riscontrata rispetto alla media dell’Unione Europea, dopo i 75 anni la salute dei nostri anziani subisce un rovinoso calo, tanto da risultare la peggiore in paragone agli altri Paesi UE. Secondo i dati forniti dall’Istat, nel Belpaese superata la soglia dei 75 anni un anziano su due è affetto da almeno una patologia cronica grave, e la percentuale è ancora maggiore superati gli 80 anni.

Il peggioramento delle condizioni di salute nella terza età risulta ancora più evidente per quanto riguarda le limitazioni motorie. Se, infatti, tra i 65 e i 69 anni gli anziani con problemi di movimento sono il 7,7%, tra gli ultraottantenni la percentuale sale addirittura al 46,5%. La situazione è simile anche per le limitazioni sensoriali, in particolare problemi di vista e udito, per cui si passa dal 5,1% al 29,5%.

Inevitabilmente le patologie e problematiche che affliggono i nostri anziani portano a una drastica riduzione di autonomia nella vita quotidiana e quindi necessità di aiuto. Il 58,1% di loro dichiara di aver bisogno di aiuto ma di non ricevere l’assistenza necessaria. Questo dato, già di per sé allarmante, aumenta tra le persone meno abbienti (64,2%) e rimarca la necessità di riformare e migliorare i servizi dedicati alla cura in età anziana, sia domiciliari che residenziali (case di riposo e Rsa).

Infine, per quel che concerne gli stili di vita, il nostro Paese è tra i migliori in relazione al consumo di frutta e verdura e al tasso di obesità (tra i più bassi), ma rimane in netto deficit per attività fisica svolta abitualmente, con livelli ancora troppo bassi in relazione a quelli indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Case di riposo, rsa e case famiglia