Salute e benessere

Anziani e nutrizione, un progetto sanitario per le case di riposo

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25 Maggio 2017

Un ruolo fondamentale per il benessere degli anziani che risiedono in una casa di riposo è svolto dall’alimentazione. Il tema è caro al direttore della Struttura complessa di dietetica e nutrizione clinica dell’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, il dottor Federico D’Andrea, che insieme al suo team sta portando avanti un progetto per affrontare i problemi legati alla nutrizione nelle rsa. Molti ospiti delle case di riposo soffrono infatti di malnutrizione o disfagia, hanno cioè difficoltà nella deglutizione, per la precisione in Piemonte si tratta di circa il 30% dei degenti.

Il programma della Sc dietetica e nutrizione dell’ospedale novarese prevede la creazione di menù adatti a chi soffre di patologie legate all’alimentazione, dalla scelta dei cibi alla loro preparazione. Inizialmente gli anziani residenti nelle strutture vengono sottoposti a una valutazione clinica per verificare un eventuale problema legato alla malnutrizione. In seguito il personale sanitario della residenza assistita viene sottoposto a un periodo di formazione sulla nutrizione e sulla modalità di somministrazione dei pasti. Quindi si passa alla realizzazione dei menù, che devono rispettare le indicazioni nutrizionali in base alle esigenze dei pazienti, ma devono anche essere appetibili.

I primi risultati ottenuti in alcune strutture locali si sono rivelati positivi sia per quanto riguarda la salute degli anziani, sia sul versante economico, grazie per esempio al risparmio sugli integratori alimentari. Il protocollo della struttura ospedaliero-universitario è ora al vaglio dell’assessorato alla Sanità della regione Piemonte, che sta valutando la possibilità di estendere il progetto a tutto il territorio regionale.

Un ruolo fondamentale per il benessere degli anziani che risiedono in una casa di riposo è svolto dall’alimentazione. Il tema è caro al direttore della Struttura complessa di dietetica e nutrizione clinica dell’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, il dottor Federico D’Andrea, che insieme al suo team sta portando avanti un progetto per affrontare i problemi legati alla nutrizione nelle rsa. Molti ospiti delle case di riposo soffrono infatti di malnutrizione o disfagia, hanno cioè difficoltà nella deglutizione, per la precisione in Piemonte si tratta di circa il 30% dei degenti.

Il programma della Sc dietetica e nutrizione dell’ospedale novarese prevede la creazione di menù adatti a chi soffre di patologie legate all’alimentazione, dalla scelta dei cibi alla loro preparazione. Inizialmente gli anziani residenti nelle strutture vengono sottoposti a una valutazione clinica per verificare un eventuale problema legato alla malnutrizione. In seguito il personale sanitario della residenza assistita viene sottoposto a un periodo di formazione sulla nutrizione e sulla modalità di somministrazione dei pasti. Quindi si passa alla realizzazione dei menù, che devono rispettare le indicazioni nutrizionali in base alle esigenze dei pazienti, ma devono anche essere appetibili.

I primi risultati ottenuti in alcune strutture locali si sono rivelati positivi sia per quanto riguarda la salute degli anziani, sia sul versante economico, grazie per esempio al risparmio sugli integratori alimentari. Il protocollo della struttura ospedaliero-universitario è ora al vaglio dell’assessorato alla Sanità della regione Piemonte, che sta valutando la possibilità di estendere il progetto a tutto il territorio regionale.

Case di riposo, rsa e case famiglia